SMERGO MINORE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSMERGO MINORE

NOME SCIENTIFICO: Mergus serrator
 
Semaforo N.C.

Cresta appuntita, becco sottile dai margini seghettati, lungo collo filiforme caratterizzano l’originale aspetto del Mergus serrator, anatra tuffatrice diffusa in gran parte dell’emisfero settentrionale. Abile cacciatore, lo Smergo minore possiede una grande apertura alare, ed è uno tra gli anatidi più veloci nel volo orizzontale. Molto particolare anche il rituale del corteggiamento: i maschi nuotano in sincronia volgendo la testa dietro le spalle, alzando la cresta e rivolgendo il becco all’insù…

Minacce

Lo Smergo minore è oggetto di persecuzione diretta da parte dei pescatori, a causa del presunto impatto sulla fauna ittica, in modo particolare a danno di salmoni e trote, che costituiscono parte fondamentale del suo nutrimento. Questo accade soprattutto in territorio americano, dove gli individui che si nutrono vicino a fiumi ricchi di salmoni e peschiere sono cacciati a causa della loro predilezione per i grandi branchi di pesci.

Peraltro, in Nord America – ma anche in Danimarca – la specie può essere tuttora cacciata legalmente. Nella provincia canadese del Québec, ad esempio, annualmente si contano circa 3.000-4.000 individui uccisi. In Islanda, luogo frequentato da coppie di smerghi minori durante la nidificazione, sono poi le uova deposte a essere spesso predate o distrutte.

In alcune aree, lo Smergo minore è minacciato dall’inquinamento, dall’alterazione del proprio habitat dovuto alla costruzione di dighe e dalla deforestazione. È inoltre vittima accidentale delle reti da pesca, nelle quali può restare impigliato, morendo il più delle volte per annegamento. Le principali minacce per la specie sono comunque legate ad alterazioni dell’habitat di nidificazione e dal degrado causato dall’inquinamento delle acque.

In Italia, è particolarmente vulnerabile a forme di disturbo diretto, che sembrano essere aumentate nel corso degli anni. Potenzialmente pericolosa, nel nostro Paese, è anche la concentrazione delle popolazioni – negli ultimi anni, il 90% della popolazione era concentrata in soli 8 siti – il che le rende vulnerabili anche a variazioni locali della qualità dell’habitat. La specie è inoltre potenzialmente esposta al rischio di influenza aviaria.