

ALBANELLA REALE
NOME SCIENTIFICO: Circus cyaneus
Specialista del volo radente, l’Albanella reale scruta attentamente il terreno alla ricerca di prede. Rettili, piccoli uccelli o mammiferi, anfibi: la palude, per questa specie, è un vero e proprio banchetto. Per conquistare il pranzo, questa specie piomba sulla potenziale preda e la uccide sul posto...
Minacce
L’Albanella reale predilige climi temperati, anche tendenzialmente freddi, pur evitando aree montane scoscese, foreste troppo fitte, zone umide con vegetazione troppo alta. L’habitat ideale è invece costituito da un’ampia varietà di aree aperte con vegetazione bassa quali steppe, praterie, brughiere, arbusteti, dune, margini di paludi, boschi radi o con alberi di piccola taglia. Spesso un singolo territorio include più di un habitat.
Per riportare alcuni dati generali su successo riproduttivo e produttività nelle principali aree di nidificazione in Europa, si può parlare di successo di schiusa medio pari a 1,3 giovani per coppia. Un dato parecchio influenzato dalla disponibilità di prede, come dimostra il caso della Norvegia dove, negli anni in cui i roditori erano presenti in abbondanza, la produttività è salita a 2,25, per tornare a 1,8 gli altri anni, il dato medio per quel Paese.
Oltre alla disponibilità di prede, fattori cruciali in grado di compromettere il successo riproduttivo e per conseguenza, la sopravvivenza delle popolazioni sono l’abbandono delle covate (causato dalla poligamia particolarmente diffusa in questa specie e in alcune particolari stagioni), ma soprattutto la scarsa tolleranza al disturbo da parte dell’uomo, che costituisce la principale causa di mancata schiusa delle uova.
Altra minaccia per i giovani di Albanella reale è dovuta alle condizioni meteorologiche, specialmente in conseguenza di lunghi periodi di clima freddo e umido. La riduzione dell’habitat e la persecuzione diretta restano in ogni caso le principali cause del declino della specie in molti Paesi europei. Una ulteriore minaccia, più recente, è costituita dalla crescente meccanizzazione in agricoltura nonché dalla progressiva urbanizzazione, che ha ulteriormente ridotto l’habitat idoneo per la specie.