In vacanza - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 

In vacanza

Si parla spesso di turismo “sostenibile”, quale contrapposto al turismo “mordi e fuggi”, poco attento all’ambiente, e forse poco interessato anche alla storia e alla cultura dei luoghi che tocca. Probabilmente, questo tipo di contrapposizione rischia di essere fuorviante. Un conto sono le scelte di consumo individuali – turismo

turisostenibile

 “bianco”, balneare, in agriturismo, ecc – altro conto è chiedersi se le proprie vacanze (indipendentemente dalla durata e dalla destinazione) possano provocare danno all’ambiente e alle specie che vi abitano.

Qualche esempio sono le spiagge ad alta frequentazione di turisti poste nelle vicinanze dei siti di nidificazione di alcuni uccelli marini. O anche l’arrampicata sportiva, talvolta praticata proprio nei pressi dei siti di nidificazione di alcuni rapaci. Se i siti a più elevato valore naturalistico sono di solito segnalati – anche se purtroppo non sempre le prescrizioni vengono adeguatamente rispettate – evitare di arrecare disturbo agli animali selvatici (uccelli compresi) è anzitutto una questione di senso civico, così come evitare di raccogliere i frutti del sottobosco, o i fiori, quando questo è vietato. E poi, un fiore reciso ha vita breve, dovrebbe bastare questo principio per convincere le persone ad evitare la maggior parte dei comportamenti dannosi.

Anche pratiche all’apparenza innocue possono causare disturbo agli uccelli, specialmente durante il periodo di nidificazione. Anche il turista “naturalistico” , proprio perché orientato verso le aree protette, dovrebbe adottare tutte le cautele necessarie – anzitutto informandosi a dovere prima del viaggio – sull’eventuale disturbo arrecato a uccelli e animali selvatici. Limitatamente ad alcune specie, anche la stessa presenza, l’utilizzo di un binocolo o di una macchina fotografica, possono diventare elementi di intollerabile disturbo.