USIGNOLO DI FIUME - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
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Specie protette dalla Direttiva UccelliUSIGNOLO DI FIUME

NOME SCIENTIFICO: Cettia cetti
 

Celebre fin da tempi antichi per il suo canto dolce e denso di melodia, l’Usignolo di fiume è diffuso in tutta l’Europa meridionale. Abitante di paludi e canneti, amante di rogge e piccoli corsi d’acqua, questo piccolo passeriforme è timido, quasi furtivo, e non ama mostrarsi all’uomo. La coda rotonda e le piccole ali, peraltro, non lo rendono un buon volatore. Ma è difficile non accorgersi della sua presenza, grazie appunto al canto possente, udibile durante tutto il corso dell’anno…

Stato di salute

Lo stato di conservazione dell’Usignolo di fiume viene valutato come favorevole a livello sia continentale sia nell’ambito dell’Europa “comunitaria”. Durante il ventennio 1970-1990 si è registrato un importante aumento della popolazione nidificante tanto in Europa, dove è stimata tra le 600.000 e 1.600.000 coppie, quanto nei territori dell’Unione europea, dove è stimata tra le 340.000 e 1.100.000 coppie; nel decennio 1990-2000 è considerata in leggero incremento nel continente, stabile nei territori dell’Unione europea. A partire dagli anni ’20 del 900 si è assistito a un ampliamento dell’areale verso nord e ovest, che ha portato la specie a colonizzare diversi Paesi europei: Belgio (1964), Inghilterra (1972), Germania (1975), Svizzera (1975) e Paesi Bassi (1976).

Sul territorio italiano, la popolazione è stimata tra le 200.000 e le 400.000 coppie. Qui, la specie è comune nelle regioni biogeografiche continentale e mediterranea, mentre è scarsa in quella alpina, con una presenza circoscritta ad alcuni fondovalle. Le popolazioni di Usignolo di fiume nel nostro Paese appaiono tuttavia soggette a frequenti e ampie oscillazioni demografiche, determinate soprattutto dalle condizioni meteorologiche invernali che possono causare riduzioni notevoli, anche fino al 75% del contingente svernante.

In provincia di Mantova sono state censite tra le 40 e le 50 coppie all’inizio degli anni ’80 sul Lago Superiore di Mantova, con incrementi della popolazione registrati fin dall’inizio degli anni ’70 e successiva stabilizzazione, al netto delle consuete fluttuazioni annuali da mettere in relazione all’andamento climatico invernale. In provincia di Parma si sono verificati decrementi lungo il Po e altri corsi d’acqua minori a partire dalla fine degli anni ’80. Fluttuante l’andamento nelle zone umide del Modenese, con un massimo raggiunto nel 1998 seguito da un crollo della popolazione l’anno successivo; restando in Emilia-Romagna, anche nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna sono stati rilevati decrementi, in particolare tra il 1995-97 e tra il 2004 e il 2007.

Spingendosi più a nord, in Lombardia sono stimate in media 12.000 coppie nel periodo 1992-2007, con una tendenza stabile o fluttuante; in provincia di Varese, sono state probabilmente abbandonate zone perifluviali e collinari tra i 400 e i 600 metri di altitudine, che erano occupate dalla metà degli anni ’80. In provincia di Trento, sono stimate poche centinaia di coppie: tuttavia, durante la prima metà degli anni ’90, si è qui verificato un incremento numerico, con colonizzazione di nuove aree. In Piemonte, la presenza della specie appare abbastanza stabile nel basso Vercellese e nel Novarese.

Numeri più importanti si riscontrano in Italia centrale. In Toscana, ad esempio, sono stimate dalle 10.000 alle 50.000 coppie. Nel comune di Firenze il trend mostra tuttavia un declino rispetto alle precedenti indagini, con particolare riguardo alle colline settentrionali, e con un trend particolarmente negativo tra il 1988 e il 1998, quando i decrementi hanno interessato anche l’area orientale. Nell’Arcipelago toscano, l’Usignolo di fiume è nidificante e svernante solo all’Isola d’Elba. In Umbria, nel quadriennio 2001-2005, la popolazione nidificante risulta in declino, mentre il trend invernale è incerto. In provincia di Lecce l’areale registrato tra il 2000 e 2007 è nettamente più ampio di quello rilevato negli anni ’80. In Sicilia è una specie comune, localmente abbondante negli ambienti umidi, e risulta tra le specie più frequenti e diffuse nella regione.

L’Usignolo di fiume non è stato inserito nella Lista Rossa Nazionale. Risulta tra le specie non cacciabili ai sensi della legislazione venatoria (157/92).