OCCHIOCOTTO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliOCCHIOCOTTO

NOME SCIENTIFICO: Sylvia melanocephala
 

Questo passeriforme, detto anche Occhiorosso, deve il suo curioso nome all’aspetto particolare degli occhi. Circondati da un anello di pelle di colore rossiccio, questi appaiono esposti e gonfi, spiccando in modo evidente sul capo, quasi completamente nero.

 

Ordine: Passeriforme Famiglia: Sylviidae

E' il bacino del Mediterraneo il territorio d’elezione dell’Occhiocotto, che anche in Italia è largamente presente sia sulla terraferma che nelle isole, perlopiù a basse quote, in particolare lungo le coste e nelle regioni settentrionali, dal Piemonte al Veneto alla Lombardia.

Sono presenti sia popolazioni sedentarie che popolazioni migratrici provenienti dall’Africa. I dati infatti confermano importanti movimenti migratori attraverso il Mediterraneo centrale e le catture più numerose riguardano il versante tirrenico. La specie preferisce stabilirsi tra la macchia fitta, ma anche nei cespugli isolati di arbusti e in generale nei boschi, nella gariga, tra gli ulivi e le tamerici.  

Più piccolo di un Passero, oltre che per gli occhi rossi e sporgenti, l’Occhiocotto maschio si riconosce per la testa nera (colore molto meno accentuato nella femmina) mentre il resto del piumaggio tende al grigio sul resto del corpo e diventa pressoché bianco nella parti inferiori e sul bordo della coda. Grazie al becco piuttosto sottile si ciba facilmente di una grande quantità di prede – dai ragni alle larve di numerosi insetti - ma anche dei frutti che abbondano nel suo habitat, dai fichi all’uva, senza disdegnare diverse tipologie di semi.

Comincia a fine marzo per l’Occhiocotto il periodo della riproduzione. La femmina depone 3 o 4 uova nel nido che solitamente viene posizionato tra i cespugli e la vegetazione di sottobosco delle aree costiere. L’incubazione, che coinvolge sia il maschio che la femmina, non supera le due settimane. I pulcini, nutriti solamente dalla madre, resteranno poi nel nido in media 11 giorni prima di spiccare il volo.  

Prospettive

La specie, ad eccezione di contributi a carattere locale, non è stata studiata in modo approfondito. A mancare sono soprattutto informazioni sull’autoecologia (rapporto tra la specie e il suo ambiente), sulla biologia riproduttiva e sulla dinamica di popolazione.

Sulla base dei dati esistenti è però possibile proporre i seguenti valori FRV: per ambienti di macchia mediterranea, l’FRV è fissato a 15 coppie per 10 ettari; in ambienti dell’entroterra, essendo improbabile il raggiungimento di una densità altrettanto elevata, l’ipotesi è di un FVR di 5 coppie per 10 ettari.

Vantaggi per la conservazione della specie possono derivare dal mantenimento delle estensioni di macchia mediterranea. Ma andrebbe anche impedita la competa conversione in vegetazioni di tipo forestale degli arbusteti, ambienti prediletti dall’Occhiocotto.

Minacce

Sebbene l’Occhiocotto sia piuttosto adattabile e privo di particolari fattori di minaccia, la specie si è rilevata sensibile agli inverni rigidi, soprattutto nel nord Italia.
L’abbandono delle aree coltivate e pascolate alle quote medio-basse nelle Prealpi e nell’Appennino centro-settentrionale ha sicuramente favorito nel breve termine l’espansione della specie.

Tuttavia, sul lungo periodo, l’instaurazione di episodi di cenosi forestale (associazione di animali o vegetali che convivono nel medesimo ambiente) influirà di certo negativamente sulla specie.

Un altro pericolo, in particolare per la riproduzione, è rappresentato dai serpenti che spesso predano i nidi  dell’Occhiocotto. Anche condizioni metereologiche sfavorevoli ed episodi di disturbo da parte dell’uomo possono causare il fallimento della nidificazione.

Stato di salute

Non desta particolari preoccupazioni la salute dell’Occhiocotto, considerato in stato di conservazione favorevole sia negli stati dell’Unione europea che nell’intero continente europeo. In particolare in Ue, a un moderato incremento della popolazione nidificante tra il 1970 e il 1990, è seguita una fase di stabilità fino al 2000.
Attualmente la popolazione Ue è stimata in 2,3 e 5,6 milioni di coppie, quella italiana in 500mila-1,5 milioni di coppie. A nidificare nel territorio dell’Ue è una percentuale elevata della popolazione continentale (69-74%) e dell’intera popolazione globale (25-49%). Anche l’Italia riveste un ruolo importante, ospitando circa il 16-17% della popolazione complessiva del continente e circa un quarto di quella dell’Unione europea.

Nel nostro paese la popolazione appare stabile, dopo un periodo di locale espansione territoriale e di incremento nel corso degli anni Ottanta. Si segnalano tuttavia casi di decremento e fluttuazione locale soprattutto per particolari condizioni climatiche, in occasione di inverni rigidi. Quelli tra il 1984 e il 1987 ad esempio hanno avuto effetti negativi sulle popolazioni piemontesi, dove non sono più state scoperte nuove località riproduttive. Fortunatamente la specie ha invece resistito agli inverni nell’area veronese.

In Sicilia l’Occhiocotto è una delle specie più comuni, mentre in Italia centrale ne sono state rilevate popolazioni importanti sulle coste e nell’arcipelago toscano. Non manca in Romagna, anche se in decremento negli ultimi anni, così come a Gorizia. In seguito a una marcata espansione territoriale, l’Occhiocotto è presente in Veneto, Lombardia e Piemonte, Veneto e Lombradia, in particolare nel Bresciano, dove negli anni Ottanta risiedeva oltre il 90% della popolazione lombarda. In Trentino inoltre la tendenza appare in incremento.

La specie, protetta dalla legislazione venatoria italiana, non è stata inserita nella Lista Rossa Internazionale è non gode di piani d’azione nazionali né internazionali.

Semaforo

L’Occhiocotto in Italia mostra una situazione sostanzialmente favorevole. Al di là di qualche declino locale o di contrazioni imputabili a inverni molto rigidi, la popolazione della specie appare stabile o addirittura in espansione. Il range è tendenzialmente stabile oppure in locale apliamento. Sono invece poco note le variazioni dell’habitat della specie.

L’abbandono di aree coltivate e pascolate ha sicuramente favorito nel breve termine l’espansione della specie. Non sono sufficientemente conosciute però le variazioni qualitative e quantitative del principale habitat della specie, ovvero la macchia mediterranea.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* stabile nel complesso favorevole
Popolazione stabile nel complesso favorevole
Habitat della specie variazioni non quantificabili favorevole
Complessivo   favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Vivace e piuttosto rumoroso, l’Occhiocotto è un passeriforme canterino, il cui verso somiglia a un sonoro chiacchiericcio interrotto da un acuto richiamo d’allarme. Si può udire di frequente mentre è posato su un ramo oppure, se il periodo è propizio, in occasione della danza nuziale.