LODOLAIO - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliLODOLAIO

NOME SCIENTIFICO: Falco subbuteo
 

Nonostante sia un piccolo falco, il Lodolaio ha un volo veloce e potente, con il quale di solito  insegue le sue vittime, alternando rapidi battiti d’ali a brevi planate. Tra le sue prede preferite vi sono le allodole (da cui il nome Lodolaio). Insegue con destrezza fitte schiere di Libellule sulla superficie dell’acqua, mettendo in mostra il suo piumaggio dai colori intensi e brunastri dove spicca la parte ventrale rossiccia. Nel periodo della nidificazione le coppie si destreggiano in reciproche parate acrobatiche, che eseguono con estrema grazia e agilità. 

 

Ordine: Falconiformes  Famiglia: Falconidae

Il Lodolaio è un piccolo rapace dal corpo slanciato, lungo circa 30-36 cm e con un’apertura alare di 80-92 cm. La testa è di colore bruno-scuro, con guance e gola chiare e mustacchio scuro. Nella parte superiore, presenta un piumaggio color grigio-lavagna con una coda più chiara, mentre la parte inferiore è biancastra, intervallata da bande scure longitudinali, e il sottocoda rosso-ruggine.

Gli individui giovani si distinguono per un colorito più brunastro. Il becco adunco é di piccole dimensioni: assume un colore grigio o verdastro nei giovani della specie, mentre diventa grigio-bluastro con cera gialla negli adulti. Ha zampe gialle, leggermente più chiare nei giovani, con unghie scure ad uncino. Appena accennate le differenze tra i due sessi, con la femmina che si distingue, in sostanza, per il peso leggermente maggiore.

Il Lodolaio ama i paesaggi variegati, frequenta luoghi ricchi di boschi alberati, alternati a radure aperte. Gradisce inoltre la vicinanza di laghi, dove trova abbondanza di cibo e dove solitamente nidifica. Si nutre di piccoli uccelli come rondini, allodole e balestrucci, cacciandoli durante il volo. In estate si avvistano molti individui della specie nei pressi di stagni circondati da boschi: è qui che il Lodolaio afferra abilmente Libellule direttamente sulla superficie dell’acqua.

La sottospecie nominale abita buona parte del Paleartico, ad eccezione della Cina dove è sostituita da Falco subbuteo streichi . In Italia il Lodolaio è nidificante migratore, relativamente diffuso nell’area padana, mentre appare più scarso e irregolare sulle Alpi, nelle regioni meridionali, in Sicilia e Sardegna. Anche questo falco nidifica in nidi di altri uccelli e la durata dell’allevamento è vincolata dalla presenza di insetti nel territorio circostante. I genitori addestrano alla caccia i pulcini non appena questi imparano a volare.

Prospettive

La specie risulta ben studiata nella sua roccaforte padana, mentre nelle altre aree, anche a causa della sua relativa scarsità numerica, i dati a disposizione sono meno approfonditi. L’areale distributivo risulta peraltro molto frammentato. Si possono comunque distinguere una popolazione padana-alpina-alto adriatica, una popolazione delle regioni tirreniche e centro-meridionali, una sicula e una sarda.

Il Lodolaio si riproduce dai 2 agli 11 anni e i valori di successo riproduttivo disponibili vanno da 0,87 a 1,76 giovani per coppia nelle diverse aree. Considerando che alcuni gruppi presentano un trend sconosciuto e che alcune popolazioni sono numericamente limitate, sono stati utilizzati valori differenti in base alle diverse popolazioni individuate.

La popolazione padana mostra un trend, nel complesso, particolarmente favorevole. Per questa popolazione viene proposto un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) di 1.000 coppie, anche considerando la produttività più bassa riscontrata, pari a 1,6 giovani per coppia.

Per quanto riguarda la popolazione delle regioni tirreniche e centro-meridionali, stimabile in pochissime centinaia di coppie, in base ai dati disponibili sul successo riproduttivo (0,87 giovani per coppia) si otterrebbe un trend demografico estremamente negativo. Essendo stato riscontrato su un campione estremamente limitato, è probabile che il successo riproduttivo sia più elevato: è stato quindi stabilito un indice di produttività pari a 1,23, nel qual caso la Minima Popolazione Vitale (MVP) con buone probabilità di persistenza nel medio-lungo periodo corrisponderebbe a quasi 1.800 individui (circa 700 coppie), e viene proposto questo quale FRV per la bioregione considerata, isole escluse.

La popolazione sarda e quella sicula – appena 35 coppie, 80 individui – appare seriamente minacciata nel medio-lungo periodo, con una probabilità di estinzione nei prossimi 100 anni pari al 20%. Per queste popolazioni la MVP calcolata con produttività media è costituita da 70-75 coppie, che rappresentano ragionevolmente il Valore di Riferimento Favorevole per la specie.

Minacce

Il Lodolaio nidifica in un’ampia fascia di latitudini, generalmente in aree a bassa quota, evitando zone costiere, isole e ambienti privi di alberi oppure foreste fitte ed estese, strette vallate alpine, aree molto piovose o nebbiose. Preferisce invece habitat caldi, ricchi di grossi insetti volatori, con ampie aree di vegetazione bassa alternate a zone con alberi o margini forestali. Localmente vive anche in aree urbane, non lontano dalla presenza umana.

