FALCO PECCHIAIOLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFALCO PECCHIAIOLO

NOME SCIENTIFICO: Pernis apivorus
 

Maestoso, volteggia sullo Stretto di Messina e sulle altre isole circumsiciliane. Combatte contro il vento – e contro i bracconieri – per raggiungere e superare le alture del vicino Aspromonte. Diffidente e dalla vista straordinaria, l’Adorno – come è chiamato comunemente in Calabria – fa la spola tra la vetta d’Europa, l’Italia e l’Africa, percorrendo ogni anno, instancabile, migliaia di chilometri…

Stato di salute

Grazie alle importanti misure di protezione messe in atto in tutta l’Unione europea, il Falco pecchiaiolo ha uno stato di conservazione favorevole nell’intera area comunitaria. La popolazione europea della specie, pari a circa 36-52mila coppie stimate nell’Ue, risulta stabile tra il 1970 ed oggi.

Pur essendo oggetto di protezione da parte delle Direttive comunitarie ed essendo incluso nella Lista Rossa Nazionale, il Falco pecchiaiolo non è stato fatto oggetto di uno specifico Piano d’Azione Internazionale o Nazionale. A costituire un vero e proprio baluardo a difesa della specie,  è in realtà la legislazione venatoria, che ne ha vietato parzialmente il prelievo già all’inizio degli anni Settanta, per arrivare qualche anno dopo alla chiusura totale della caccia a questo uccello, particolarmente diffusa – e mai del tutto debellata nonostante l’impegno costante delle Forze dell’Ordine – nella provincia di Reggio Calabria.

Senza questa legislazione, difficilmente la specie sarebbe potuta sopravvivere, con la popolazione italiana che non supera in ogni caso – secondo le stime più favorevoli – le 1.000 coppie. Una popolazione equamente suddivisa tra Lombardia (80-100 coppie), Emilia-Romagna (100-300 coppie) e Toscana (dalle 50 alle 200 coppie), mentre altri siti di nidificazione sono presenti in aree circoscritte anche nel resto dell’Italia peninsulare.

Per il resto, l’Italia per il Falco pecchiaiolo è fondamentalmente un Paese di passaggio. Molti degli esemplari censiti infatti provengono dal Nord Europa (Paesi Scandinavi) mentre è in primavera – più che in autunno – che viene segnalato il numero più consistente di avvistamenti, particolarmente nell’area dello Stretto di Messina, “passaggio obbligato” per tornare dai siti di svernamento alle aree di nidificazione e sul monte Conero nelle Marche.