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Le aree protette in Italia

Rete Natura 2000 rappresenta solo una parte, per quanto importante, di un sistema di aree protette che negli ultimi trent’anni, in Italia, ha visto uno sviluppo esponenziale. Importantissimo il contributo dato dalla legge 394 del 1991 – e dalla legge 979 del 1982 “per la difesa del mare” – per definirle e classificarle in modo uniforme ed omogeneo, in modo che tutte corrispondano ai criteri stabiliti dalla legge.

Attualmente (dati aggiornati ad aprile 2010) esistono 871 aree naturali protette per un totale di 3 milioni 163mila ettari di superficie protetta a terra e 2.853 ettari a mare. Complessivamente, oltre il 10% della superficie nazionale risulta sottoposta a particolari vincoli di tutela. Tra le tipologie individuate, figurano:

I Parchi nazionali  , costituiti da “aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future”. Sono 24 i Parchi nazionali attualmente istituiti nel nostro Paese. La superficie complessiva occupata da queste aree supera i 14mila kmq, pari al 5% circa del territorio nazionale.

A questi si aggiungono ben 27 Aree marine protette  che stanno assumendo un ruolo sempre più importante nella protezione integrata di tratti di mare e di costa, comprese talvolta intere isole o arcipelaghi. Agli oltre 2.200 kmq di superficie occupata dalle attuali Aree marine protette si aggiungono i Parchi nazionali con estensione a mare, oltre a due parchi archeologici sommersi e al santuario Pelagos per la salvaguardia dei mammiferi marini, per un totale di oltre 2 milioni e 5670mila ettari di acque e fondali protetti, pari a oltre il 12% delle coste.

Quindi i Parchi naturali regionali e interregionali , “costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell’ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali”. Attualmente, i Parchi naturali regionali   sono 134, per una superficie protetta pari a 12.940 kmq. Queste aree sono state istituite a partire dal   1977, in seguito al dpr 616 che ha trasferito alle regioni la competenza in materia di aree protette, con l'effetto di moltiplicare, da un lato, la complessiva superficie di territorio tutelato, dall'altro, di aprire una nuova stagione nella gestione di queste aree, valorizzandone il ruolo sociale nonché adattando il concetto di area protetta a un territorio come quello italiano, ad elevato tasso di antropizzazione.

E ancora, le Riserve naturali  , “costituite  da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche”. Le Riserve naturali, specifica ancora la legge, “possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati”. Statali o regionali, le Riserve istituite sono rispettivamente 147 e 365, per una superficie protetta complessiva pari a circa 123mila e 230mila ettari, rispettivamente.

Vengono poi le Zone umide di interesse internazionale  , “costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificiali d’acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c’è bassa marea, non superi i 6 m che, per le loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar”. Ad oggi 50 siti in Italia sono stati riconosciuti e inseriti nell’elenco stilato ai sensi della Convenzione.

Infine le “Altre aree naturali protette  ”, cioè zone che non rientrano nelle altre classi ma che includono veri e propri “tesori di biodiversità” quali le Oasi gestite direttamente dalle associazioni ambientaliste (LIPU e WWF), parchi suburbani, ecc. Superfici che si dividono in “aree di gestione pubblica”, istituite cioè con leggi regionali o equivalenti, e “aree a gestione privata”, istituite dagli enti locali – anche le province, dopo la legge 142 del 1990, hanno acquisito il “diritto” di istituire proprie aree protette – o con contratti di concessione. Queste aree sono  171 e interessano almeno 50mila ettari di territorio nazionale.

Manca una particolare tipologia, per completare il quadro, e cioè le “Aree di reperimento terrestri e marine  ”, cioè aree in cui l’istituzione di aree protette è considerata prioritaria. Per quanto riguarda i siti protetti appartenenti alla Rete Natura 2000 – la cui individuazione e gestione è affidata a Regioni e Province Autonome – in Italia sono stati attualmente individuati 2.287 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e 601 Zone di Protezione Speciale (ZPS). Qui la superficie complessiva vincolata raggiunge il totale di 61.891 km quadrati, pari a oltre il 21% della superficie nazionale (dati aggiornati a ottobre 2011).