PIRO PIRO BOSCHERECCIO - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPIRO PIRO BOSCHERECCIO

NOME SCIENTIFICO: Tringa glareola
 
Semaforo N.C.

Per trovare il suo nido bisogna superare il 50° parallelo, e raggiungere le estreme propaggini della Scandinavia e della Russia. In Italia lo si osserva invece più facilmente durante la migrazione, dove il Piro piro boschereccio si trattiene anche a lungo presso paludi fangose, rive di laghi o stagni di acqua dolce, con occasionali puntate nelle paludi salmastre. La vera sfida per il birdwatcher è distinguere i vari tipi di Piro piro. Quello boschereccio si fa notare per zampe più lunghe, il piumaggio variegato, nonché per la posizione del tutto particolare assunta dal capo quando l’uccello si trova in posizione di riposo…

 

Ordine: Charadriiformes  Famiglia: Charadriidae

Tipica specie delle regioni europee più settentrionali, il Piro piro boschereccio costruisce il nido nelle remote zone artiche, tra Russia e Scandinavia. Praticamente all’altro capo del mondo sono posti i quartieri di svernamento, divisi tra Africa equatoriale e zone tropicali del continente asiatico.

Mai nidificante, solo in minima parte il Piro piro boschereccio sceglie il nostro Paese per trascorrere l’inverno. La maggior parte degli individui avvistati sono infatti migratori che utilizzano il nostro Paese come area di transito, nonché come luogo importantissimo in cui reperire cibo nei pressi di paludi, stagni e altre zone umide.

Tendenzialmente schivo, il Piro piro boschereccio può formare anche discreti assembramenti, nelle aree di sosta. Il cibo è costituito tendenzialmente di lombrichi, larve di insetti, ragni e altre sostanze vegetali.

Se per costruire il nido il Piro piro boschereccio sceglie le rive dei fiumi e dei torrenti, oppure dei grandi laghi dell’Europa del nord, alle nostre latitudini la specie predilige paludi costiere, possibilmente di acqua dolce. Da questo punto di vista risultano per la specie particolarmente importanti, alle nostre latitudini, tutti quegli acquitrini anche stagionali che tipicamente si formano negli ambienti agricoli e pastorali.

Prospettive

Le informazioni sulla presenza del Piro piro boschereccio in Italia sono estremamente vaghe e frammentate. Questo a causa, principalmente, del comportamento elusivo della specie, che non ama muoversi in grandi gruppi, né risulta particolarmente appariscente.

Abbastanza conosciute sono invece le esigenze ecologiche del Piro piro boschereccio che, nelle aree di nidificazione, impongono la presenza di ampie zone di foresta allagata presso aree umide o laghi. Al di fuori della stagione riproduttiva – dunque anche durante le soste alle nostre latitudini – la specie evita invece spiagge e zone soggette a marea, nonché altri habitat marini fatta eccezione per occasionali avvistamenti nelle paludi salmastre.

Qui, a fare la differenza, per la riuscita del viaggio di ritorno dai quartieri di svernamento – e quindi, per conseguenza, a comportare ricadute importanti sullo stato di salute europeo della specie – è la qualità di habitat quali laghi, stagni e rive dei fiumi ove siano presenti vaste aree fangose o paludose con macchie di vegetazione. Frequentando anche saline e pozze di origine artificiale, e adattandosi anche ad habitat non molto estesi, risulta importante tutelare anche quegli acquitrini stagionali e occasionali che si formano nelle nostre campagne in primavera e autunno.

Trattandosi di una specie in grave sofferenza a livello globale, risulta quindi fondamentale proteggere sia la qualità ecologica dei principali siti di sosta e occasionale svernamento sia, più in generale, tutelare queste aree da un eccessivo disturbo da parte dell’uomo, a cominciare naturalmente dalla necessità di limitare la persecuzione diretta alla specie.

Minacce

Nei quartieri riproduttivi, la specie pare aver subito in maniera massiccia le mutate condizioni ambientali dovute sia alla riduzione dell’habitat sia ai cambiamenti climatici. Un fattore, quest’ultimo, che pare aver pesato in modo particolare su questa specie, anche se le sue conseguenze non sono ancora del tutto chiare e conosciute.

Essendo poco gregaria e appariscente, la specie in quanto migratrice non è stata studiata in modo particolarmente approfondito in Italia. Fanno comunque riflettere i dati sulle ricatture, che vedono un crollo massiccio degli avvistamenti già con l’arrivo di settembre.

L’Italia rappresenta un crocevia importantissimo di rotte di migrazione del Piro piro boschereccio, dirette verso aree ampiamente distribuite e molto più ampie di quelle già registrate dagli inanellamenti e dalle ricatture.

Stato di salute

L’Italia non ospita popolazioni nidificanti della specie, e il numero di individui occasionalmente svernanti non è significativo. Ad essere abbondante è invece il transito migratorio e, dato il cattivo stato di conservazione della specie a livello continentale, i siti utilizzati come “stop-over” durante la migrazione meritano particolare attenzione.

A livello più generale, la specie ha mostrato un larghissimo declino nell’Unione Europea tra il 1970 e il 1990, a cui ha fatto seguito un decennio di relativa stabilità. Attualmente, si stima che entro i confini dell’Ue siano presenti dalle 250 alle 400mila coppie di Piro piro boschereccio, pari a una frazione compresa tra il 33 e il 71% della popolazione continentale complessiva, a non più di un quarto di quella globale.

In Italia, sono pochissimi gli avvistamenti di Piro piro boschereccio nei primi due mesi dell’anno, a differenza di quanto avviene per specie migratrici con esigenze ecologiche simili. Il picco massimo viene in realtà raggiunto nella prima decade di maggio, mentre i primi individui in partenza per i siti di svernamento si possono avvistare sui cieli italiani già all’inizio di agosto. Solo una frazione molto modesta e tuttora sconosciuta resta nel nostro Paese, mentre la maggior parte degli individui prosegue verso sud, diretta verso l’Africa equatoriale.

Le fasi post-riproduttive vedono un picco massimo di presenza della specie nel nostro Paese proprio ad agosto, con un netto calo nei mesi successivi.

Canto

Rapido e acuto, ma non sempre concitato, il canto del Piro piro boschereccio suona come una breve sequenza di “ciiif, if if”. Una versione un po’ meno squillante di questo canto si può udire proprio durante la fase della migrazione, tipicamente emessa dagli esemplari mentre volano in gruppo.