Le specie protette - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Le specie protette

Tutte le popolazioni di uccelli selvatici sono riconosciute dalla legge la 157 del 1992  come “bene indisponibile” dello Stato e, dunque, specificamente tutelate.

Esistono tuttavia alcune specie che, più di altre, necessitano di attenzione, o perché in declino (dentro o fuori dai confini nazionali) o perché, talvolta, addirittura minacciate di estinzione.

L’Unione Europea, da anni in prima linea nella predisposizione di azioni concrete a tutela dell’avifauna e della biodiversità, ha stilato un elenco tassativo di queste specie, in occasione dell’emanazione della Direttiva Uccelli , approvata dalla Commissione europea nel 1979 e in buona parte recepita dall’Italia con varie leggi  e regolamentazioni.

Si tratta di circa 100 specie (98 per l’esattezza), che, come esplicita lo stesso Allegato I alla Direttiva, sono soggette a “speciali misure di conservazione”. Ad esempio, nella maggior parte dei casi (ad eccezione della Coturnice) la caccia a queste specie è “sempre vietata”. 

L’Italia ha predisposto a sua volta un elenco di specie particolarmente protette. Nell’allegato II della Direttiva vengono invece indicate quelle specie la cui caccia può essere autorizzata dai singoli Stati membri, senza però derogare al duplice principio del divieto assoluto di caccia a qualsiasi specie durante le fasi riproduttive e di migrazione di ritorno (in primavera), nonché del divieto di utilizzo di metodi di cattura “non selettivi” (a loro volta elencati dal dettato comunitario).

Queste specie particolarmente protette, più di altre, hanno attirato l’interesse del legislatore, che si è mosso su tre fronti: approfondimento delle conoscenze sulle specie , determinazione – ove possibile – di “ target di conservazione ” adeguati, indicazione delle priorità in termini di intervento per il ripristino delle popolazioni o per la loro salvaguardia. Come emerge dalle singole schede presentate in questo portale, ci sono specie la cui tutela dipende strettamente dalla salvaguardia dei relativi habitat . Alcune, purtroppo sull’orlo dell’estinzione (Capovaccaio su tutte), scompariranno nel breve volgere di qualche decennio a meno di “interventi diretti” volti a invertire questa tendenza. Fino alla necessità – evidenziata in taluni casi – di promuovere progetti di reintroduzione.

Molte delle specie qui presentate – e, tra queste, anche le specie nidificanti in Italia non incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli – hanno sofferto per le grandi modificazioni  intervenute nell’ambiente negli ultimi decenni. Altre sono state decimate, nel corso dei secoli, dalla persecuzione diretta, quindi, anche in tempi recenti, dal bracconaggio. Tutte, insomma, meritano attenzione. La conoscenza approfondita delle singole specie rappresenta già di per sé un’azione di conservazione essenziale e propedeutica a qualsiasi forma di intervento diretto per la salvaguardia o il ripristino degli ecosistemi.