AIRONE ROSSO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliAIRONE ROSSO

NOME SCIENTIFICO: Ardea purpurea
 

Di rosso, in realtà, questa specie non ha che una evidente striatura tra capo e collo. Anche parte delle copritrici presentano la tipica sfumatura rossastra, che ha dato il nome alla specie. È però nell’eleganza dell’aspetto, nella lunga barba in parte bluastra, argentata e, appunto, rossa, che questa specie dà, come si suol dire, il meglio di sé. A differenza di altre specie di aironi, ha sofferto non solo per secoli di abbattimenti, finalizzati ad accaparrarsi le preziose piume. È stata la siccità e la progressiva desertificazione dei quartieri di svernamento a falcidiare le popolazioni, anche in tempi recenti, mentre alle nostre latitudini le zone umide, se pure sempre più ristrette, offrono ancora condizioni idonee per il completamento del ciclo riproduttivo…

Prospettive

L’Airone rosso dipende dalle zone umide con vegetazione igrofila alta e densa: in particolare, canneti associati ad acqua dolce poco profonda, nel quale reperire agevolmente le prede. All’interno degli stessi canneti, l’Airone rosso costruisce il proprio nido, avventurandosi in aree più aperte – fiumi o laghi – o asciutte – grandi praterie – soltanto lontano dal periodo riproduttivo.

Per questo l’attuale distribuzione della specie in Italia coincide con quelle che risultano le principali zone umide sottratte alle grandi bonifiche, con fluttuazioni locali ma con un buon recupero mostrato negli ultimi 20 anni, parzialmente in controtendenza con la situazione comunitaria e continentale, ancora per molti aspetti sfavorevole alla specie. Dati confortanti che nulla tolgono alla grande fragilità di alcune colonie, non sempre al riparo dal disturbo antropico o da altri fattori di minaccia causati, ad esempio, dall’affermarsi di pratiche di coltivazione del riso non compatibili con le esigenze ecologiche di questa specie.

Abbondantemente studiata nell’Italia settentrionale, la popolazione di Airone rosso non è stata però ancora indagata negli essenziali parametri demografici e riproduttivi. Per questo non risulta agevole la formulazione di un valore di riferimento favorevole (frv). Qualche dato relativo alla produttività – comunque non estendibile a scala più generale – è disponibile relativamente alla ridotta popolazione toscana, dove è stato osservato un tasso d’involo di 2,78 giovani per nido, a fronte di una produttività di 4,18 pulcini per coppia di successo.

Nel complesso positiva, la situazione della specie va comunque monitorata con grande attenzione in particolare nella bioregione mediterranea, dove soprattutto nelle estreme regioni meridionali sono stati osservati fenomeni di locale decremento o contrazione di areale. In questa area – e segnatamente in Sicilia – la popolazione andrebbe sostenuta attraverso un’adeguata tutela dei principali siti riproduttivi, coincidenti, anche qui, con la principali zone umide. In termini generali, è fondamentale puntare al raggiungimento – o al mantenimento – dei valori massimi registrati negli ultimi trent’anni per settore geografico: 450-500 coppie nel nord-ovest, 1.500-1.600 nel nord-est, 180-200 nell’Italia centrale. Anche in Italia meridionale, andrebbero messe in atto azioni per riportare la popolazione peninsulare sopra la soglia delle 200 coppie: 100-110 in Sardegna e a un rafforzamento della popolazione siciliana, attualmente, con tutta probabilità, inferiore alle 10 coppie.