SORDONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSORDONE

NOME SCIENTIFICO: Prunella collaris
 

Il Sordone è il più grosso tra i Passeriformi di montagna. Specie d’alta quota, ama gli spazi aperti, che sorvola in cerca di piccole prede. Ma lo si può ammirare spesso anche appollaiato su qualche roccia sporgente mentre scruta praterie d’alta quota e dirupi. Di indole gregaria, preferisce vivere e spostarsi in gruppo. Il suo volo somiglia a quello dell’Allodola, con movimenti fluttuanti che lo portano a notevoli altitudini. Caratteristica della specie è la modalità di riproduzione, che avviene in gruppi poligami composti da una media di 4-5 esemplari di ciascun sesso.

 

Ordine: Passeriformes  Famiglia: Prunellidae

Il Sordone predilige ambienti aperti ad alta quota. Lo si incontra, infatti, in aree alpine soprattutto in prossimità di detriti o massi che emergono dai prati e in presenza di vegetazione composta da graminacee basse e piante che producano semi. Non frequenta le aree boscose, preferisce le pareti rocciose soleggiate, i ghiaioni, le pietraie e le morene. La concentrazione più alta di esemplari si registra intorno ai 2000 metri di altitudine.

La Prunetta collaris è una specie diffusa in Africa nord-occidentale, nella Penisola iberica, italiana e balcanica e anche in Turchia. Verso est il suo areale si spinge fino all’Himalaya e al Giappone. In Italia è distribuita lungo tutto l’arco alpino e in due aree della dorsale appenninica: la zona settentrionale tra l’Emilia e la Toscana e la zona centrale corrispondente all’Abruzzo. Non si hanno però a disposizione dati precisi sulla presenza della specie nell’Appennino meridionale. Ricerca il cibo a terra prediligendo ragni, insetti e altri invertebrati, semi, piccoli frutti e molluschi. A volte si ciba anche di rifiuti umani ritrovati in prossimità di piccoli villaggi.

Esteticamente molto simile al Passero, raggiunge i 18 cm di lunghezza e il suo piumaggio grigio-bruno, particolarmente compatto, si confonde tra le rocce. La tonalità marrone è ravvivata da striature rossastre che corrono lungo i fianchi. Peculiarità del Sordone è il disegno bianco e nero in corrispondenza del petto e le numerose macchiette biancastre presenti sulle ali. Le zampe sono di colorazione rossastra. I due sessi non presentano sostanziali differenze. Gli individui più giovani possiedono un piumaggio dai colori meno accesi e vivaci e non presentano i caratteristici puntini bianchi.

Dopo la fase di corteggiamento in gruppi poligami, il maschio dominante scaccia gli altri pretendenti e, in seguito a numerosi accoppiamenti, prende le femmine sotto la propria tutela. Queste ultime producono due covate l’anno, la prima a primavera inoltrata. Il nido è costruito tra le fessure delle pareti rocciose o tra i sassi utilizzando steli, erba secca e muschio. Vengono deposte 4-5 uova blu chiaro che vengono covate per circa due settimane da entrambi i genitori. I pulcini nascono tra luglio e agosto e lasciano il nido dopo 16 giorni. Una seconda nidiata può avere luogo nei mesi di luglio-agosto.

Prospettive

A livello di studi sulla specie, le lacune maggiori si registrano nell’ambito dei dati quantitativi:  risultano alquanto scarse le informazioni che riguardano la distribuzione della popolazione dei sordoni lungo l’arco alpino e la dorsale appenninica, aree con la maggior concentrazione di individui. Non sono inoltre disponibili dati riguardo la presenza della specie sull’Appennino meridionale, in Campania e Basilicata.

Sebbene i dati quantitativi risultino piuttosto scarsi per quanto riguarda le popolazioni principali, è comunque possibile stabilire un probabile Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per il Sordone, pari 5-6 coppie territoriali per km quadrato. Considerate le altimetrie e le caratteristiche ambientali dei siti di nidificazione, tali valori potrebbero risultare sottostimati con riferimento ai siti particolarmente favorevoli.

La specie non è soggetta a particolari minacce e la sua persistenza nel medio-lungo periodo non è, attualmente, da considerarsi a rischio. Le uniche alterazioni registrate a livello locale possono essere causate dalle attività sportive d’alta quota e dall’apertura di nuovi impianti di risalita. Questi disturbi antropici incidono soprattutto nelle stagioni calde e durante la riproduzione.

Mancando informazioni quantitative specifiche per quanto riguarda la concentrazione degli individui tra le Alpi e gli Appennini è comunque consigliabile avviare un’attività di monitoraggio pluriennale per poter anche quantificare la presenza della specie nel sud della penisola italiana, area rispetto alla quale non sono disponibili dati né sulla presenza né sulla consistenza delle popolazioni.

