A casa - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 

A casa

Ci sono specie di uccelli selvatici che reagiscono molto bene alla posa di cassette nido, che talvolta possono costituire una valida alternativa ai siti naturali di nidificazione (per esempio cavità di alberi, vecchi edifici, ecc). Più in generale, quello che ognuno di noi può fare, se ha a disposizione anche un piccolo spazio esterno alla propria abitazione, è un vero e proprio “bird garden ”, per favorire la nidificazione di uccelli, ma anche la presenza di insetti, piante, altri animali.

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In pratica, si tratta di un ecosistema artificiale la cui prima idea risale alla fine dell’Ottocento, quando un giardiniere irlandese di nome William Robinson lanciò l’idea del “wild garden ”, il giardino selvaggio, come sfida al giardino inglese ordinatissimo, dove non potevano certo trovar posto erbacce, arbusti e altri elementi “troppo naturali”. Quanto bastava per far scandalo, nell’Inghilterra del tempo, ma anche per diffondere una nuova avanguardia, quella del “giardino naturale”, in cui far crescere appunto erbe, arbusti, ma anche – ove possibile – grandi alberi, aree umide naturali, privilegiando al massimo le specie autoctone.

Concimi chimici, antiparassitari, potature durante la stagione riproduttiva (primavera-estate) diventano pratiche da evitare, così come la rimozione delle foglie secche, dei rami morti. “Dimenticare” simili elementi in giardino accresce di per sé la diversità biologica dell’ambiente. Porzioni di incolto, fitte siepi lasciate crescere naturalmente, addirittura le ortiche, diventano in questo senso non certo simbolo di disordine e incuria ma sinonimo di grande sensibilità per la “variabilità ambientale”, senza per questo rinunciare alle tipiche caratteristiche ornamentali del giardino.

Anche il “bird gardening ” ha cultori ed esperti che possono dare consigli mirati sulle piante da “privilegiare” in quanto particolarmente attraenti per gli uccelli. Cespugli che producono bacche durante l’autunno e l’inverno, per esempio, possono fornire un supporto fondamentale all’alimentazione di determinate specie. I rampicanti, poi, sono spesso un rifugio sicuro per gli uccelli selvatici, mentre gli alberi molto vecchi o morti rappresentano comunque un prezioso ricettacolo di specie viventi e un

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elemento fondamentale per permettere la costruzione del nido. Tutti gli elementi marginali quali siepi, rovi, e via dicendo – tutte formazioni che di solito necessitano di poca manutenzione – sono molto apprezzati dagli uccelli. Quindi gli alberi, potati il meno possibile, e ancora piccoli stagni e ruscelli. Più l’habitat è “variegato” – tanto per tradurre in parole più semplici il concetto di giardino “gestito con criteri naturalistici” – più sarà un rifugio sicuro per gli uccelli e per altre specie viventi.

Castagni, querce, salici, mirtilli, biancospino selvatico sulle Alpi. Acero, pioppo, rosa e vite selvatica nelle pianure dell’Italia settentrionale. Fino alle contrade d’Appennino, con cipressi, olmi, noccioli, ma anche erica, sambuco, ginestra. Infine le coste: ginepro, tamerice, caprifoglio. Ogni area d’Italia – ogni “bioregione”, come dicono gli esperti – ha le sue specie arboree caratteristiche. Da queste in gran parte dipende la vita degli uccelli, e chi ha la fortuna di possedere un piccolo giardino può fare moltissimo per renderlo più “vivo” e allo stesso tempo più bello.

Anche in città – al contrario di quanto si potrebbe pensare – si può fare qualcosa di molto simile. Celebre è il progetto dei “tetti verdi”, in pratica tappeti erbosi disposti sopra le tegole in grado di migliorare notevolmente l’estetica delle nostre abitazioni, e allo stesso tempo di costituire un valido rifugio per moltissime specie “urbane”, cioè quegli uccelli che, per proprie caratteristiche, si sono adattati a vivere nelle nostre città. In grado di proteggere l’abitazione dal vento, dagli sbalzi di temperatura, dagli incendi, il “tetto verde” è una pratica già piuttosto diffusa in molti Paesi dell’Europa settentrionale, e sta prendendo piede, negli ultimi anni, anche alle nostre latitudini.