FALCO DELLA REGINA - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFALCO DELLA REGINA

NOME SCIENTIFICO: Falco eleonorae
 

Tutti pensano che le leggi per la tutela degli uccelli siano materia recente, frutto della sensibilità ambientale maturata in questi ultimi venti massimo trent’anni. Nella maggior parte dei casi questa credenza corrisponde a verità. Non così per il Falco della regina, che deve il suo nome a Eleonora d’Arborea, legislatrice di origini sarde che nel 1392 ne vietò completamente, promulgando un apposito editto, il saccheggio dei nidi…

 

Ordine: Falconiformes   Famiglia: Falconidae

Elegante rapace di medio-piccole dimensioni – è lungo una quarantina di cm per un’apertura alare che solo in rari casi supera il metro – il Falco della Regina nidifica in diverse aree mediterranee, specialmente sulle isole, dalla Spagna al Marocco, dalla Croazia all’Algeria, fino alle lontane Canarie. In Italia è presente principalmente in Sardegna, nelle isole sud-occidentali, e nella parte centro orientale, che si affaccia sul Tirreno. Altre aree importanti di presenza sono state censite alle Isole Eolie e tra Malta e le Pelagie.

Pur se stabilmente nidificante in queste aree, il Falco della regina frequenta i cieli italiani solo durante la stagione estiva. Si tratta infatti di un rapace migratore che sverna addirittura in Madagascar e nelle vicine aree dell’Africa orientale, migrando attraverso il Mar Rosso e compiendo così viaggi anche superiori ai 10mila km.

Vera peculiarità di questa specie, dal punto di vista del comportamento, è la “caccia in volo” agli uccelli che, all’inizio dell’autunno, cominciano la migrazione per l’Africa. Abilissimo nella cattura, il Falco della regina rappresenta una minaccia non indifferente per i giovani esemplari di altre specie che compiono il loro primo viaggio verso i siti di svernamento.

Altro carattere distintivo del Falco della regina è la colorazione del piumaggio non uniforme nell’intera popolazione della specie. La maggior parte presenta piume rossastre con sfumature marroni e nere. In almeno un quarto della popolazione invece l’intero piumaggio è molto più scuro, tendente al nero. L’area italiana e in generale mediterranea appare comunque come il limite settentrionale dell’areale di nidificazione di questo rapace.

Prospettive

La prima azione da mettere in campo per la tutela del Falco della regina è la limitazione del disturbo antropico, senza dimenticare l’eventuale impatto che un eccessivo inquinamento delle aree costiere potrebbe avere sul successo riproduttivo di questa specie. Altre azioni comporterebbero un monitoraggio attento rispetto all’eventuale proliferazione di predatori quali in particolare i ratti.

Probabilmente, il Falco della regina soffre come altri rapaci del degrado e della continua contrazione dei relativi habitat, che andrebbero meglio tutelati con particolare riguardo alle piccole isole non ancora interessate da fenomeni turistici di massa. La stessa fruizione turistica andrebbe in generale razionalizzata, limitando al massimo la costruzione di nuove infrastrutture a ridosso delle colonie.

Trattandosi di due popolazioni sostanzialmente distinte, quella siciliana e quella sarda, è possibile proporre due diversi Valori di Riferimento Favorevole (FRV). In Sardegna è stato evidenziato un trend apparentemente positivo, dovuto probabilmente all’incremento delle conoscenze rispetto alla distribuzione e all’abbondanza delle colonie. Fremo restando la capacità portante dell’habitat sardo – che si suppone pari alla popolazione testata – e i valori medi di mortalità e successo riproduttivo – la popolazione sarda mostra buone probabilità di persistenza nel lungo periodo.

Non così nel caso di un abbassamento del successo riproduttivo – peraltro non improbabile date le fluttuazioni in questo senso registrate nel corso delle rilevazioni – nel qual caso la Minima Popolazione Vitale (MVP) andrebbe elevata a 2.200 individui, a fronte degli attuali 1.250. In Sicilia l’FRV proposto si assesta a circa 320 coppie, pari a 800 individui, quindi a un valore significativamente superiore all’attuale popolazione censita, che non supera i 425 individui. Entrambe le popolazioni andrebbero comunque ben tutelate – quantomeno nella loro attuale consistenza – limitando in particolare il disturbo da parte dell’uomo ai siti riproduttivi noti o potenziali.

Minacce

Il nostro Paese si trova proprio al centro dell’areale di nidificazione del Falco della regina, e riveste dunque un’importanza fondamentale nella sua conservazione, al di là della consistenza assoluta della popolazione. Anche considerando che nella distribuzione della specie nel Mediterraneo, estremamente frammentata, il mantenimento di colonie a ovest del nucleo principale dell’Egeo appare di fondamentale importanza per la conservazione della specie su scala globale.

In generale stabile, pur con locali decrementi o più spesso incrementi, la popolazione italiana di Falco della regina è attualmente presente solo in Sardegna e in Sicilia, con una popolazione di circa 150-170 coppie in Sicilia – frammentata in piccole colonie tra le 5 e le 40 coppie –  circa 500 in Sardegna, dislocate sostanzialmente nell’Isola di San Pietro, negli isolotti del golfo di Palmas (Vacca e Toro) e sulla costa orientale.

