SPARVIERE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSPARVIERE

NOME SCIENTIFICO: Accipiter nisus
 

Prima si posa cautamente su un albero. Poi spicca il volo con un’impennata improvvisa e maestosa. Lo Sparviere è una specie elegante, dal becco azzurro e dai colori ricchi di sfumature che vanno a formare delle armoniche linee ondulate lungo il corpo, agile e snello. Durante l’attività di caccia insegue le sue prede all’interno del bosco. Vola vicinissimo al suolo, rasentando siepi e arbusti, fino a quando, improvvisamente, cambia direzione per sorprendere la preda, sulla quale si dirige perpendicolarmente, a tutta velocità. Successivamente lo Sparviere – dal greco “uccello che dilania” – divora le sue prede al riparo da occhi indiscreti, sminuzzandole col suo becco ricurvo…

Minacce

Lo Sparviere sceglie, per la costruzione del nido, complessi boschivi collinari e montani di varia natura e composizione, con una netta predilezione per quelli con “chiazze” di conifere di 15-40 anni di età, in presenza di radure e aree aperte dove possa cacciare liberamente. A livello locale, la specie si rinviene anche in boschetti suburbani, boschi planiziali lungo le aste fluviali e di sclerofille in aree mediterranee.

Nel nostro Paese, la specie è diffusa tra i 500 e i 1.600 metri, ma può raggiungere i 1.930-1.950 metri nelle valli lombarde e in Valle d’Aosta. Nel nord Italia lo Sparviere sta incrementando il proprio areale riproduttivo nella fascia alpina e prealpina, anche vicino a contesti urbanizzati e parchi urbani come ad esempio il Parco Nord di Milano e il Parco regionale dei Colli di Bergamo.

In Italia, soprattutto in passato, lo Sparviere ha risentito negativamente dell’uso massiccio di antiparassitari cloro-organici in agricoltura, e della persecuzione diretta dovuta al bracconaggio. Oggi, in linea generale, la distribuzione delle coppie territoriali appare influenzata dalla presenza di fattori ambientali come la presenza di aree boschive sufficientemente fitte, che favoriscano la nidificazione, e dall’abbondanza di prede idonee (lo Sparviere predilige i Passeriformi).

L’abbandono di ampie porzioni di paesaggi legati all’agricoltura tradizionale ha quindi determinato, negli ultimi decenni, un forte incremento della superficie forestale a vantaggio della specie. Risulta tuttavia importante tutelare lo Sparviere in periodo riproduttivo, posticipando gli interventi silvicolturali a partire dalla terza settimana di luglio. Questa specie, infatti, può localmente essere minacciata da trasformazioni ambientali permanenti o durature legate allo sfruttamento indiscriminato delle risorse agrosilvopastorali in ambiti forestali. Per questo l’apertura di nuove strade, la frammentazione degli habitat e gli interventi silvicolturali sono potenziali fattori di minaccia.

Anche gli elettrodotti e altri cavi sospesi in aree forestali – fili a sbalzo e teleferiche per trasporto del legname – e agricole possono rappresentare un pericolo mortale per lo Sparviere. Mentre operazioni di esbosco condotte in periodo riproduttivo – anche se di lieve entità – possono provocare l’abbandono dei nidi. A questo fine è importante prevedere aree di rispetto nell’arco di almeno 100 metri dai siti noti di nidificazione. Nel corso di tagli produttivi del bosco è consigliabile evitare i pericolosi fili a sbalzo sostituendoli con l’impiego di gru a cavo, meno impattanti per questa ed altre specie di uccelli legate agli ambienti forestali.