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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliALLOCCO DEGLI URALI

NOME SCIENTIFICO: Strix uralensis
 

Rapace del grande nord, come intuibile dal nome che porta, abita le terre al di sopra del cinquantesimo parallelo. Prima unicamente migratrice e svernante, da qualche anno ha iniziato a nidificare anche alle nostre latitudini, e in particolare in Friuli-Venezia Giulia, dove la prima nidificazione accertata risale al 1994. Elegantissimo nel piumaggio, questo uccello ha trovato nelle Alpi e nelle Prealpi italiane un ambiente ospitale e particolarmente adatto alle sue esigenze ecologiche. Quello che si sta ricostituendo è probabilmente l’areale di presenza storica, quando la specie era diffusa nell’intero Impero austro-ungarico, che nell’Ottocento comprendeva anche l’intera area nord-orientale italiana…

 

Ordine: Strigiformi  

Famiglia: Strigidae

Facilmente addomesticabile dai falconieri più esperti, l’Allocco degli Urali rappresenta una delle specie più eleganti per quanto riguarda il piumaggio, come dimostra il caratteristico ciuffo di piume che ne circonda capo e collo. Nidificante in Italia solo dal 1994 – quando i primi nidi sono stati accertati in Friuli-Venezia Giulia – la sua presenza risale molto probabilmente a un periodo antecedente, forse passata inosservata.

Come lascia intuire il nome, l’Allocco degli Urali abita prevalentemente le terre settentrionali, a nord del 50° parallelo, dalla porzione europea dell’ex Unione Sovietica alla Siberia occidentale. Quindi Polonia e Bielorussia. Se tali terre sono abitate dalla sottospecie liturata,  quella presente nell’Europa centrale, nella vicina Slovenia, quindi in Italia, è invece la sottospecie macroura , che è risultata svernante proprio nelle stesse aree in cui negli anni Novanta sono stati censiti i primi nidi.

Probabilmente, ad aver favorito l’insediamento di una popolazione nidificante di Allocco degli Urali sono le condizioni ecologiche riscontrate nelle foreste alpine e prealpine nord-orientali, in tutto e per tutto simili a quelle della vicina Slovenia, da cui potrebbero provenire i primi nuclei di popolazione nidificante. Altro fattore, l’elevata risposta di questa specie a misure di tutela quali l’inserimento di opportune cassette nido, che hanno favorito la specie nelle aree interessate da progetti di tutela.

La prima nidificazione di Allocco degli Urali in una cassetta nido nel nostro Paese è peraltro notizia recentissima. Si tratta della struttura posta nelle Valli del Natisone, in provincia di Udine, dove la prima coppia di Allocco degli Urali ha deposto le uova nell’aprile del 2008.

Prospettive

La colonizzazione dell’Italia da parte dell’Allocco degli Urali è talmente recente da rendere impossibile sia un’esatta quantificazione dei trend demografici e dello stato di salute delle popolazioni insediate, sia, a maggior ragione, la determinazione, su basi scientificamente fondate, di un valore di riferimento favorevole (frv). La prima necessità che si pone è quindi quella di approfondire il monitoraggio dei contingenti nidificanti, al fine di individuarne l’evoluzione negli anni.

Come nel nord Europa – in cui il fenomeno è stato accertato – l’andamento delle popolazioni di Allocco degli Urali è probabilmente dipendente dalla disponibilità alimentare. Tassi elevati di successo riproduttivo uniti a un incremento delle popolazioni si sono registrati in coincidenza con i picchi più alti di presenza di popolazioni di roditori, tipicamente ad andamento ciclico.

In Italia la tutela delle popolazioni insediate dipende più strettamente da una corretta gestione delle foreste, e dalla diffusione di cassette nido in aree frequentate da individui ma sprovviste di alberi vecchi o maturi. È infatti la disponibilità di cavità in cui costruire il nido l’altro fattore che insieme alla presenza di prede può influenzare in modo determinante la persistenza di una singola popolazione.

L’indicazione di conservazione a medio termine per la specie consiste quindi essenzialmente nella messa in atto di misure idonee – quali appunto la posa di cassette nido – per favorire la creazione di popolazioni stabili. A questo deve in ogni caso accompagnarsi un monitoraggio costante finalizzato sia ad approfondire l’evoluzione dell’insediamento nelle aree di presenza accertata, sia a valutare la possibilità di eventuale colonizzazione di aree potenzialmente idonee per la specie.

