MORETTA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliMORETTA

NOME SCIENTIFICO: Aythya fuligula
 

Soprannominata “anatra dagli occhi d’oro” per via delle sue iridi gialle, l’Aythya fuligula è un’anatra diffusa in tutto il territorio eurasiatico. Il maschio della specie è subito riconoscibile dal ciuffo di penne che spuntano dal capo scuro e brillante. Dopo una veloce rincorsa a pelo d’acqua, la Moretta spicca il volo: ecco allora che si possono notare le barre alari bianche, che vanno a formare un ventaglio ben visibile a chi osserva da terra…

 

Ordine: Anseriformes  Famiglia: Anatidae

La Moretta è un’anatra lunga circa 40 cm che, similmente ad altre anatre del genere Aythya, può occupare corpi idrici con acque molto profonde, nelle quali si immerge fino a 5 o 6 metri di profondità. Il suo areale di distribuzione è molto vasto: dalle zone eurasiatiche sino alla Siberia, dall’America del nord all’area mediterranea, in cui occupa territori di latitudine medio-alta, evitando aree climatiche estreme e favorendo le pianure poste a bassa quota. La Moretta trascorre l’inverno sulle coste mediterranee, le aree a sud del Sahara e l’Asia meridionale, ma la si può occasionalmente ritrovare anche sulle coste degli Stati Uniti e del Canada, nel sud della penisola scandinava e nel centro Europa.

Nidifica nell’Europa nord-orientale, nelle isole britanniche e in Asia settentrionale, per lo più su isolette, comunque nelle vicinanze di corsi d’acqua, come paludi, stagni e laghi, fiumi ed estuari. Determinante, per la presenza della specie, è l’abbondanza di vegetazione, dove la Moretta costruisce il proprio nido, ben nascosto. Qui, la femmina depone dalle 5 alle 12 uova, di colore verde-grigio, che vengono covate per circa una ventina di giorni. Dal momento della schiusa in poi, è sempre la femmina a prendersi cura dei pulcini, mentre il maschio trascorre il tempo che segue la schiusa insieme agli altri maschi. Durante la cova, infatti, il senso di territorialità che caratterizza la Moretta non è altrettanto forte di quello che caratterizza la specie durante il periodo dell’accoppiamento.

La specie non si mostra schiva e non teme particolarmente la presenza dell’uomo: la si può osservare con relativa facilità nei laghetti cittadini, luogo colonizzato di recente. È inoltre gregaria nei confronti di altre specie: giunto il momento di migrare verso le zone calde, spicca il volo insieme a moriglioni e folaghe, assumendo la tipica formazione a “V”. Ottima tuffatrice e nuotatrice, la Moretta può trascorrere lunghi periodi sott’acqua alla ricerca di cibo, un’attività che solitamente avviene al crepuscolo o la mattina presto. Piante acquatiche, erbe e bacche costituiscono la sua dieta principale, che integra con plancton, girini, avannotti e cozze, di cui è ghiotta.

Come accade anche per altre specie di Anatidi, la differenza cromatica tra i maschi e le femmine di Moretta è molto accentuata. Il maschio adulto ha un colore nero brillante, con riflessi violetti sulla parte superiore del piumaggio, ventre e petto bianchi. Il nome scientifico della specie deriva proprio dal colore scuro e cinereo del suo corpo: “fuligo”, cioè cenere. La femmina è invece di colore bruno, che sfuma sui fianchi. Le iridi sono gialle e vivide, le zampe grigiastre.

La popolazione italiana è distribuita in due aree ben delimitate: quella alto-adriatica prealpina, e nei territori che attraversano il centro Italia per raggiungere la Sardegna. L’indice di copertura dei siti è in leggero aumento dopo il 1993, mentre quello di ampiezza dell’areale è costante.

Prospettive

La Moretta ha colonizzato l’Italia da poco più di trent’anni, ed è ancora poco conosciuta e studiata. Non si conoscono infatti i trend delle popolazioni, anche a causa della scarsità di coppie nidificanti sul nostro territorio. Per questo, non è possibile identificare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie.

Essenziale, per permettere l’affermarsi di popolazioni più numerose di morette anche nel nostro Paese, appare comunque favorire condizioni idonee alla nidificazione della specie nelle aree già frequentate, sia nell’area alto-adriatica e prealpina, sia in Italia centrale e in Sardegna. In particolare, occorre garantire l’integrità ambientale delle principali aree di sosta e di svernamento, prevenendo anche potenziali forme di disturbo da parte dell’uomo. A questo proposito, la Moretta potrebbe trarre giovamento sia della messa al bando dell’attività venatoria, sia della limitazione degli sport acquatici nelle aree maggiormente frequentate, specialmente in periodo riproduttivo.

Riguardo alla competizione per le risorse alimentari, va evidenziato come la rimozione ciclica di pesci adulti da un bacino artificiale del Regno Unito abbia avuto come conseguenza un incremento del successo riproduttivo della specie, grazie alla maggiore disponibilità di invertebrati e di macrofite sommerse di cui le morette si nutrono. Anche in Repubblica Ceca, gli stagni con una bassa densità di pesci e discreta trasparenza di acqua hanno più probabilità di ospitare coppie riproduttive della specie.

