PASSERA MATTUGIA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
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Specie protette dalla Direttiva UccelliPASSERA MATTUGIA

NOME SCIENTIFICO: Passer montanus
 

Specie tendenzialmente onnivora, la Passera mattugia preferisce comunque semi, frutta e insetti. Vive quasi sempre in aree antropizzate, vicino alle abitazioni umane anche nei centri urbani. A differenza di altri Passeriformi, nidifica preferibilmente nelle cavità degli alberi o in cassette nido. Piuttosto solitaria durante la fase riproduttiva, al di fuori di questa la specie diventa gregaria, formando gruppi misti con Passere d’Italia, alcune specie di Fringillidi…

Minacce

Non del tutto noti sono i fattori influenzanti le dinamiche di popolazione. Come per altre specie di Passeri, è plausibile individuare tra i fattori di minaccia la riduzione dei siti idonei alla costruzione del nido a causa delle ristrutturazioni e degli interventi di “ammodernamento” di antichi edifici, ma anche la diminuzione di specie preda importanti per l’alimentazione dei pulcini e la diminuita disponibilità di cibo anche al di fuori della stagione riproduttiva, causata da cambiamenti nelle pratiche agricole.

Le variazioni intervenute nei metodi di coltivazione dei suoli, in particolare, possono risultare particolarmente significative per questa specie, molto più legata agli ambienti agricoli rispetto ai congeneri. In questo senso, sia l’intensificazione che l’abbandono delle pratiche agricole estensive rappresentano importanti fattori di minaccia. In particolare, l’uso eccessivo di pesticidi, la perdita di habitat marginali – boschi, siepi, filari, ecc – e lo spostamento verso la semina autunnale dei cereali sono probabilmente all’origine dei decrementi registrati in diverse aree dell’Italia centro-settentrionale.

L’eventuale perdita delle covate, invece, è di solito dovuta a fattori meteoclimatici (come periodi prolungati di maltempo durante la fase riproduttiva). Nel determinare il fallimento della riproduzione sono determinanti anche i predatori, quali altre specie di uccelli ma anche mammiferi. Nella pianura bresciana, nel 1994, sono state registrate nello stesso nido fino a 4 covate consecutive, con una dimensione media pari a 5,4 uova per covata. Le percentuali di schiusa e d’involo risultano rispettivamente dell’82,3% e dell’85,6% e sono più alte nelle covate di 5-6 uova; il numero medio di pulcini involati per nido registrato è, su base annua, di 10,8, con un massimo di 14 pulcini involati in 3 covate e di 16 in 4 covate.