STERPAZZOLINA COMUNE - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSTERPAZZOLINA COMUNE

NOME SCIENTIFICO: Sylvia cantillans
 

Di dimensioni piuttosto piccole, timida e schiva, la Sterpazzolina comune è assai difficile da osservare. Sempre all’erta, resta posata per pochi istanti e si muove incessantemente, nascondendosi tra i cespugli.

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Sylviidae

Specie esclusiva dell’ambiente mediterraneo, la Sterpazzolina è diffusa in tutti i paesi europei che si affacciano sul Mare Nostrum e nel continente africano, nell’area nord-occidentale. Migratore, svenrna in Africa a sud del Sahara.

Esistono diverse sottospecie morfologicamente simili di Sterpazzolina, sebbene distinte per molti altri aspetti. In particolare le popolazioni occidentali (Francia, Spagna e Portogallo) sono geneticamente molto differenti da quelle dell’Italia centro-meridionale (Sylvia cantillans cantillans )  e da quelle orientali (Sylvia cantillans albistriata ).

Il suo habitat è rappresentato dai rilievi non troppo elevati, che offrano aree aperte ma ricche di cespugli o brughiera ma può avvicinarsi anche ai centri urbani. Sul territorio italiano la Sylvia cantillans è presente a Sud dell’area padana, dove è migratrice e nidificante.

Probabilmente nell’estrema porzione occidentale del nostro paese (Riviera ligure di Ponente, vallate piemontesi occidentali, Valle d’Aosta) nidificano anche coppie appartenenti al gruppo iberico-francese.

Lunga intorno ai 12 centimetri o poco più, ha un’apertura alare che raggiunge al massimo una ventina di centimetri. Grigia sul groppone e sul capo, presenta sfumature marroncine sulle ali, con alcune penne bianche. Spiccano l’anello rosso che circonda l’occhio (più chiaro nelle femmine) e le strisce bianche simili a baffi ai lati del becco. La gola invece è rosso mattone, colore via via più tenue scendendo nella parte inferiore del corpo (ancora più sfumato, quasi rosa, nella femmina) diventando quasi biancastro all’altezza del ventre. Il becco è invece rossiccio alla base e quasi nero in punta e nella parte superiore.

Prospettive

Sulla base delle conoscenze disponibili si propone un FRV di 6 coppie per 10 ettari a scala locale, tuttavia almeno in certi siti la densità può risultare superiore. Il valore proposto dovrà pertanto essere rivalutato e se necessario aggiornato in seguito all’incremento delle conoscenze sulla specie. È invece impossibile per ora fornire un valore di riferimento a scala di comprensorio.

Le marcate differenze esistenti tra le sottospecie vanno tenute in considerazione a livello di conservazione e pianificazione, che deve necessariamente considerare l’esistenza di gruppi tra loro più o meno distinti: le popolazioni franco-iberiche, quelle del Centro-Sud Italia (Sylvia cantillans ), quelle orientali (Sylvia cantillans albistriata ) e quelle nord africane (Sylvia cantillans inornata ).

La specie resta però poco studiata. Sarebbe estremamente importante avviare indagini su ecologia, distribuzione, abbondanza e biologia riproduttiva della Sterpazzolina, della quale l’Italia ospita una frazione indubbiamente importante. Altrettanto utile sarebbe approfondire la divergenza delle popolazioni italiane rispetto alle altre, per chiarirne la posizione tassonomica.

Minacce

Sono molto scarse le informazioni che permettono di individuare le minacce alla Sterpazzolina. Le sue particolari esigenze ecologiche necessitano per la nidificazione di aree costiere, insulari e interne del Mediterraneo occidentale, aree con clima caldo e asciutto, dal livello del mare sino a 1000-2000 metri di quota, a seconda del clima locale.

La specie abita aree cespugliate con vegetazione densa, in ambiente soleggiato, sia di macchia e di gariga che di boschi aperti e ricchi di arbusti. Richiede però la presenza di alcuni alberi o arbusti un po’ più alti, che vengono utilizzati come posatoi per il canto.

Può nidificare anche in larghe siepi con querce, rovi e felci, oppure lungo corsi d’acqua nelle boscaglie di salici o oleandri. Si insedia anche al margine dei boschi (sia di latifoglie che misti e occasionalmente anche di conifere), dove sono presenti giovani alberi e cespugli).

Le esigenze ecologiche della specie appaiono piuttosto simili a quelle della Sterpazzolina di Moltoni, anche se quella comune sembra mostrare una più spiccata predilezione per i ginestreti e per la presenza più cospicua di alberi e arbusti alti inframmezzati ai cespugli.