Minacce

Una particolare forma di minaccia per la specie proviene dall’acqua, e in particolare da una specie ittica, il Rutilus rutilus , che si ciba delle stesse risorse alimentari della Moretta, tra cui larve di insetti e detriti vegetali. Oltre alla competizione per le risorse alimentari, da registrare, come per altre specie, i danni causati dal disturbo umano e in particolare dalla pratica venatoria, tuttora consentita.

In provincia di Venezia, la diminuzione della popolazione svernante e la distribuzione relativamente modesta della specie è con tutta probabilità dovuta alla persecuzione diretta. Altri fattori di minaccia per questa specie legata alle zone umide sono da ascrivere al degrado dell’habitat, e in particolare all’inquinamento causato da idrocarburi, drenaggio delle acque, estrazione della torba, cambiamenti nella gestione delle aree. È inoltre potenzialmente esposta all’influenza aviaria.

Se il problema della persecuzione venatoria riguarda, oltre all’Italia, anche altri Paesi europei – come la Danimarca – in aree come la Scozia il successo riproduttivo della Moretta è influenzato negativamente da altre attività umane come le attività ricreative e turistiche condotte su bacini e all’interno di corsi d’acqua abitati dalla specie. Potenziale fattore di rischio è rappresentato anche dal disturbo acustico causato dalla caccia ad altre specie e dalla predazione da parte del Visone americano, predatore diffuso anche nel nostro continente.

Stato di salute

Considerata in uno stato di conservazione non favorevole a livello continentale, la Moretta è classificata come specie in declino. Nel ventennio 1970-1990, la popolazione nidificante nei territori dell’Unione europea era rimasta stabile, mentre era moderatamente aumentata quella svernante. Nei dieci anni successivi, entrambe le popolazioni hanno tuttavia mostrato un declino. Al momento, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie.

La popolazione svernante nei territori dell’Unione europea è pari a circa 970.000 individui e a un numero di coppie compreso tra le 180.000 e le 290.000. In Italia, nel decennio 1990-2000 sono state censite appena 40-50 coppie. Nel nostro Paese, la Moretta è considerata specie in pericolo dalla Lista Rossa Nazionale e inserita negli allegati II/1 e III/2 della Direttiva Uccelli. La specie risulta cacciabile ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

La popolazione nidificante in Italia non è significativa rispetto alla popolazione che sverna a nord delle Alpi. Nei primi anni ’80, erano presenti dalle 5 alle 15 coppie nidificanti e alcuni individui, con presenze irregolari, sono stati avvistati su tutto il territorio italiano a eccezione del Lago di Massaciuccoli in Toscana, dove erano presenti 1-5 coppie che si riproducevano regolarmente. Le nidificazioni sono irregolari anche in Puglia, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, territorio particolarmente idoneo grazie alla presenza delle Valli di Comacchio.

La distribuzione della popolazione italiana è piuttosto concentrata: infatti, il 90% della popolazione media tra il 1996 e il 2000 era insediato in 26 siti; il 28% di questa era insediato nel luogo principale, il Lago di Garda, con una rimessa diurna nell’attiguo Laghetto del Frassino. Nonostante nessun sito abbia superato la soglia di importanza nazionale, 22 tra questi sono rilevanti a livello internazionale.

In Piemonte, sporadiche coppie nidificavano nei pressi di corpi d’acqua come laghi, fiumi ed estuari, a partire dagli anni ’90 fino al 2006, anno a cui risalgono gli ultimi dati disponibili. Nel 2000 si è registrato un massimo di individui a Crava Morozzo durante il periodo successivo alla riproduzione. Altre coppie con pulcini sono state censite in Italia settentrionale: in Veneto, le coppie erano concentrate nella provincia di Belluno e presso corsi d’acqua, nel laghetto di Frassino, sul fiume Sile e sul lago di Busche; in Trentino-Alto Adige, nei laghi di Toblino, di Santa Massenza e di San Valentino alla Muta.

Semaforo

L’areale della Moretta in Italia è estremamente frammentato, con presenza irregolare negli anni; la popolazione sostanzialmente stabile, con fluttuazioni locali. L’habitat si mostra a sua volta stabile. Complessivamente, la Moretta risente tuttavia di una serie di condizioni sfavorevoli quali la persecuzione diretta, l’inquinamento di alcuni siti, la competizione con altre specie per le risorse alimentari.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Frammentato, instabile Inadeguato
Popolazione Fluttuante, molto ridotta Cattivo
Habitat della specie Probabilmente stabile Favorevole
Complessivo   Cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Sordo e sommesso, il canto della Moretta è ben identificabile per il suono tipicamente nasale, che comincia con un leggero soffio per proseguire con più forza e concludersi con due rapidi “squilli” finali.