Minacce

Il Sordone frequenta aree ad alta quota concentrandosi prevalentemente tra i 1.700 e i 2.900 metri di altitudine. Durante l’inverno, alcuni individui scendono anche fino a 500 metri sul livello del mare in cerca di cibo, mentre quelli che rimangono in quota spesso si avvicinano alle stazioni di arrivo degli impianti di risalita o ai rifugi, zone in cui è probabile trovare del cibo o, in alternativa, si spostano verso nuclei abitativi nel fondovalle.

Le minacce per gli individui che stazionano per tutto l’anno ad alta quota sono costituite principalmente dal disturbo antropico derivante da sport quali mountain bike e escursionismo. Tra gli sport invernali incide sensibilmente lo sci, in quanto richiede la costruzione di impianti di risalita, le cui stazioni di partenza e arrivo causano pesanti trasformazioni ambientali.

Ulteriore minaccia è costituita dall’abbandono dell’attività pastorale tradizionale, che può portare al costituirsi di aree boscose, habitat che non risponde alle esigenze del Sordone, che predilige la bassa vegetazione e gli ambienti rocciosi.

La specie  si è adattata col tempo ad abitare zone scarsamente frequentate dall’uomo e dai predatori, altro potenziale pericolo per la sua conservazione. Altre minacce importanti derivano quindi dai fenomeni climatici globali, tra cui l’innalzamento della temperatura, che possono portare a un’alterazione dei già precari equilibri delle aree oltre le fasce di fitta vegetazione, ossia gi ambienti prediletti dal Sordone per vivere e riprodursi.

Stato di salute

Le popolazioni di Sordone non sono concentrate in Europa, ove peraltro lo stato di salute della specie risulta in linea di massima adeguato. In Italia è nidificante, migratore regolare e svernante. Attualmente non compare nella Lista Rossa Nazionale, ma è catalogata come specie protetta ai sensi della legislazione venatoria vigente.

In Europa la specie risulta distribuita in modo frammentario e risiede principalmente nelle aree montane della porzione centro-meridionale del continente. La popolazione nidificante supera le 100mila coppie e, nel ventennio tra il 1970 e il 1990, si è mantenuta stabile. Per il decennio successivo non si hanno dati disponibili per le popolazioni di Spagna, Francia, Italia e Russia, ma negli altri Paesi europei il trend si è mantenuto stabile. Per questo la specie è valutata come sicura.

La popolazione nidificante italiana si attesta intorno alle 10mila-20mila coppie e costituisce circa il 10-11% della popolazione europea complessiva. La specie risulta raramente marcata e i totali annui tra il 1980 e il 1990 si aggiravano intorno a una media di 20 soggetti, media che negli anni successivi si è ulteriormente ridimensionata. Nell’andamento stagionale degli inanellamenti, si registrano picchi nelle catture durante la prima metà di novembre. Nel mese di dicembre gli uccelli inanellati presentano un aumento del peso corporeo.

In Italia la specie è considerata stabile, malgrado registri qualche fluttuazione a livello locale. Il Sordone è prevalentemente presente nelle regioni alpina e continentale, mentre resta da confermare la sua presenza nell’Appennino meridionale. Durante la stagione calda la specie raggiunge anche i 3.000 metri di altitudine, mentre durante l’inverno si sposta nei fondovalle ad altitudini più ridotte. La popolazione nidificante si divide principalmente tra il Trentino (1000-10mila coppie), il Piemonte e la Valle d’Aosta (2.000-4.000 coppie), la Lombardia (250-500 coppie), l’Emilia-Romagna (200-300 coppie) e la Toscana (50-120 coppie). Per quanto riguarda la popolazione svernante in Lombardia, sono stimati 1500 individui, mentre in Toscana ne sono presenti dai 300 ai 1000.

Semaforo

Il quadro nazionale è complessivamente stabile, pur mancando dati di dettaglio per quanto riguarda, in particolare, l’area appenninica. Fattori di disturbo per la specie – causa di fluttuazioni a livello locale – sono costituiti dalle attività antropiche quali escursionismo, sport invernali e infrastrutture connesse. Altro fattore di minaccia generale è rappresentato – pure in un quadro complessivamente favorevole – dai cambiamenti climatici in atto negli ambienti prediletti dalla specie.  

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In stabilità Favorevole
Popolazione Stabile, fluttuazioni locali Favorevole
Habitat della specie Stabile Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni 

Canto

Il Sordone solitamente canta quando è poggiato su uno spuntone di roccia o quando è in volo. Il suo è un canto melodico simile a quello dell’Allodola e si compone di cinguettii piuttosto acuti e ripetuti con un ritmo particolarmente incalzante, ma non regolare.