CORVO IMPERIALE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCORVO IMPERIALE

NOME SCIENTIFICO: Corvus corax
 

Secondo la simbologia tradizionale, quella del Corvo imperiale è la più nefasta tra le specie. Il piumaggio nero e il verso rauco sono i tratti che hanno contribuito a diffondere il mito di questo uccello come messaggero di sciagure al servizio di forze malvagie. Secondo la mitologia greca il Corvo imperiale, in origine bianco, era un servitore del dio Apollo. Punito per aver riferito cattive notizie alla divinità, venne condannato insieme a tutta la sua progenie ad avere penne scure come le tenebre. In realtà, il mistero che circonda questa specie è probabilmente dovuto alla sua indole riservata e prudente: predilige infatti la vita solitaria e gli ambienti aspri e inospitali. Celebre per la sua astuzia, è anche in grado di imitare una grande varietà di suoni, persino la voce umana.

 

Ordine:  Passeriformes Famiglia: Corvidae

Il Corvo imperiale figura tra le specie più grandi della famiglia dei Corvidi : può raggiungere dimensioni tra 60 e i 70 cm di lunghezza, il peso può sfiorare 1,5 kg e l’apertura alare può superare il metro di larghezza. Il piumaggio è folto, di colore nero lucido, dai riflessi violacei. In corrispondenza della gola ha piume appuntite ed erettili chiamate anche “barbe”. Anche il becco è nero, robusto e leggermente incurvato a uncino; la coda è cuneiforme e le zampe, anch’esse nere, sono lunghe e dotate di artigli ricurvi, perfette per catturare le prede.

Originario dell’Eurasia, il Corvo imperiale è presente anche in Africa settentrionale, in America e in Groenlandia. Vive generalmente in luoghi selvaggi e difficili da raggiungere, come montagne, zone rocciose, foreste, coste marine e isole, ma frequenta anche ambienti antropizzati, se non viene disturbato dall’uomo. Tendenzialmente stanziale, è però in grado di percorrere distanze di una certa entità alla ricerca di nuovi siti idonei o di compiere piccole migrazioni stagionali, in caso di condizioni climatiche particolarmente instabili.

Conduce normalmente un’esistenza solitaria o di coppia, ma può unirsi in gruppi numerosi se le disponibilità alimentari sono favorevoli. Ha una dieta onnivora, con una predilezione particolare per insetti, anfibi, rettili, piccoli mammiferi, altri uccelli e resti animali.

Monogamo, crea con la compagna un legame inseparabile che dura fino alla morte di uno dei due individui. Il nido viene costruito nel mese di febbraio da entrambi i genitori che scelgono con cura un luogo sicuro e poco accessibile agli intrusi, come pareti rocciose, scogli o le cime più alte degli alberi. Composto utilizzando fango e piumaggio, il rifugio viene aggiustato e riadattato di anno in anno, in modo da essere riutilizzabile per tutte le covate successive.

Prospettive

Le informazioni a disposizione non permettono di determinare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). La specie è infatti studiata dal punto di vista della distribuzione e delle esigenze riproduttive, mentre non sono sufficienti i dati riguardanti l’andamento delle popolazioni e le densità con cui il Corvo imperiale si distribuisce sul territorio.

Nonostante la carenza di informazioni sufficienti relative ai parametri demografici, la specie mostra un buono stato di salute in larga parte del Paese, soprattutto su Alpi, Prealpi e nelle isole maggiori, dove sussistono le condizioni ambientali preferite da questi uccelli. In alcune regioni, tuttavia, il Corvo imperiale non ha ancora raggiunto consistenze numeriche tali da rendere la specie immune da rischi di declino o estinzioni locali.

In questa prospettiva risulta importante il continuo monitoraggio delle popolazioni, in particolare di quelle meno consistenti e più vulnerabili al rischio di abbattimenti illegali. Oltre che dalla necessità di limitare pratiche illecite come la violazione dei nidi, l’avvelenamento e la caccia, altri effetti positivi possono derivare da una maggiore regolamentazione dell’arrampicata sportiva in periodo di nidificazione e dalla messa in sicurezza degli elettrodotti, allo scopo di ridurre al minimo il rischio di collisione e di folgorazione sulle linee elettriche.

Indispensabile è poi il rispetto e la tutela delle aree naturali adatte a ospitare la specie: benché il Corvo imperiale sia in grado di adattarsi a diverse situazioni ambientali, il rispetto delle condizioni ecologiche idonee alla nidificazione è estremamente importante per questa specie. .

Minacce

L’ambiente idoneo al Corvo imperiale è costituito da aree accidentate e difficilmente accessibili, a cui appare particolarmente legato durante il periodo riproduttivo. A queste zone impervie le popolazioni della specie alternano però anche spazi aperti, più idonei alla ricerca di risorse alimentari, come i pascoli, le praterie, i grandi coltivi, come pure le discariche, importanti fonti di cibo, in cui talvolta alcuni individui si stabiliscono, persino costruendo il loro nido.

