Le priorità - Uccelli da proteggere

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Le priorità

Di seguito, gli elementi specifici di questo habitat, la cui conservazione risulta prioritaria per un’efficace tutela delle popolazioni di uccelli che vivono e nidificano negli ambienti fluviali. Ulteriori condizioni risultano poi essenziali per favorire la costruzione dei nidi, mentre la possibilità da parte di molte specie di sopravvivere dipende anche dalla disponibilità di prede adeguate e viene a volte notevolmente influenzata dal disturbo arrecato dalle attività umane.

In premessa, va sottolineato come gli obiettivi di conservazione dei siti fluviali, per essere tradotti in pratica in modo efficace, debbano integrarsi con gli strumenti di pianificazione della gestione forestale e agricola, delle attività estrattive, del prelievo idrico sia nel corso principale del fiume sia nel bacino idrogeologico che lo alimenta. Fino alle attività venatorie, di pesca sportiva, di sfruttamento turistico, anch’esse potenzialmente molto impattanti sull’ecosistema fluviale.

La disponibilità di siti idonei per la nidificazione in aree con buona disponibilità di risorse trofiche rappresenta poi un fattore importante per tutte le specie caratteristiche e in particolare per Ardeidi, Sternidi e Limicoli, Gruccione e Topino. Più in particolare:

Airone cenerino , Nitticora , Airone bianco maggiore , Garzetta , Airone guardabuoi e Sgarza ciuffetto – Queste specie nidificano sia su alberi e arbusti sia in canneti in aree tranquille o, comunque, difficilmente raggiungibili dai predatori e dall’uomo. In Pianura Padana spesso utilizzano anche pioppeti artificiali maturi.

Airone rosso , Tarabuso e Tarabusino – Queste specie nidificano esclusivamente in canneto e dipendono quindi strettamente, per il loro ciclo riproduttivo, dalla presenza di questo tipo di vegetazione acquatica.

Anatidi – Necessità di isole e sponde dolcemente digradanti con vegetazione erbacea e di vaste zone con vegetazione palustre sommersa, galleggiante ed emergente.

Gruccione , Martin pescatore e Topino – Queste specie scavano tipicamente nidi a galleria, nelle scarpate create dall’erosione lungo le sponde di corsi d’acqua e laghi, nei margini delle cave di sabbia, ghiaia o argilla e nei cumuli di sabbia estratta dalle cave. Nel caso di Gruccione e Topino, in particolare, le colonie devono trovarsi entro un raggio di 10-15 km dalle aree adatte per l’alimentazione.

Limicoli e Sternidi – Isole e zone affioranti sabbiose, fangose o ghiaiose con vegetazione scarsa o nulla, difficilmente raggiungibili da predatori terrestri.

Nibbio bruno – Presenza di boschi, anche di piccola estensione, nei dintorni di laghi, paludi e fiumi.

Occhione – Presenza di vaste praterie con vegetazione erbacea bassa e rada all’interno e ai margini dei greti fluviali.

Succiacapre – Presenza di macchie arbustive e boschi ai margini di ampie zone di greto, di prati e di coltivazioni estensive utilizzabili per l’alimentazione.

Da rilevare come la disponibilità di isole e di zone affioranti sabbiose, fangose o ghiaiose con vegetazione scarsa o assente, difficilmente raggiungibili da predatori terrestri, costituisca un fattore chiave per assicurare, oltre che ambienti idonei per la nidificazione di Limicoli e Sternidi, siti per la sosta e il riposo di Ardeidi, Anatidi, Limicoli e Sternidi sia durante il giorno sia durante la notte, lungo l’intero anno.

Nel caso degli ambienti fluviali, tutta una serie di priorità di intervento – conseguenti a determinate esigenze ecologiche – sono poi relative alla necessità di contenere entro limiti tollerabili le variazioni del livello idrico. Più in particolare:

Limicoli e Sternidi – Assenza di variazioni eccessive dei livelli idrici nel periodo marzo-luglio dovute a eventi naturali e a regimazioni idrauliche. Rilevanti o frequenti innalzamenti del livello dell’acqua causano, infatti, la distruzione dei nidi e delle uova, in particolare per queste specie che nidificano al suolo a breve distanza dall’acqua.

Anatidi e Limicoli – Rilevanti abbassamenti o prosciugamenti favoriscono il raggiungimento e la predazione dei nidi da parte di predatori terrestri e un’elevata mortalità dei pulcini.

Gruccione e Topino – Per queste specie un ruolo fondamentale viene giocato dalla “sensibilità” di proprietari e gestori di cave, soprattutto in periodo riproduttivo, considerando che le cave attive costituiscono il sito privilegiato di nidificazione.

Infine, presenza di predatori e disponibilità di prede possono influenzare notevolmente la vita di alcune specie tipiche degli ambienti fluviali. Più in particolare:

Succiacapre – La specie esige l’elevata disponibilità di invertebrati tipica delle zone con scarso uso di pesticidi e di quelle coltivate in maniera estensiva. Un fattore determinante per il Succiacapre, grande cacciatore di insetti notturni, ma un fattore rilevante anche per Occhione, Gruccione, Topino e in parte per i Limicoli.

Limicoli , Occhione , Sternidi –  Queste specie sono particolarmente esposte alla predazione da parte di ratti, cani e gatti vaganti.

Anatidi – Predazione di pulcini da parte di Silurus glanis (una specie “alloctona” – cioè non residente nell’area ma importata da altri territori – particolarmente invasiva). Fattore marginale, può essere molto impattante a livello locale limitatamente a queste specie. Sempre gli Anatidi, poi, possono soffrire per l’eccessiva presenza di alcune specie di pesci come i Ciprinidi (alcune delle quali introdotte).