Tra i rapaci, il Falco della regina presenta un’ecologia estremamente “specializzata”. Detto in altre parole, nidifica in una ristrettissima fascia, pari a soli sei gradi di latitudine, e in un altrettanto ridotto numero di siti riproduttivi, non oltre un centinaio, disseminati per il Mediterraneo. Questo si spiega molto probabilmente con la dieta tipica di questo rapace, che consiste fondamentalmente di uccelli migratori (soprattutto Passeriformi) catturati in volo proprio mentre passano dai “corridoi di migrazione”, ossia, tipicamente, sopra queste isole.

Questa dieta è fondamentale soprattutto durante la fase di allevamento dei pulli, ed è per questo che a influire negativamente sull’andamento del successo riproduttivo sono più di ogni altro fattore le eventuali condizioni meteorologiche avverse durante agosto settembre, cioè il periodo più importante per il ciclo riproduttivo della specie. Eventuali precipitazioni abbondanti, infatti, limitano o interrompono il flusso di uccelli migratori e riducono l’attività di caccia, con conseguente morte dei pulcini per mancanza di cibo.

Nidificando in un numero limitatissimo di siti, la specie risulta dunque molto suscettibile a locali episodi di disturbo o alterazione ambientale. Fattori che possono essere climatici o anche riguardare le conseguenze di eccessiva presenza dell’uomo nei pressi delle aree di nidificazione, essendo molte di queste isole sfruttate a fini turistici. Altra grave minaccia è rappresentata dalla predazione al nido, soprattutto da parte dei ratti, anche se questo tipo di minaccia grava forse di più su altre specie coloniali che nidificano lungo le coste italiane, come le berte o altri uccelli marini.

Stato di salute

Classificato come in declino nell’Unione Europea, il Falco della regina ha uno status di conservazione sfavorevole anche a livello continentale. Sfortunatamente, a un periodo di relativa stabilità delle popolazioni tra il 1970 e il 1990, è seguito un decennio di moderato ma preoccupante declino, con la popolazione europea attuale stimata in 5.800-6.000 coppie.

La maggior parte delle coppie nidificanti si trova in Grecia, a fronte di una popolazione europea complessiva (quella comunitaria rappresenta tra il 75 e il 94% dell’intera popolazione continentale) stimata in circa 30mila individui. Molto preoccupante la situazione in Grecia, con oltre il 30% della popolazione nidificante localizzata in una dozzina di isolotti, peraltro poco studiata e monitorata.

A preoccupare, più che un giudizio di principio sfavorevole sullo stato di salute della specie, è la mancanza di informazioni attendibili sulla situazione del Falco della regina nei principali siti di nidificazione del continente. Per quanto attiene la popolazione italiana, questa è totalmente inclusa nelle IBA (Aree Importanti per gli uccelli) e risulta pari, secondo le ultime stime, a 638-704 coppie, con un lieve (e solo probabile) incremento rispetto alle 5-600 censite nel 2000.

Tutelato da un Piano d’Azione Internazionale – e anche da uno Nazionale – il Falco della regina è incluso nell’Allegato I della Direttiva Uccelli ed è considerato vulnerabile dalla Lista Rossa Nazionale. A questo si aggiunge la tutela integrale da parte della legislazione venatoria. Pur essendo di molto inferiore alla popolazione greca, la popolazione italiana di Falco della regina rappresenta una frazione importante di quella complessiva continentale, almeno il 10% in base alle stime più consolidate, probabilmente meno se si considerano alcuni recenti incrementi registrati a livello continentale.

Semaforo

Sostanzialmente stabile negli ultimi anni, la popolazione di Falco della regina nidificante in Italia ha conosciuto locali incrementi, dovuti molto probabilmente più a migliorate conoscenze che a un’effettiva crescita della popolazione. Inoltre, pure se la popolazione attuale – almeno in Sardegna – denota buone probabilità di sopravvivenza nel lungo periodo, anche un modesto decremento del successo riproduttivo aumenterebbe di molto le probabilità di estinzione nei prossimi 100 anni, rendendo comunque auspicabile (in Sardegna e a maggior ragione in Sicilia) un incremento del popolamento nei prossimi anni. Tutto da dimostrare, poi, e oggetto necessariamente di ulteriori studi, il fatto che la capacità portante degli habitat presenti nelle due isole maggiori sia sufficientemente elevata per permettere un incremento della popolazione italiana di Falco della regina, il cui stato di conservazione nel nostro Paese non può dirsi, nel complesso, soddisfacente.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* verosimilmente stabile ma ridotto inadeguato
Popolazione decisamente inferiore all’FRV cattivo
Habitat della specie presumibilmente stabile favorevole
Complessivo   cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Velocissimo, è frequente ammirarlo in complicate evoluzioni acrobatiche, specialmente quando è intento a cacciare il suo “piatto” preferito, i piccoli uccelli migratori. Il Falco della regina li afferra in volo, senza alcuna incertezza, emettendo una serie di insistenti “kiik kiik kiik”. Maestoso il “concerto” di falchi che si può udire a poca distanza delle coste degli isolotti in cui si concentrano per costruire il nido, e afferrare le numerose prede di passaggio…