In Italia lo si trova tipicamente presso valli fluviali con boschi di latifoglie (o pioppeti maturi), zone umide con boschi o altri ambienti ecotonali (pascoli con boschi, macchia con boschi adiacenti). La specie non costruisce un nido proprio ma depone le uova all’interno di vecchi nidi di Corvidi o di Cornacchia grigia.

Lungo il Po e i suoi affluenti, la specie predilige i pioppeti con alberi di grandi dimensioni e tendenzialmente lontani da strade trafficate. Un tipico fattore in grado di incidere sulla sopravvivenza della specie e sul suo successo riproduttivo è quindi, nel nostro Paese, una corretta gestione dei pioppeti, al fine di sostenere la tendenza all’espansione già riscontrata in Pianura Padana.

Più in generale, la specie è favorita da piantumazioni con alberi maturi regolarmente distribuiti nel paesaggio. Del pari utile per la specie è l’incremento dell’estensione di boschi maturi, di aree prative e zone umide.

Pur abitando aree relativamente antropizzate e non lontane dalla presenza umana, il Lodolaio soffre l’eccessivo disturbo causato in modo particolare dagli agricoltori e da una non corretta gestione dei boschi nei pressi delle aree vallive dove vive e nidifica. Nella bioregione mediterranea – e cioè nell’Italia centrale e meridionale – particolarmente importante si mostra poi il mantenimento di un “mosaico ambientale” nelle principali aree di presenza. 

La specie può essere vittima delle campagne di riduzione dei Corvidi che prevedono l’abbattimento dei nidi – che il Lodolaio “sfrutta”, al pari di altri rapaci, per deporre le uova – ed è quindi consigliabile estrema cautela in questo tipo di azioni.

Stato di salute

Il Lodolaio presenta uno stato di salute favorevole sia in Unione europea sia a livello continentale. La popolazione dell’Unione europea si aggira intorno alle 27-40mila coppie. In quest’area nidifica il 33-38% del totale complessivo della popolazione continentale e una frazione compresa tra il 5 e il 24% di quella globale. In Unione europea si registra una certa stabilità della popolazione nidificante, prendendo come periodo di riferimento sia il ventennio che va dagli anni ’70 agli anni ’90, sia gli anni compresi tra il 1990 e il 2000.

La popolazione italiana di Lodolaio è composta da 500-1.000 coppie e corrisponde al 2-2,5% di quella europea nel suo complesso. La consistenza delle popolazioni nel nostro Paese appare stabile, con casi di fluttuazione locale. Nell’area della Pianura padana il numero degli individui mostra un discreto incremento, che si accompagna, molto probabilmente, anche a un’espansione dell’areale di presenza.

Complessivamente, in Emilia-Romagna sono stimate 50-100 coppie, di cui 22 in provincia di Parma.  Nel Cuneese, si contano circa 50-60 coppie, con densità locali elevate (14 coppie su 35 km di asta fluviale). La penetrazione nelle vallate alpine è un fenomeno recente sulle Alpi Marittime, dove la specie si spinge ora fino a 750 m. In Lombardia, le coppie registrate negli anni ’80 erano circa 50-100. In anni più recenti sono state riportate 20-50 coppie in provincia di Cremona e sono in aumento le coppie censite in provincia di Varese. Su scala regionale, in Lombardia si stimano 250-500 coppie, con espansione di areale dovuta alla colonizzazione dei pioppeti coltivati in aree golenali.

Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie, che è considerata vulnerabile dalla Lista Rossa Nazionale. In base alla legislazione venatoria (157/92) il Lodolaio figura tra le specie non cacciabili nel nostro Paese.

Semaforo

In Italia settentrionale, e specialmente in Pianura Padana, il Lodolaio è in espansione negli ultimi decenni, sia in termini assoluti sia a livello di areale. Nelle altre regioni italiane – soprattutto nelle isole e nel meridione d’Italia – le popolazioni appaiono più vulnerabili, data la ridotta consistenza numerica, nella maggior parte dei casi sensibilmente inferiore al Valore di Riferimento Favorevole. Possono altresì giocare un ruolo importante per la conservazione della specie le condizioni riscontrate nei quartieri di svernamento in Africa e durante la migrazione.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In espansione Favorevole
Popolazione In incremento ma inferiore a FRV Inadeguato
Habitat della specie Verosimilmente stabile Favorevole
Complessivo   Inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Bioregione alpina e continentale
Popolazione in espansione areale e incremento numerico, con ottime prospettive di persistenza a lungo termine. Anche l’habitat riproduttivo risulta nel complesso stabile.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In espansione Favorevole
Popolazione In incremento Favorevole
Habitat della specie Verosmilmente stabile Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Bioregione mediterranea
Lo stato di salute della specie nella bioregione mediterranea, e più in particolare nel Mezzogiorno e nelle due Isole maggiori, appare meno favorevole, con popolazioni frammentate e dalla consistenza numerica piuttosto scarsa. Alla relativa vulnerabilità della specie in queste aree si accompagna la mancanza di dati sufficienti sui principali trend demografici e sull’effettivo successo riproduttivo.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In espansione Inadeguato
Popolazione In incremento ma inferiore al FRV Inadeguato
Habitat della specie Verosimilmente stabile Favorevole
Complessivo   Inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni 

Canto

Il canto del Lodolaio è composto da una serie di sonori e talvolta tirati “ghie”, con i quali comunica con gli altri esemplari della specie. In caso di pericolo alterna secchi e veloci “kikiki...”. Capita di udire il suo verso nei pressi delle aree di nidificazione per allertare i giovani della specie, ma anche nel corso delle sue intense battute di caccia...