PIOVANELLO MAGGIORE - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPIOVANELLO MAGGIORE

NOME SCIENTIFICO: Calidris canutus
 
Semaforo N.C.

Specie rara, giunge nel nostro Paese con gruppi di qualche decina di individui che, durante il viaggio della migrazione, sostano per fare provvista di cibo sull’acqua bassa, agitando il becco corto e massiccio. Di indole socievole, capita di osservarlo insieme ad altri limicoli e, in particolare, con il Piovanello pancianera. Il volo del Piovanello maggiore è abbastanza vario e alterna brevi tratti rettilinei con virate improvvise…

 

Ordine: Charadriiformes   Famiglia: Scolopacidae

Il Piovanello maggiore misura circa 24-26 centimetri di lunghezza, sfiorando il mezzo metro di apertura alare per 60-70 grammi di peso. I due sessi – tra loro indistinguibili nell’aspetto – durante il periodo invernale presentano una diffusa colorazione grigio-chiara della livrea, con un leggero sopracciglio biancastro, mentre durante il periodo estivo le zampe si scuriscono notevolmente e parte del capo, petto e parti inferiori assumono una colorazione ruggine intenso. In volo, durante il periodo invernale, appare grigio con dorso bianco e barra bianca sull’ala. Presenta un volo molto rapido, con evoluzioni coordinate, e pastura in branco, abitudini che denotano un carattere decisamente gregario.

Specie artica, si spinge fino alle nostre latitudini durante il viaggio della migrazione e – se pure occasionalmente – per il periodo dello svernamento. Il nostro Paese rappresenta comunque, in larga parte, un sito solo di passaggio, mentre i quartieri di svernamento più comuni della specie si trovano nell’Africa occidentale e meridionale, dal Marocco al Sudafrica.

Si ciba prevalentemente di crostacei, anellidi molluschi e larve di insetti, ma anche alghe e germogli di sassifraghe. La specie nidifica nell’artico – Russia compresa – sopra il 50° parallelo e, durante il periodo riproduttivo, frequenta altopiani e colline sassose con scarsa vegetazione. Durante la migrazione invece lo si può trovare nei pressi di coste ed estuari fangosi, raramente nei pressi di acque interne.

Costruisce il proprio nido direttamente sul terreno, associandosi spesso con altri limicoli. Le uova vengono covate da entrambi i sessi per circa 21-22 giorni, mentre i pulcini lasciano il nido a 18-20 giorni dalla schiusa.

Prospettive

La qualità delle informazioni sulle popolazioni svernanti nel nostro Paese è da ritenersi buona, grazie al censimento standardizzato degli uccelli acquatici svernanti sul territorio nazionale, coordinato dall’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). I dati relativi alla presenza e quantità di soggetti in migrazione sono invece molto più localizzati e relativi a casi sporadici.

Indubbiamente, si tratta di una specie che presenta uno stato di conservazione sfavorevole a livello europeo sia come nidificante sia come svernante e, pertanto, è importante conservare i principali siti di sosta e svernamento anche nel nostro Paese.

Importante appare, in particolare, la tutela delle aree umide costiere dall’inquinamento e dal disturbo antropico, contrastando il bracconaggio e limitando il disturbo causato dall’attività venatoria. Il delicato ecosistema di scanni e sacche del Delta del Po rappresenta, nel nostro Paese, il sito più importante per lo svernamento della specie, ferma restando l’importanza dell’intera rete di zone umide costiere quali siti di sosta durante il viaggio della migrazione.

Minacce

Il Piovanello maggiore nidifica nella tundra circumpolare e, solo occasionalmente, nel Paleartico occidentale. Le popolazioni più importanti si riproducono in Nord America, Groenlandia e Siberia Orientale. In Eurasia è presente solo nella Penisola del Taymir, nelle Isole Chukotka e Svalbard.

La specie appare attualmente minacciata dall’inquinamento da petrolio lungo le aree costiere, particolarmente impattante sulle coste della tundra artica. Altri fattori di minaccia per la specie fanno riferimento alla trasformazione e alla frammentazione di ambienti di sosta e alimentazione e al disturbo venatorio nelle aree di svernamento.

In Italia si è assistito a un drastico calo della popolazione inanellata durante la seconda metà degli anni ’80 – più che altro per la modifica delle tecniche di inanellamento – seguita da una ripresa delle catture nella prima metà degli anni ’90. Nessuno dei siti di svernamento italiani, comunque, raggiunge la soglia di importanza nazionale: l’area di svernamento più importante nell’Unione europea si trova infatti in Inghilterra, nell’area del Wash.

Altre potenziali minacce per la specie sono rappresentate dai cambiamenti climatici globali, particolarmente impattanti sui siti africani di svernamento. Il Piovanello maggiore risulta, inoltre, esposto all’influenza aviaria e al botulismo.

Stato di salute

La specie è considerata in declino nell’Unione europea, a causa del moderato decremento registrato nel periodo 1970-1990. La popolazione nidificante entro i territori dell’Europa a 27 è stata stimata in 15.000-30.000 coppie – concentrate in Groenlandia e alle Isole Svalbard – mentre quella svernante risulta superiore ai 470.0000 individui.

L’Italia non ospita popolazioni nidificanti della specie e anche il numero di individui svernanti non è particolarmente significativo. La massima parte della ridottissima popolazione svernante è concentrata in una singola area del Delta del Po, con 27 siti occupati almeno una volta nel decennio e un’elevata concentrazione della popolazione – circa il 90% - in soli 9 siti tra il 1996 e il 2000.

Se per quanto riguarda la popolazione svernante raramente vengono superati i 50 individui totali annui, il transito migratorio sull’Italia è molto abbondante e, stante il cattivo stato di conservazione della specie a livello continentale, le aree maggiormente utilizzate, nel nostro Paese, come siti di stop-over durante la migrazione, meritano quindi particolare attenzione. Tipicamente, infatti, la specie migra a sud lungo le coste dell’Europa occidentale fino al Sud-Africa e India. Scarsi, comunque, i dati sugli inanellamenti, con due sole ricatture estere relative entrambe a soggetti inanellati nel corso della migrazione post-riproduttiva, nella seconda metà di agosto, rispettivamente in Germania e Danimarca.

Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Il Piovanello maggiore non è incluso nell’Allegato I, mentre è incluso nell’Allegato II/2 della Direttiva Uccelli (79/409). 

Canto

Il richiamo del Piovanello maggiore suona all’orecchio come un acuto e aspro “knat”. In parte diverso il canto quando un individuo si alza in volo, emettendo spesso un fischiante e metallico “guik-ik”.