FRANCOLINO DI MONTE - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFRANCOLINO DI MONTE

NOME SCIENTIFICO: Bonasia bonasia
 

Il più piccolo della sua “famiglia”, il Francolino di monte si distingue per un udito estremamente sviluppato. Quando si sente minacciato si allontana dal bosco, di solito molto prima che cacciatori o semplici curiosi riescano a vederlo. Solo con molta fortuna è possibile udirne il canto o avvistarlo mentre “passeggia” su pascoli e radure, intento a procurarsi il cibo…

 

Ordine: Galliformes  Famiglia: Tetraonidae

Boschi misti di conifere e latifoglie, ricchi di sottobosco e con ampie radure. Questo l’habitat ideale per il Francolino di monte, che a dispetto del nome non ama aree particolarmente elevate o impervie: lo si incontra di solito a quote altimetriche comprese tra i 700 e i 1.500 m.

Dalle dimensioni particolarmente contenute se confrontate a quelle di altre specie della stessa famiglia, il Francolino di monte misura circa 35 cm in lunghezza, mentre il piumaggio del maschio differisce da quello della femmina per l’evidente macchia nera sulla gola e la fascia orizzontale sulla coda. Entrambi i sessi invece sono caratterizzati dall’esteso piumaggio, che copre anche buona parte delle zampe.

Il Francolino di monte è un uccello diurno, particolarmente legato alla presenza di radure erbose nelle quali procurarsi il cibo. Legumi, frutti del sottobosco (fragoline, mirtilli, bacche in genere): questo il “menu” tipico del Francolino di monte, mentre i pulcini non ancora in grado di volare si nutrono anche di insetti e piccoli lombrichi.

Un tempo diffuso sull’intero arco alpino, si è storicamente estinto su gran parte delle Alpi occidentali. Attualmente resiste in una fascia compresa tra la provincia di Vercelli a quella di Udine. Molto più diffuso in Europa, il Francolino di monte abita gran parte della porzione settentrionale del continente, mentre altre sottospecie nidificano tra Europa e Asia centrale e orientale.

Prospettive

La mole di dati a disposizione degli studiosi a proposito della biologia riproduttiva del Francolino di monte è meno elevata rispetto a quella raccolta per altre specie. “Colpa” del comportamento particolarmente elusivo di questo uccello, difficilissimo da osservare, essendo intollerante al disturbo e estremamente diffidente rispetto a ogni tipo di presenza umana.

Allo stesso tempo, la specie appare abbastanza legata ad attività umane essendo dipendente dalla presenza di prati e pascoli nei quali procurarsi il cibo. La progressiva perdita di biodiversità nelle nostre foreste – essendo la specie particolarmente dipendente dalla “produttività” del bosco – unita all’abbandono di molte attività agro-pastorali spesso sostituite dallo sfruttamento turistico potrebbe avere avuto, negli anni, conseguenze particolarmente nefaste sul Francolino di Monte.

È possibile individuare un valore di densità e proporlo come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie. A scala di comprensorio, una popolazione vitale a lungo termine di Francolino di monte dovrebbe contare almeno 3-4 coppie, almeno 6-10 su scala locale. Purtroppo, anche nelle zone più favorevoli la densità per 100 ettari non supera le 2 o 3 coppie.

Arrestare il declino delle popolazioni – tuttora in calo o soggette a evidenti fluttuazioni – e favorire il recupero di quelle attualmente sotto-dimensionate appare fondamentale per garantire la sopravvivenza della specie nel lungo periodo. In particolare, la protezione della specie passa dalla tutela del relativo habitat, soprattutto per quanto attiene la delicatissima fase riproduttiva, con tassi di mortalità dei giovani che risultano allo stato delle cose troppo elevati per sostenere le popolazioni nidificanti nel nostro Paese.

Minacce

A condizionare le popolazioni di Francolino di monte nel nostro Paese sono stati sostanzialmente l’alterazione e il disturbo agli habitat riproduttivi, i cambiamenti climatici, il bracconaggio, l’alta mortalità dei pulcini alla schiusa e la sovrappopolazione in concomitanza con periodi di scarsità di cibo. Solo parte di questi fattori può essere spiegata con “cause naturali”, per esempio la fluttuazione periodica delle popolazioni, abbastanza tipica in questa famiglia di uccelli.

