FIORRANCINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliFIORRANCINO

NOME SCIENTIFICO: Regulus ignicapilla
 

È, insieme al Regolo, la specie di più piccole dimensioni nidificante sul suolo italiano. Sempre in movimento, può essere difficile da avvistare, ma fa sentire distintamente il proprio richiamo. Quando si muove, spesso in gruppo, tra i rami, emette infatti versi di contatto acuti e ripetuti. Alle nostre latitudini, spesso la specie si ferma nello stesso territorio anche per trascorrere la stagione fredda. Il suo habitat preferito è costituito da boschi fitti di conifere e boschi misti, terreno ideale dove il Fiorrancino si avventura a caccia d’insetti. La specie, peraltro, è molto prolifica: le coppie effettuano di solito due covate l’anno, con una media di 10 uova per ciascuna…

 

Ordine: Passeriformes   Famiglia: Regulidae

Lungo appena 9 cm, il suo peso non va oltre i 5 grammi. La livrea delle parti superiori è verde, il ventre bianco, mentre ai lati del collo spicca una tinta dorata. Il Fiorrancino si distingue dal Regolo per il sopracciglio bordato di bianco, che fa da contrasto con la cresta arancione. L’occhio è attraversato da una striscia nera, appena accennata nei giovani.

Epicentro del suo areale riproduttivo è l’Europa centrale e mediterranea. Le popolazioni più numerose abitano Spagna, Francia, Germania, Italia e Romania ma le densità maggiori si registrano sulle Alpi e nella Germania meridionale. Alle nostre latitudini, mostra un comportamento prevalentemente sedentario, mentre nella porzione più settentrionale dell’areale riproduttivo la specie migra, solitamente, lungo le rotte nord-sud ed est-ovest, per trascorrere la stagione fredda nel Mediterraneo e nei Paesi dell’Europa occidentale, dal Portogallo alla Gran Bretagna e all’Irlanda.

In Italia, la specie è ben diffusa in boschi naturali e artificiali di aghifoglie con abbondante sottobosco, ma anche pinete litoranee e boschi misti di conifere e latifoglie, parchi e giardini urbani. Nelle zone boscate, maggiori densità si riscontrano presso gli alberi ricoperti di edera. Sulle Alpi condivide l’habitat riproduttivo con il Regolo tuttavia, nelle aree più calde, arriva ad occupare anche i querceti mediterranei, dal livello del mare sino ai 1.100-1.300 metri di quota.

Ambienti prediletti dalla specie sono dunque i boschi, ma il Fiorrancino frequenta anche aree con vegetazione bassa e zone umide. Si ciba di insetti, aracnidi, miriapodi, molluschi e larve, costruendo il proprio nido sia nelle zone montuose sia, talvolta, in quelle palustri. La nidificazione inizia a primavera inoltrata: di solito, il nido viene realizzato “appeso” ai rami di conifere, alberi cedui o cespugli. Particolarmente “produttiva”, la specie può portare a termine due covate l’anno, composte in media da 10 uova ciascuna.

Prospettive

Ovunque stabile e localmente in incremento, la popolazione italiana di Fiorrancino non è tuttavia sufficientemente conosciuta sia dal punto di vista del successo riproduttivo a livello nazionale – dati puntiformi sono disponibili per la Lombardia, lungo il corso del fiume Oglio, 1 nido in pianura con 4 pulcini involati – sia dal punto di vista delle densità effettive, specie nelle regioni centro-meridionali.

Dal punto di vista dell’habitat, la specie mostra una spiccata preferenza per le conifere – 49,6% – pur mostrando, rispetto al congenere Regolo, una valenza ecologica più ampia (la predilezione di quest’ultimo per i boschi di conifere sale infatti al 74,3%). Evidente è la correlazione tra la presenza della specie e i tronchi coperti di edera, anche se sono spesso sufficienti poche grosse piante di peccio o abete bianco per rendere possibile l’insediamento di una coppia.

