Cosa è cambiato - Uccelli da proteggere

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Cosa è cambiato

Questa tipologia ambientale raggruppa tutte le zone umide, sia salmastre sia di acqua dolce, presenti sul territorio nazionale. Si tratta per la verità di una categoria abbastanza ampia, che include ambienti anche molto diversi tra loro quali saline, lagune, valli da pesca, laghi, invasi artificiali.

Parte di questa tipologia è naturalmente l’ampio complesso di zone umide dell’Alto Adriatico, che si estende quasi ininterrottamente tra Trieste e Cervia: lagune d’acqua dolce e salmastra, rami fluviali e saline, valli da pesca e casse di espansione, che fanno di questa area uno dei siti più importanti per gli uccelli in tutta Europa. L’intera area, a partire dall’Ottocento, è stata sottoposta a estesi prosciugamenti, che hanno interrotto questa continuità, mentre la regimazione e la costruzione di argini ha causato la quasi totale scomparsa di quegli ambienti “limitrofi” quali stagni e depressioni temporaneamente sommerse dall’acqua che circondavano queste aree fino ai primi decenni del secolo scorso.

Le bonifiche a scopi agricoli hanno anche causato la fine di un’“economia di palude” basata sull’itticoltura estensiva: ad oggi, le “valli” residue ospitano per lo più allevamenti intensivi o sono altamente sfruttate per scopi venatori, mentre la stessa realizzazione di vasti complessi industriali a partire dagli anni Cinquanta ha messo sotto pressione ecosistemi fragili e complessi quali ad esempio la Laguna di Venezia e le Pialasse ravennati.  Erosione dei litorali, sfruttamento turistico, subsidenza, completano un quadro non certo rassicurante rispetto all’esigenza di tutelare quel che resta di questi ambienti e, per conseguenza, la fauna selvatica che li abita.