MESTOLONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliMESTOLONE

NOME SCIENTIFICO: Anas clypeata
 

La natura ha provveduto ai bisogni di quest’anatra dotandola di un becco del tutto particolare, largo e piatto all’estremità, che consente al Mestolone di scandagliare e rimestare l’acqua di pozze e acquitrini come in un grande calderone, per poi cibarsi degli organismi raccolti ed espellere tutto ciò che non gli serve. In inglese invece l’Anas clypeata è soprannominata “smiling mallard”, come se sotto l’originale becco nascondesse un sorriso. Più riservato rispetto ad altre anatre tuffatrici, il Mestolone, al di fuori della stagione degli amori, come altre specie di anatre di superficie tende a formare, a volte, grandi gruppi di centinaia di individui…

Minacce

Grazie al suo becco, il Mestolone ha un’arma in più per vincere la lotta per la sopravvivenza. In mancanza di acque limpide ha saputo adattarsi ad ambienti fangosi, ma ugualmente ricchi di cibo per le specie dotate degli strumenti “giusti” per procurarselo. Ciononostante, il depauperamento dell’habitat e il degrado delle aree umide rappresentano il primo pericolo per questa specie.

Vista la sua estrema specializzazione, infatti, quest’anatra presenta esigenze ecologiche molto precise – acque basse poco estese, vegetazione folta, canneti, luoghi protetti per la nidificazione, vicini agli specchi d’acqua – che, se carenti, possono ostacolarne fortemente diffusione e successo riproduttivo.

Come accade per il Moriglione, anche questa specie risente della predazione dei nidi da parte del Visone americano. Il mammifero, ghiotto di uova, in effetti costituisce una seria minaccia per tutte le specie che nidificano a terra.

È inoltre potenzialmente suscettibile all’influenza aviaria e ad altre malattie causate da intossicazioni alimentari, come il botulismo. Infine, la specie deve fare i conti con l’attività venatoria, alla quale è fortemente esposto essendo la specie tuttora cacciabile ai sensi della legislazione venatoria vigente.