FALCO DELLA REGINA - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFALCO DELLA REGINA

NOME SCIENTIFICO: Falco eleonorae
 

Tutti pensano che le leggi per la tutela degli uccelli siano materia recente, frutto della sensibilità ambientale maturata in questi ultimi venti massimo trent’anni. Nella maggior parte dei casi questa credenza corrisponde a verità. Non così per il Falco della regina, che deve il suo nome a Eleonora d’Arborea, legislatrice di origini sarde che nel 1392 ne vietò completamente, promulgando un apposito editto, il saccheggio dei nidi…

Prospettive

La prima azione da mettere in campo per la tutela del Falco della regina è la limitazione del disturbo antropico, senza dimenticare l’eventuale impatto che un eccessivo inquinamento delle aree costiere potrebbe avere sul successo riproduttivo di questa specie. Altre azioni comporterebbero un monitoraggio attento rispetto all’eventuale proliferazione di predatori quali in particolare i ratti.

Probabilmente, il Falco della regina soffre come altri rapaci del degrado e della continua contrazione dei relativi habitat, che andrebbero meglio tutelati con particolare riguardo alle piccole isole non ancora interessate da fenomeni turistici di massa. La stessa fruizione turistica andrebbe in generale razionalizzata, limitando al massimo la costruzione di nuove infrastrutture a ridosso delle colonie.

Trattandosi di due popolazioni sostanzialmente distinte, quella siciliana e quella sarda, è possibile proporre due diversi Valori di Riferimento Favorevole (FRV). In Sardegna è stato evidenziato un trend apparentemente positivo, dovuto probabilmente all’incremento delle conoscenze rispetto alla distribuzione e all’abbondanza delle colonie. Fremo restando la capacità portante dell’habitat sardo – che si suppone pari alla popolazione testata – e i valori medi di mortalità e successo riproduttivo – la popolazione sarda mostra buone probabilità di persistenza nel lungo periodo.

Non così nel caso di un abbassamento del successo riproduttivo – peraltro non improbabile date le fluttuazioni in questo senso registrate nel corso delle rilevazioni – nel qual caso la Minima Popolazione Vitale (MVP) andrebbe elevata a 2.200 individui, a fronte degli attuali 1.250. In Sicilia l’FRV proposto si assesta a circa 320 coppie, pari a 800 individui, quindi a un valore significativamente superiore all’attuale popolazione censita, che non supera i 425 individui. Entrambe le popolazioni andrebbero comunque ben tutelate – quantomeno nella loro attuale consistenza – limitando in particolare il disturbo da parte dell’uomo ai siti riproduttivi noti o potenziali.