ALBANELLA REALE
NOME SCIENTIFICO: Circus cyaneusSpecialista del volo radente, l’Albanella reale scruta attentamente il terreno alla ricerca di prede. Rettili, piccoli uccelli o mammiferi, anfibi: la palude, per questa specie, è un vero e proprio banchetto. Per conquistare il pranzo, questa specie piomba sulla potenziale preda e la uccide sul posto...
Ordine: Falconiformes
Famiglia: Accipitridae
Rapace di medie dimensioni – lunghezza media di poco inferiore al mezzo metro per un’apertura alare non superiore ai 120 cm – l’Albanella reale è diffusa come nidificante in Europa e Asia centro-settentrionale, mentre due diverse sottospecie abitano le Americhe. In Italia la distribuzione della specie è piuttosto disomogenea, concentrata in alcune aree umide localizzate lungo il corso del Po, nella Sardegna nord orientale, a nord del Gargano e lungo il litorale toscano.
Estremamente localizzata in estate, è più comune durante tutto il resto dell’anno, quando alla ridottissima popolazione autoctona si aggiungono gli individui svernanti provenienti dall’Europa settentrionale. Al di fuori della stagione riproduttiva, l’Albanella reale ama stare in gruppo. Non è raro osservare, infatti, più individui riuniti a dormire nello stesso luogo, per esempio una radura in mezzo alla fitta vegetazione palustre.
Piuttosto difficile, anche per gli occhi più esperti, distinguere tra loro le varie specie di albanelle. In generale, l’Albanella reale è un rapace di dimensioni intermedie tra il Falco di Palude e la più snella Albanella minore. Coda abbastanza lunga e ali larghe – dove sono ben evidenti le cinque penne primarie – ha in comune con altre specie del genere circus il tipico volo a bassa quota durante la fase di caccia (con alcune manovre in più, come la scivolata e il lungo volo battuto).
Grigio-blu nel maschio, il dorso risulta invece bruno nella femmina, mentre petto, capo e parti inferiori risultano chiare – con barrature scure sotto le ali – in entrambi i sessi. Un altro metodo per distinguere la femmina è l’iride giallo, molto più acceso che nei maschi e diverso da quello dei giovani, tendente al bruno scuro.
Essendo la specie solo eccezionalmente nidificante, è utile approfondire gli studi sulle condizioni di svernamento e migrazione, per identificare quelle fasi del ciclo vitale dell’Albanella reale che si svolgono sicuramente nel nostro Paese. Solo in questo modo è possibile, per l’Italia, contribuire attivamente alla tutela della popolazione europea di questa specie.
Difficile, peraltro, valutare lo stato di conservazione a livello nazionale, sia per l’eccezionalità della nidificazione, sia per le opinioni contrastanti sulla sua presenza in epoca storica. Una questione dirimente, in quanto se considerata nidificante la specie nel nostro Paese si troverebbe in uno stato di conservazione estremamente critico.
Non risulta possibile per questa specie formulare un valore di riferimento favorevole (frv) né proporre, una visualizzazione sintetica dello stato di conservazione nel nostro Paese.
È comunque importante formulare alcune indicazioni per la conservazione. Anzitutto, è necessario mantenere intatti gli ambienti utilizzati per la nidificazione. Non solo le aree umide, ma anche quegli ambienti aperti e semi-aperti frequentati da individui svernanti, la cui tutela è fondamentale per questa come per moltissime altre specie legate a queste tipologie di habitat.
L’Albanella reale predilige climi temperati, anche tendenzialmente freddi, pur evitando aree montane scoscese, foreste troppo fitte, zone umide con vegetazione troppo alta. L’habitat ideale è invece costituito da un’ampia varietà di aree aperte con vegetazione bassa quali steppe, praterie, brughiere, arbusteti, dune, margini di paludi, boschi radi o con alberi di piccola taglia. Spesso un singolo territorio include più di un habitat.
Per riportare alcuni dati generali su successo riproduttivo e produttività nelle principali aree di nidificazione in Europa, si può parlare di successo di schiusa medio pari a 1,3 giovani per coppia. Un dato parecchio influenzato dalla disponibilità di prede, come dimostra il caso della Norvegia dove, negli anni in cui i roditori erano presenti in abbondanza, la produttività è salita a 2,25, per tornare a 1,8 gli altri anni, il dato medio per quel Paese.
Oltre alla disponibilità di prede, fattori cruciali in grado di compromettere il successo riproduttivo e per conseguenza, la sopravvivenza delle popolazioni sono l’abbandono delle covate (causato dalla poligamia particolarmente diffusa in questa specie e in alcune particolari stagioni), ma soprattutto la scarsa tolleranza al disturbo da parte dell’uomo, che costituisce la principale causa di mancata schiusa delle uova.
Altra minaccia per i giovani di Albanella reale è dovuta alle condizioni meteorologiche, specialmente in conseguenza di lunghi periodi di clima freddo e umido. La riduzione dell’habitat e la persecuzione diretta restano in ogni caso le principali cause del declino della specie in molti Paesi europei. Una ulteriore minaccia, più recente, è costituita dalla crescente meccanizzazione in agricoltura nonché dalla progressiva urbanizzazione, che ha ulteriormente ridotto l’habitat idoneo per la specie.
Estinta in Pianura Padana attorno agli anni Cinquanta – almeno stando alle testimonianze di alcuni autori – l’Albanella reale sembra tornata, se pure sporadicamente, a nidificare nell’area golenale del Po. È invece piuttosto diffusa in tutto il Paese come svernante, anche se l’intera popolazione comunitaria e continentale risulta attualmente in declino.
Un calo preoccupante che si è manifestato in modo particolare tra il 1990 e il 2000, riducendo la popolazione di Albanella reale nell’Unione europea a sole 11-18mila coppie, pari a circa un terzo della popolazione continentale complessiva e al 5% di quella globale della specie. Nonostante questo, l’Albanella reale non è attualmente tutelata da un Piano d’azione nazionale o internazionale, pur essendo protetta sia dalla Direttiva Uccelli sia, in Italia, dalla legislazione venatoria.
L’Albanella reale in Italia risulta comunque quasi esclusivamente svernante e migratrice. Confortante comunque il moderato incremento registrato in alcuni siti italiani di svernamento, per esempio la Toscana, dove l’incremento è costante fin dal 1990.
La maggior parte degli individui censiti nel nostro Paese proviene quindi dall’estero, e in particolare, come dimostrano i dati sugli inanellamenti – effettuati durante la fase della migrazione post-riproduttiva, ossia tra ottobre e dicembre – da Repubblica Ceca e Finlandia. Solitamente, la scelta dei quartieri di nidificazione e svernamento è particolarmente legata alla disponibilità di prede e alla possibilità di catturarle in ambienti aperti o le zone umide per frequentare anche praterie e aree agricole.
Il canto dell’Albanella reale è simile a un vero e proprio fischio. Estremamente acuto e in genere ripetuto in brevi sequenze, si può ascoltare con facilità quando il rapace è in fase di caccia, in volo radente sulla palude o sopra altri ambienti aperti ricchi di prede.