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Cosa è cambiato

Oltre ai valichi montani – alpini e non – propriamente detti, sono parte integrante di questa tipologia ambientale anche isole e penisole rilevanti per la migrazione di tutta una serie di specie. Passeriformi in particolare, ma non esclusivamente.

Eccessivo sfruttamento turistico, costruzione di infrastrutture a notevole impatto ambientale, hanno trasformato molti remoti valichi in aree ad elevatissima presenza umana, rendendo questi tratti molto pericolosi per gli uccelli. Come per i “corridoi di migrazione” propriamente detti, anche l’idoneità dei valichi montani al passaggio dell’avifauna selvatica può essere compromessa dalla costruzione di infrastrutture a sviluppo verticale.

Molto impattanti sono anche tutte quelle fonti di illuminazione artificiale in grado di disorientare gli uccelli durante la notte. Anche elettrodotti e altre infrastrutture “sospese” quali funivie e funicolari possono essere un’importante causa di mortalità diretta per le specie.

Anche sui valichi montani, poi, pesa in modo particolare il fenomeno del bracconaggio. In particolare, la facile accessibilità dei valichi – come avvenuto in molti siti alpini rilevanti per l’avifauna – conseguente alla costruzione di una rete capillare di strade e infrastrutture ha reso questi luoghi molto più raggiungibili anche da parte dei cacciatori di frodo.