In base ai dati disponibili, si può proporre come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) su scala locale una densità riproduttiva pari a 10 coppie territoriali per 10 ettari. Tale valore può essere superato in ambienti particolarmente idonei alla specie (per esempio il Comune di Firenze e le colline circostanti, dove è stato registrato un deciso aumento di areale per una densità, all’interno del territorio comunale, pari a 2,15 coppie per kmq).

Minacce

Nel nostro Paese la specie frequenta, alle diverse latitudini, sia le associazioni forestali a conifere – soprattutto sulle Alpi fino a 1.800 metri e oltre – sia i boschi di latifoglie. A livello generale, non si riscontrano particolari minacce per la sua sopravvivenza, anche se – come per il Regolo – interventi selvicolturali, apertura di strade agro-silvo-pastorali e tagli forestali in periodo di nidificazione possono provocare episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo.

In alcune aree del nord Italia – e segnatamente nelle province di Brescia, Bergamo e in settori prealpini del Veneto – è inoltre relativamente diffusa la pratica delle catture illegali mediante reti, archetti e vischio soprattutto nella stagione tardo autunnale. In inverno sono inoltre riscontrabili fluttuazioni negative a seguito di condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli.

Insufficienti sono le informazioni sul successo riproduttivo per quanto riguarda la popolazione italiana. Del pari frammentarie le informazioni a livello europeo: in Gran Bretagna, ad esempio, è stata riscontrata una certa incidenza della predazione (3 fallimenti su 7 nidi di successo). 

Stato di salute

Il Fiorrancino è una specie con popolazione concentrata in Europa, caratterizzata da uno stato di conservazione favorevole e da tendenze demografiche ovunque stabili o positive. La dimensione della popolazione è estremamente ampia e pertanto viene considerata specie “a più basso rischio”. Complessivamente si stimano attualmente 10.000.000-30.000.000 di coppie.

La popolazione italiana, pari a 300.000-600.000 coppie, rappresenta circa il 2-3% della popolazione complessiva europea. È presente in tutte e tre le regioni biogeografiche, alpina, continentale e mediterranea. Rispetto all’ampiezza dell’areale, situazioni di stabilità o incremento sono state registrate nelle regioni settentrionali negli ultimi due decenni, ma anche in alcuni contesti dell’Italia centrale.

Ben distribuito a partire dall’arco alpino – ma con densità inferiori rispetto al congenere Regolo – risulta ancora più diffuso in ambienti mediterranei, fino alle estreme propaggini meridionali della nostra Penisola. Presente anche sulle due isole maggiori, mostra invece vuoti di areale in ampie porzioni della Pianura Padana e della fascia costiera adriatica, sino alla Puglia.

Il nostro Paese vede anche un certo numero di individui in transito dai quartieri più settentrionali di nidificazione. Gli inanellamenti italiani sono ampiamente distribuiti, con campioni particolarmente rilevanti nelle regioni settentrionali, dal Friuli alla Lombardia nella fascia prealpina, in aree collinari più centrali in Piemonte. I totali annuali non raggiungono livelli numerici comparabili a quelli del Regolo. Anche per il Fiorrancino si registra comunque una tendenza storica positiva verso contingenti crescenti di soggetti inanellati, soprattutto a partire dagli anni ’90, con massimi intorno ai 500 soggetti marcati.

Allo stato attuale, il Fiorrancino non è inserito nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

Semaforo

Le buone densità riscontrate nei territori riproduttivi in numerose aree, delineano un quadro nazionale complessivamente positivo per la specie. L’habitat appare stabile o in locale incremento e, ove riscontrate, le variazioni registrate sono positive sia dal punto di vista numerico sia rispetto all’areale di presenza.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In stabilità/incremento Favorevole
Popolazione Stabile, localmente in aumento Favorevole
Habitat della specie Stabile/in aumento Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Il richiamo del Fiorrancino suona come un “sit-sit” simile a quello del Regolo, anche se più forte e penetrante. Anche il canto è simile a quello del “cugino”, ma più monotono – spesso consistente in un’unica nota – e accelerato sul finale, dando un effetto di maggiore persistenza.