Gli effetti sugli uccelli - Uccelli da proteggere

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Gli effetti sugli uccelli

Specie caratteristiche degli ambienti forestali delle montagne mediterranee sono il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus ), il Nibbio bruno (Milvus migrans ), il Nibbio reale (Milvus milvus ), l’Astore di Sardegna (Accipiter gentilis arrigonii ), il Picchio nero (Dryocopus martius ), Picchio rosso mezzano (Dendrocopus medius ), Picchio dalmatino (Dendrocopus leucotus ), Balia dal collare (Ficedula albicollis ).

Estendere le misure adottate nelle aree vincolate anche a porzioni di territorio non sottoposte a precisi vincoli, al fine di favorire l’incremento delle popolazioni di uccelli selvatici e la creazione di opportuni “corridoi di collegamento” tra le popolazioni stesse risulta essenziale per portare a compimento quel grande progetto di riqualificazione delle foreste appenniniche cominciato con l’istituzione delle aree protette. L’isolamento delle popolazioni di uccelli – pur se localmente in ripresa – rappresenta infatti di per sé un problema rispetto alla loro persistenza a lungo termine.

Ci sono specie come il Picchio dalmatino o il Picchio rosso mezzano, ad esempio, che necessitano di piante vecchie o marcescenti per costruire il nido. Ci sono poi altre specie, come l’Astore e la Balia dal collare che esigono la presenza di foreste strutturate d’alto fusto, evitando accuratamente tutti quei boschi più giovani e soggetti a gestione forestale intensiva. Lento ma positivo è comunque il processo di progressiva maturazione di boschi non più sottoposti a gestione forestale finalizzata allo sfruttamento commerciale. Un processo virtuoso che però appare ad oggi sostanzialmente confinato alle aree protette, mentre appare evidente la necessità di implementare progetti di tutela e ripristino anche al di fuori di tali aree.

La modifica delle tecniche di gestione forestale – con allevamenti “a fustaia”, cioè a seme, in luogo del più tradizionale “ceduo” – può avere effetti molto positivi per favorire questa maturazione. Una gestione che in generale deve tenere conto delle specifiche esigenze ecologiche delle specie prioritarie, nonché favorire la ricolonizzazione di ambienti potenzialmente idonei. In generale, deve essere favorito il ripristino di un variegato mosaico ambientale con alternanza di vecchie fustaie, cedui e zone aperte.