Nonostante il Corvus corax  frequenti ambienti così differenti tra loro e mostri grande capacità di adattamento, la conservazione della specie resta fortemente legata a fattori di tipo ambientale. Le necessità riproduttive che contraddistinguono questa specie, infatti, rendono indispensabile la presenza di siti idonei per la costruzione del nido, che devono pertanto essere preservati.

Oltre a questo, i fattori di potenziale minaccia per il Corvo imperiale sono tutti riconducibili all’attività umana e possono concretizzarsi in fenomeni di persecuzione diretta, come la posa di esche e bocconi avvelenati, l’intossicazione da piombo, la predazione dei nidi e anche pratiche come l’arrampicata sportiva, che può avere effetti nefasti se effettuata in prossimità dei nidi ed essere causa di insuccesso riproduttivo o mortalità dei pulcini. Altre cause di potenziale minaccia possono poi essere determinate dal rischio di collisione accidentale di questi uccelli contro gli elettrodotti e i cavi sospesi.

Attualmente alla specie è attribuito uno stato di conservazione favorevole nel nostro Paese. Situazioni di criticità sono state tuttavia rilevate in alcuni territori, in particolare nelle aree dell’Italia centro meridionale e insulare, dove è stato constatato un andamento piuttosto negativo dal punto di vista della densità delle popolazioni, a causa del declino della pastorizia e della crescente pressione antropica.

Stato di salute

Il Corvo imperiale occupa un vasto areale che si estende tra Europa, Asia, Africa del nord, America settentrionale e centrale. In Europa la specie è distribuita soprattutto nelle regioni montane e costiere, mentre la popolazione è meno diffusa nelle regioni atlantiche dei Paesi centro-occidentali (come Francia e Inghilterra orientale, Paesi Bassi e Germania centro-occidentale). Verso nord il Corvo imperiale occupa anche le estreme regioni boreali ed è presente fino in Islanda.

In Italia nidifica sulle Alpi, in particolare sul Gran Paradiso e sulle Dolomiti, ma è diffuso anche nella zona centro-meridionale del Paese, lungo la dorsale appenninica e nelle isole maggiori, in prossimità di zone costiere e scogliere. Una distribuzione che conferma la predilezione del Corvo imperiale per gli ambienti montani e selvaggi, dalle grandi e fitte foreste alle pareti rocciose più impervie, anche a picco sul mare.

In Europa la popolazione nidificante è piuttosto consistente e si attesta intorno alle 450mila coppie. Un incremento notevole degli esemplari è stato registrato nel periodo 1970-1990, seguito poi da ulteriori aumenti nel decennio tra il 1990 e il 2000. Per questo il Corvo imperiale è considerato ad oggi come specie sicura con uno stato di conservazione favorevole in tutta l’Europa continentale.

In Italia la popolazione di Corvo imperiale è stimata tra le 3 e le 5mila coppie e costituisce circa lo 0.5% di quella complessiva europea. Oggetto di un andamento positivo negli ultimi decenni, soprattutto nella fascia prealpina, la specie è considerata a basso rischio. Sebbene non corra particolari pericoli, il Corvo imperiale è incluso nella Lista Rossa nazionale e figura tra le specie non cacciabili.

Semaforo

Il Corvo imperiale gode in Europa di uno stato di salute complessivamente favorevole e mostra buone capacità di persistenza nel medio-lungo periodo. Anche in Italia la condizione della specie è orientata alla stabilità. Positivo si mostra l’andamento delle principali popolazioni ed è stata anche riscontrata una graduale ripresa rispetto al passato, con alcuni fenomeni di ricolonizzazione di luoghi occupati in precedenza. Fondamentale risulta, ad oggi, la tutela dei principali ambienti idonei alla nidificazione, limitando gli episodi di disturbo specialmente in periodo riproduttivo.

 

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In stabilità/incremento Favorevole
Popolazione Stabile, locali incrementi Favorevole
Habitat della specie Stabile/in aumento Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Il verso del Corvo imperiale è acuto e gutturale. Più che un vero e proprio canto, il suono ritmico prodotto da questo uccello è un profondo grido di richiamo, che all’orecchio umano risulta fastidioso, tanto da essere considerato dalla cultura popolare un segnale inquietante. In effetti il suo canto è quello che ha contribuito, insieme all’aspetto tenebroso, ad attribuirgli il ruolo di “uccello del malaugurio” per eccellenza. In realtà i corvi imperiali sono in grado di modulare una gran quantità di versi che utilizzano per comunicare efficacemente tra loro. Sorprendente anche la capacità di imitazione dei suoni, che riescono a simulare anche dopo un unico ascolto, voce umana compresa.