La conservazione della specie deve dunque basarsi sul mantenimento di aree a cespuglio, incluse larghe siepi con vegetazione arbustiva densa, con piante di altezza differente e una composizione preferibilmente varia. Essendo la Sterpazzolina amante di radure e zone aride, anche gli incendi sembrano talvolta produrre il risultato di garantire la presenza di tessere di ambiente idonee per la specie.

In generale è importante preservare da qualsiasi forma di alterazione gli ambienti frequentati dalla specie, considerando anche la grande responsabilità italiana sulla sua conservazione. Grande attenzione va posta al mantenimento di estensioni di macchia mediterranea, costantemente minacciata dall’urbanizzazione dallo sfruttamento turistico delle coste.

Stato di salute

Considerata come sicura, la Sterpazzolina comune ha uno stato di conservazione favorevole in tutta Europa. Questa valutazione si riferisce però al complesso della specie Sylvia cantillans , includendo anche la Sterpazzolina di Moltoni. Ai fini della conservazione è necessario considerare separatamente le popolazioni occidentali (Spagna, Portogallo, Francia) da quelle orientali, dell’area balcanica e italiana.

Nel periodo 1970-1990 la specie ha comunque fatto registrare una situazione di stabilità in Europa, seguita però da un trend incerto nel periodo 1990-2000. Nel territorio Ue la popolazione è stimata in 1,4 - 3,2 milioni di coppie, fondamentale dunque il suo peso nella conservazione della specie, visto che la quasi totalità (75-94%) della popolazione globale è concentrata in Unione europea. La sua tutela deve essere pertanto considerata una delle priorità sul fronte della conservazione per gli stati membri.

Non esiste tuttavia un piano d’azione internazionale, né nazionale sulla specie. Per quanto riguarda il nostro Paese, la popolazione è stimata in 50mila-200mila coppie e la legislazione venatoria ne proibisce la caccia, tuttavia la Stepazzolina non è stata considerata nella Lista Rossa Nazionale.

Considerando la marcata divergenza tra le popolazioni italiane e quelle franco-iberiche, la sottospecie nominale Sylvia cantillans cantillans è in sostanza endemica dell’Italia e il paese riveste pertanto un ruolo fondamentale nella sua conservazione. Dagli studi effettuati si evince che le popolazioni orientali (dall’Italia verso Est) non ammontano a più di 326mila-971mila coppie. Considerando anche la sottospecie orientale Sylvia cantillans albistriata , la popolazione italiana è comunque dell’ordine del 20% della popolazione complessiva.

Sostanzialmente stabile a livello nazionale, la specie ha mostrato incrementi e decrementi locali. Molto rara in Italia settentrionale, dove le sparute popolazioni, generalmente in area centro-settentrionale, mostrano fluttuazioni con scomparsa e riconolizzazione dei vari siti di presenza. Diventa poi frequente al Centro-Sud.
Il trend della popolazione umbra risulta leggermente positivo; ciò potrebbe dipendere da un aumento delle temperature che avrebbe consentito alla specie di espandersi a quote superiori rispetto al passato. In Molise sono state stimate meno di 800 coppie a metà degli anni Novanta e in Puglia si è verificata una recente perdita di areale che interessato il Salento e la provincia di Lecce. In Abruzzo sono state stimate 300-500 coppie all’inizio degli anni Novanta e infine in Sicilia la popolazione risulta complessivamente stabile nel complesso ma con andamento differente a seconda delle aeree. 

Semaforo

Sono poco conosciute le variazioni dell’habitat della Sterpazzolina, così come resta da approfondire l’andamento demografico, difficilmente giudicabile. L’areale risulta in contrazione in Puglia e in alcune zone della Sicilia, ma in espansione in altri settori dell’isola.

Vista la carenza di informazioni e la difficoltà di distinguere tra questa specie e la Sterpazzolina di Moltoni nelle informazioni riportate in letteratura, si preferisce non esprimere giudizi sullo stato di conservazione per quanto concerne le popolazioni, in attesa di definire con maggior precisione il quadro relativo alla specie.

Potenzialmente importanti per la conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi. Tuttavia, mancano al momento dati relativi a questa specie per quanto concerne l’effetto delle condizioni sopraccitate sui contingenti nidificanti.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range Stabile Favorevole
Popolazione Variazioni sconosciute Sconosciuto
Habitat della specie Variazione sconosciute ma probabilmente stabile Favorevole
Complessivo   Favorevole
Canto

La Sterpazzolina comune canta mentre è posata sugli arbusti ma anche durante i suoi rapidi voli da un ramo all’altro. Emette il suo verso soprattutto quando si sente minacciata ed è in uno stato di agitazione. Il suono, somigliante a un lungo pigolio, è leggermente gracidante, tuttavia si ricorda come limpido e melodioso.