PERNICE SARDA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPERNICE SARDA

NOME SCIENTIFICO: Alectoris barbara
 

Schiva e sospettosa, quando si sente in pericolo la Pernice sarda corre velocemente in cerca di un riparo. Abbastanza simile in volo a Starna e Pernice rossa, è tuttavia presente solo in Sardegna, regione dove le altre specie non sono presenti. È più comune osservarla a terra, dove cammina lentamente scrutando il terreno in cerca di cibo. Solo quando si sente minacciata da vicino la Pernice sarda spicca il volo, per andarsi a posare su qualche cespuglio nelle vicinanze…

 

Ordine: Galliformes  Famiglia: Phasianidae

A dispetto del nome, la Pernice sarda è presente anche in diversi “territori d’oltremare”, e in particolare in Spagna, Marocco, Tunisia e Algeria. Probabilmente la sua terra d’origine è proprio l’Africa settentrionale, mentre l’introduzione nel continente europeo, Sardegna compresa, risale a una lontana epoca storica.

Galliforme di medie dimensioni, la Pernice sarda presenta una corporatura massiccia, così come il becco, importante e leggermente incurvato verso il basso. È immediatamente riconoscibile per le zampe e il becco rosso, e per un piumaggio bruno-grigiastro che si fa grigio chiaro su capo e ventre. Anche gli occhi sono tipicamente circondati di rosso, mentre sulle ali campeggiano larghe venature brune e giallastre.

Tipicamente “vegetariana” – il suo alimento base è costituito da bacche e semi – la Pernice sarda ha una dieta carnivora solo nelle prime fasi della sua vita, con i pulcini alimentati solitamente tramite piccoli vermi e insetti. L’alimentazione avviene quasi esclusivamente a terra, dove la Pernice sarda si avventura in lunghi “pedinamenti”, scrutando attentamente il terreno.

Per riprodursi, non costruisce un vero e proprio nido, ma si accontenta di rudimentali buche scavate sul terreno e foderate con piume e foglie. Predilige la bassa macchia mediterranea e tutti quegli ambienti aridi nei quali ad ampie zone aperte si alternano cespugli e campi coltivati in modo estensivo.

Prospettive

Nonostante la grande importanza rivestita dalla specie nel panorama dell’avifauna selvatica del nostro Paese, la Pernice sarda non è stata ancora sufficientemente studiata nei suoi parametri demografici e riproduttivi per fornire esatte indicazioni per la sua conservazione.

Considerando i pochi dati a disposizione, si può ipotizzare una densità primaverile pari a 6-7 coppie per 100 ettari, che cresce in autunno per raggiungere i 40 individui. Questi valori, che potrebbero essere considerati parametri favorevoli per la specie, non sono di solito raggiunti dalle varie popolazioni censite, fatta eccezione per quelle presenti nelle aree protette o soggette a tutela.

Pur non essendo disponibili dati sufficientemente accurati sulla densità delle popolazioni in area vasta, è stato osservato come nelle aree antropizzate questa densità sia inferiore di oltre il 50% a quella considerata favorevole. Solo riportando la densità primaverile ai valori di quella registrata in autunno, è ipotizzabile una ripresa, o comunque una sostanziale stabilità, della popolazione superstite di Pernice sarda..

Una buona misura di breve periodo, in attesa che vengano condotti studi più approfonditi sulla specie, è quella di tutelare le aree ospitanti le popolazioni più importanti, in modo da raggiungere il Valore di Riferimento Favorevole (FRV) qui espresso in termini di densità.

Minacce

Pur privilegiando ambienti aridi, durante l’estate la Pernice sarda predilige habitat con buona disponibilità d’acqua. Particolarmente legata a tutti quegli habitat aperti puntellati di arbusti – anche aree soggette a incendi – la Pernice sarda si spinge occasionalmente verso la macchia mediterranea, purché non troppo fitta. La densità in Sardegna varia tra 1 e 20 esemplari per km quadrato, in circa il 40% dei comuni dell’isola, tra 21 e 40 nei restanti comuni.

Da rilevare come la densità della specie decresca in maniera sensibile all’aumento del tasso di antropizzazione dell’area considerata. La progressiva urbanizzazione delle coste e delle prime aree dell’interno sembra aver giocato a sfavore della specie, riducendo l’habitat idoneo alla sua sopravvivenza.

Altre minacce importanti che continuano a pesare sul destino della specie sono legate al prelievo venatorio e al rilascio di individui alloctoni a scopo di caccia..

In generale, le densità censite presso le aree protette – per esempio a Capo Nieddu, 6,1-7,4 coppie per 100 ettari – confrontate con le densità registrate altrove, fanno pensare anche in questo caso a un forte collegamento tra presenza di aree vincolate e possibilità per le popolazioni di autosostenersi.

Stato di salute

A livello dell’Unione europea, la popolazione di Pernice sarda ha registrato un largo declino tra il 1970 e il 1990. Un declino che – pur mancando dati accurati relativi al successivo decennio – con tutta probabilità prosegue ancora oggi.

Stimata in 7.500-20.000 coppie complessive, la popolazione “comunitaria” corrisponde alla totalità di quella continentale, a meno del 5% di quella globale. Più della metà di questa popolazione si trova in Italia, e più in particolare in Sardegna, dove sono presenti circa 5-10mila coppie, in declino accertato tra il 1990 e il 2000.

L’altra fetta di popolazione comunitaria è relegata nelle lontane Canarie, mentre appare evidente la responsabilità del nostro Paese per la conservazione della specie, presente in una percentuale variabile tra la metà e il 67% rispetto alla popolazione globale dell’Unione europea. Tutelata dalla Direttiva Uccelli e classificata vulnerabile dalla Lista Rossa Nazionale, la Pernice sarda era storicamente presente in tutta l’isola, comprese le aree pianeggianti e di bassa collina.

Con l’andare degli anni la specie si è ritirata da questi ambienti, per essere relegata nelle boscaglie di ginepro e negli aridi pascoli presenti all’interno. Anche le frequenti immissioni di specie alloctone (Pernice rossa, Chukar) non pare aver favorito la ripresa della specie, complicando ulteriormente il quadro e rendendo difficile interpretare le numerose fluttuazioni registrate a livello locale.

Semaforo

La mancanza di informazioni approfondite su parametri demografici e riproduttivi della specie, nonché stime sulle densità non sufficientemente dettagliate per essere applicate su area vasta, rendono difficile determinare in modo scientificamente accurato lo stato di conservazione della Pernice sarda. La progressiva contrazione delle popolazioni sia in termini di consistenza assoluta che di areale delineano tuttavia un quadro non incoraggiante per la specie, il cui stato di conservazione può dirsi attualmente del tutto inadeguato.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* sconosciuto/forse in contrazione inadeguato
Popolazione in calo inadeguato
Habitat della specie verosimilmente stabile favorevole
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Raramente la Pernice sarda si posa su alberi o cespugli: per “costringerla” al volo, deve essere minacciata da vicino. Per contro, di notte questa specie ama rifugiarsi nel fitto dei cespugli. Più facile quindi avvistarla e udirne caratteristico richiamo, nervoso e variegato, nelle ore diurne, specialmente al mattino e nel tardo pomeriggio, quando questa specie si avventura alla ricerca di cibo.