Occasionalmente può essere favorito da episodi “eccezionali” quali incendi, forti tempeste di vento o di neve, in quanto episodi simili possono favorire la rinnovazione del bosco, particolarmente importante per questa specie. Resta il fatto che il Francolino di monte risente in modo particolare del disturbo e delle alterazioni ambientali dovute alle attività umane, in modo particolare quelle legate alle attività di gestione forestale e allo sfruttamento a fini turistici.

Anche altri cambiamenti nell’habitat solo indirettamente legati alla presenza umana – repentine variazioni nelle condizioni meteorologiche e nella relativa disponibilità di cibo – possono influenzare molto la vita della specie, con particolare riguardo alla possibilità di sopravvivenza dei pulli. Nelle condizioni attuali, le densità più favorevoli di Francolino di monte sulle nostre Alpi non superano le due o tre coppie ogni 100 ettari, con una spiccata dipendenza al bosco solo parzialmente antropizzato alternato a malghe e baite circondate da prati e pascoli.

A causa di questi fattori, l’areale di nidificazione della specie si è progressivamente ridotto. Gli stessi habitat tuttora idonei per il Francolino di monte non presentano le caratteristiche ideali per la specie, essendo compresi in aree particolarmente sfruttate a fini turistici, soggette a una gestione forestale intensiva e – allo stesso tempo – sempre meno utilizzate per pratiche agro-pastorali di tipo tradizionale.

Stato di salute

In declino in tutta Europa, il Francolino di monte ha visto una progressiva contrazione del proprio habitat riproduttivo a tutte le latitudini, tanto che attualmente la popolazione comunitaria non supera le 470-760mila coppie. Un declino moderato ma continuo, che a differenza di quanto avvenuto per altre specie protette nell’Ue non si è arrestato neppure nel decennio 1990-2000.

Oggetto di tutela da parte della Direttiva Uccelli, la popolazione comunitaria di Francolino di Monte non raggiunge probabilmente un quarto della popolazione globale della specie. Ridottissima la frazione presente nel nostro Paese, pari a circa 5-6mila coppie, ossa non oltre l’1% di quella comunitaria.

Orientato al generale decremento negli ultimi decenni – accompagnato da locale stabilità – il trend della specie non appare affatto confortante, anche se questo declino sembra essersi in parte stabilizzato tra il 1990 e il 2000. Per citare qualche dato, sulle Alpi Carniche il decremento registrato tra il 1955 e il 1987 potrebbe avere raggiunto anche i 70 punti percentuali, mentre in Trentino-Alto Adige – la regione che ospita la popolazione più importante della specie – a fasi di relativa stabilità si alternano evidenti fluttuazioni, di solito regolari ogni 3-6 anni.

Storicamente estinto sulle Alpi più occidentali, il Francolino resiste tra Piemonte e Lombardia, dove però la situazione, almeno fino al 1990, poteva dirsi sostanzialmente negativa, mentre nel decennio successivo si è assistito a una lenta ripresa. Particolarmente dipendente dalla foresta – ma con associata presenza di ambienti aperti o radure ai margini – il Francolino di monte ha esigenze ecologiche abbastanza complesse, che impongono la presenza di ambienti diversificati, particolarmente ricchi di biodiversità.

Semaforo

Negli ultimi decenni, l’areale distributivo della specie non ha subito particolari modificazioni. Tuttavia, storicamente, questo era di certo più ampio, mentre l’apparente frenata del trend negativo a cui si è assistito negli ultimissimi anni non ha ancora compensato un’evoluzione non favorevole per la specie. A giocare un ruolo chiave nella moderata – e non ancora consolidata – inversione di tendenza è comunque senza dubbio la maggiore attenzione che è stata prestata, negli ultimi anni, a una corretta attività di gestione forestale, specialmente in prossimità dei siti di riproduzione e alimentazione. Solo proseguendo su questa strada il Francolino di monte potrà avvicinarsi alle densità ottimali, un obiettivo ancora lontano anche in quelle aree d’Italia in cui la situazione della specie appare più favorevole.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* ridotto rispetto al passato inadeguato
Popolazione inferiore al passato; forse in calo inadeguato
Habitat della specie verosimilmente stabile inadeguato
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Il periodo ideale per udirne il canto è la primavera, quando inizia la “stagione degli amori”. In questa stagione si possono infatti ascoltare gli acuti richiami del maschio, in tutto e per tutto simili a dei forti fischi. Molto difficile da ascoltare – e anche da vedere – durante tutto il resto dell’anno, essendo un uccello particolarmente schivo che ama starsene nascosto nel fitto del bosco…