FORAPAGLIE CASTAGNOLO - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFORAPAGLIE CASTAGNOLO

NOME SCIENTIFICO: Acrocephalus melanopogon
 

Piuttosto schivo e diffidente, il Forapaglie castagnolo è un uccello tipicamente palustre. Canneti, cespugli e altra vegetazione acquatica affiorante rappresentano il luogo ideale per la costruzione del nido. Corta la coda, mentre un vistoso sopracciglio bianco fa da ornamento a un profilo particolarmente snello, su cui spicca il becco dritto…

Prospettive

Attualmente la popolazione di Forapaglie castagnolo risulta in grave decremento in molti degli areali di presenza. La Toscana – che vede la presenza della popolazione più importante – ha conosciuto un decremento della specie pari al 17% in soli tre anni, tra il 2000 e il 2003. Altrove la specie è praticamente scomparsa come nidificante – vedi Valli di Comacchio, Valle Mandriole e altre zone umide della costa emiliano-romagnola – e presente in modo estremamente localizzato in altre regioni (al Lago Trasimeno, in Umbria, e in Puglia, a Torre Gauceto).

Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania e Sicilia non hanno visto alcuna nidificazione tra il 1996 e il 2000, mentre le attuali coppie nidificanti – non superiori al migliaio, contro le 3mila ipotizzate solo nel 1997 – sono quasi tutte concentrate in Toscana, a loro volta in sofferenza a causa, molto probabilmente, della riduzione della superficie a cannuccia palustre e magnocariceto. Nell’area di Massaciuccoli attualmente le migliori stime parlano di una densità media compresa tra 49,9 e 55,9 coppie per km². Densità leggermente più alte al Lago di Porta (65,5-79,3), comunque di molto inferiori a quelle rilevate alla fine degli anni Novanta.

Pur studiata approfonditamente nella “roccaforte” toscana, la specie non risulta ancora sufficientemente conosciuta in termini di parametri demografici e riproduttivi, stante anche la scarsità di informazioni su specie simili, sulla base delle quali avventurarsi nel calcolo di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). L’unico obiettivo scientificamente valido sembra essere quello di riportare le popolazioni di Forapaglie castagnolo ai livelli massimi riscontrati negli ultimi anni, con particolare riguardo alle aree dove la specie era comune fino ad anni recentissimi.

Un’opportuna gestione ambientale – che comprenda anche la gestione delle acque in modo da evitare sia i prosciugamenti precoci sia la salinizzazione – rappresenta una condizione fondamentale per la protezione dei principali siti di presenza. La stessa eutrofizzazione delle acque pare avere effetti negativi sulla specie, mentre le pratiche di sfalcio della vegetazione acquatica andrebbero in ogni caso condotte nel rispetto scrupoloso delle norme, oltre che tenendo conto il più possibile delle esigenze ecologiche di questa specie.