Birdwatching - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 

Birdwatching

Scarponi, binocolo e macchina fotografica sono le armi del birdwatcher. Sono sempre più frequenti i casi di cacciatori che, abbandonato il fucile, si sono convertiti a questa pratica affascinante, sia per le possibilità che dà di “toccare con mano” la natura, sia per il fatto che, nella maggior parte dei casi, questa azione di osservazione risulta del tutto innocua per gli animali, gli uccelli e le altre specie viventi.

Birdwatching, archivio LIPU

Nella maggior parte dei casi, perché anche il birdwatcher poco informato – a maggior ragione perché frequenta di solito ambienti protetti e ad alto valore naturalistico – può fare molti danni alle specie che, in linea di principio, dice di “amare”. Si tratta insomma di resistere alla tentazione, pur di scattare una fotografia in più, di disturbare una coppia di uccelli proprio in periodo riproduttivo. Si tratta di evitare, pur di tornare a casa soddisfatti, di spingersi troppo oltre nell’interferenza con specie che, in molti casi, mal tollerano la stessa presenza umana.

Va comunque detto che il birdwatching rappresenta sempre l’alternativa migliore a un turismo naturalistico che, fino a non molti anni fa, era sinonimo di turismo venatorio. Un Paese, l’Italia, che fino a non molti anni fa ospitava oltre 2 milioni di cacciatori, con pesanti conseguenze sull’avifauna protetta e non. Uno scenario profondamente trasformato con l’approvazione della legge 157 del 1992 sulla caccia , ma mutato anche grazie alle azioni di sensibilizzazione portate avanti a livello istituzionale e associativo che hanno stimolato la diffusione di pratiche di fruizione della natura alternative alla persecuzione diretta, se pure limitata alle specie cacciabili.