CINCIA MORA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCINCIA MORA

NOME SCIENTIFICO: Parus ater
 

Quando la Cincia mora si sente minacciata, si trova in una situazione di pericolo o di socraeccitazione reagisce alzando le penne del capo, che appaiono così come una cresta. Assume così un atteggiamento intimidatorio per scoraggiare eventuali disturbatori.

 

Ordine: Passeriformi Famiglia: Paridi

La più piccola tra le cince abita prevalentemente aree di montagna, ma se trova un ambiente abbastanza accogliente si spinge anche alle periferie delle aree urbane. La Cincia mora misura circa 11 cm di lunghezza e pesa dagli 8 ai 10 grammi. Il ciuffo nero sulla testa e la caratteristica striscia bianca sulla nuca in direzione longitudinale sono i suoi tratti distintivi. Completano la livrea le guance bianche, la gola nera, mentre il resto del corpo è biancastro nella parte inferiore, panna lungo i fianchi, la schiena variopinta, nei toni olivastri, marroni e bluastri.

Si ciba principalmente di insetti, ma in inverno si accontenta anche dei semi di vari sempreverdi, soprattutto di pinoli, che trova facendo cadere le pigne per terra. E’ la foresta di conifere il suo habitat preferito, ma al Sud dell’Europa la specie popola anche i boschi decidui.
Il nido viene costruito soprattutto nelle cavità degli alberi ma anche in quelle rupestri e nelle fessure del terreno. Per realizzarlo la Cincia mora utilizza  muschio, radici, fili d’erba, rovi e lana.

La femmina cova anche dalle 8 alle 10 uova per un periodo che va dai 14 ai 16 giorni e dopo la nascita i pulcini vengono nutriti direttamente nel nido per altri 16 o 17 giorni, prima di raggiungere una maggiore indipendenza.   
Il periodo di cova va da maggio a luglio. Nei territori settentrionali di diffusione  la Cincia mora si limita a una covata all'anno, mentre in quelli meridionali, compreso il territorio italiano, sono possibili fino a tre covate.

La maggior parte delle stazioni di inanellamento e delle catture sono localizzate nei comparti alpini, ed in particolare in Trentino, Veneto e Lombardia. Gli uccelli segnalati in Italia risultano inanellati in aree relativamente vicine ai nostri confini nazionali e collocate intorno all’arco alpino. Una netta prevalenza dei dati riguarda la Francia, che da sola produce la vasta maggioranza degli inanellamenti, seguita dalla Svizzera. Pochi invece i soggetti inanellati in Germania, Austria e Slovenia. Gli spostamenti si concentrano tra i 200-300 chilometri di distanza, con pochi casi superiori ai 500 chilometri, in linea con le abitudini dispersive della specie.

Prospettive

La distribuzione e l’ecologia della specie sono sufficientemente note per il Nord Italia ma mancano dati di dinamica di popolazione e successo riproduttivo. Per gli ambienti forestali più idonei su Alpi, Prealpi e Appennini si devono considerare come valore favorevole di riferimento densità riproduttive di circa 5 coppie per 10 ettari con valori anche superiori in aree ottimali. Densità inferiori – fino a 2 coppie per 10 ettari – sono da ritenersi favorevoli nei boschi planiziali e collinari sufficientemente estesi.

L’elevata densità dei territori riproduttivi, registrata in numerose aree, delinea un quadro nazionale complessivamente stabile e localmente in aumento come diretta conseguenza di una riduzione del bracconaggio e della forestazione in atto su gran parte del Paese. Questi due fattori sembrano rappresentare gli elementi chiave che definiscono nell’insieme un quadro positivo per la specie.

Gli unici decrementi finora segnalati in Umbria e nel comune di Firenze, per quanto di difficile interpretazione, non destano particolare preoccupazione e pertanto si prospetta verosimilmente una situazione favorevole per i prossimi decenni.
Al momento si ravvisa la necessità di ottenere dati quantitativi più precisi da alcune aree campione dell’Italia meridionale per aggiornare le poche informazioni disponibili.

Per agevolare la Cincia mora si possono prevedere strategie selvicolturali volte al rilascio di piante che presentano cavità e marcescenti ma anche mantenere fessure in muretti a secco e in muri di baite isolate in contesti montani. In alternativa si possono mettere a disposizione cassette nido artificiali.

Minacce

La specie è strettamente legata ad ambienti forestali non particolarmente soggetti a rischi di trasformazione. Per garantirne la conservazione risulta quindi sufficiente un’oculata gestione forestale per favorire, grazie alla presenza di alberi maturi, il reperimento di siti alimentari e di nidificazione da parte della specie.

La specie può essere avvantaggiata anche attraverso l’installazione di cassette nido e dal mantenimento dei muretti a secco su terrazzamenti e sentieri in ambito rurale montano.

Nel passato in Nord Italia la specie era oggetto di prelievo illegale con l’obiettivo di metterla in gabbia. La cattura avveniva con l’utilizzo di bastoni cosparsi di vischio. Questa pratica è ormai in forte riduzione ma non è ancora del tutto scomparsa soprattutto in provincia di Brescia e Bergamo.

Per il successo riproduttivo non si ravvisano particolari minacce. Interventi selvicolturali e tagli forestali in periodo di nidificazione possono però provocare locali episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo.  

Stato di salute

La specie in Europa presenta una popolazione nidificante estremamente consistente, superiore alle 12 milioni di coppie, ulteriormente aumentata nel periodo 1970-1990. Nel periodo 1990-2000 la specie è rimasta stabile o è aumentata nella maggior parte dei Paesi europei, incluse le consistenti popolazioni della Germania e della Romania. Per queste ragioni è stata valutata come sicura. Le popolazioni europee mostrano tendenze demografiche positive e la specie gode di uno status di conservazione favorevole.

In Italia la Cincia mora è nidificante, migratrice regolare e svernante ed è diffusamente distribuita sui principali gruppi montuosi dei settori alpini, prealpini e appenninici. Presente anche sul Gargano e sulle isole maggiori, in Sicilia e Sardegna, diviene scarsa con il diminuire della quota e localizzata nelle zone costiere e di pianura.

Nel nostro Paese si stima una popolazione tra 1.000.000 e 3.000.000 di coppie, con oltre 100.000 coppie in Trentino e 71.000-80.000 coppie in Lombardia. La Cincia mora non è stata considerata nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria.

Semaforo

Lo stato di conservazione della Cincia mora è complessivamente favorevole.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* stabile/in incremento favorevole
Popolazione stabile, localmente in aumento favorevole
Habitat della specie stabile/in aumento favorevole
Complessivo   favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

La Cincia mora canta in modo simile alla Cinciallegra, con alcune differenze: il verso della Cincia mora è più dolce e melodioso rispetto a quello più secco e rapido della cugina maggiore, che emette note più frammentate e ritmate. La Cincia mora ama spesso cantare spesso dalla cima di un abete, mentre la Cinciallegra preferisce posizionarsi sui rami delle latifoglie.