Minacce

Specie forestale, l’Allocco degli Urali abita, nella porzione più settentrionale dell’areale di presenza, principalmente aree di pianura. Alle nostre latitudini preferisce invece aree collinari o montane, maggiormente in linea con le proprie esigenze ecologiche. In particolare, l’Allocco degli Urali necessità di boschi misti con ampie radure in cui poter andare a caccia.

Solamente d’inverno, e lontano dal periodo riproduttivo, la specie si spinge in aree più aperte, anche in prossimità di insediamenti umani. Piuttosto indifferente, a differenza di altri rapaci, alla composizione specifica delle foreste – il che ne ha favorito l’adattabilità a diversi ambienti alpini e prealpini – la specie dipende invece in modo particolare dalla conformazione dei boschi, che non devono essere troppo fitti. Risulta in altre parole vitale per la specie l’ampia disponibilità di terreni aperti in cui cacciare.

A fare la propria parte – in questo caso similmente ad altri rapaci dall’ecologia arborea – è anche la presenza di siti idonei per la nidificazione nelle macchie boscate. Difficile, in ogni caso, stabilire con precisione quali siano le principali minacce che pesano sull’esigua popolazione italiana, essendo la colonizzazione troppo recente e la presenza accertata relativa a pochissimi siti.

In linea generale, è stata dimostrata la correlazione tra dinamica di popolazione della specie e relativa disponibilità di prede. In Europa centrale, in particolare, a un trend positivo della popolazione di Allocco degli Urali corrisponde sempre un andamento positivo delle principali popolazioni preda, in modo particolare roditori.

Stato di salute

La specie è classificata come sicura nell’intera Europa. In moderato incremento in tutto il continente negli ultimi 30-40 anni, la popolazione comunitaria di Allocco degli Urali è attualmente stimata in 9.300-14mila coppie, pari tuttavia a meno del 20% della popolazione continentale complessiva, che potrebbe raggiungere le 140mila coppie. Peraltro, gran parte della popolazione globale della specie nidifica al di là degli Urali, tanto che la frazione continentale risulta pari a meno del 5% di quella complessiva.

Nonostante una presenza censita e accertata – e probabilmente anche anteriore al 1994 – nell’area di confine italo-sloveno, con buone possibilità di espansione verso il vicino Veneto, la popolazione attuale di Allocco degli Urali nel nostro Paese è probabilmente ridotta a pochissime coppie, non valutate nell’esatta entità numerica. Pur se estremamente esigua, la popolazione italiana della specie riveste un grande interesse conservazionistico, insistendo sull’estremità occidentale dell’areale di nidificazione, ed quindi rilevante il ruolo del nostro Paese nella tutela della stessa a livello globale.

Le indagini degli ultimi anni – tra il 2004 e il 2008 – hanno comunque consentito di accertare la presenza di almeno una coppia nelle Valli del Natisone, nelle stesse aree dove era stata accertata la nidificazione negli anni Novanta. Si tratta peraltro del medesimo sito in cui è stato portato a termine con successo un progetto di ripristino dell’habitat consistito nella posa di alcune cassette nido: qui, nel 2008, è avvenuto il primo caso italiano di nidificazione di una coppia di Allocco degli Urali in una struttura artificiale.

Oramai accertata risulta anche la nidificazione nella Foresta del Cansiglio, al confine tra Veneto e Trentino, con presenza di almeno 2 o 3 coppie. Molto probabilmente la specie è presente anche in altre aree – sconosciute fino a poco tempo fa – delle Prealpi Carniche, nonché nel Tarvisiano. L’areale distributivo risulta in ogni caso limitato, per il momento, alla porzione alpina nord-orientale.

Semaforo

L’Allocco degli Urali è presente in Italia da meno di vent’anni. Se troverà condizioni idonee e poco disturbo, è probabile che questa specie potrà affermarsi con popolazioni stabili nel nostro Paese. Tipologie ambientali piuttosto idonee, tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, spingono ad ipotizzare una diffusione della specie anche al di là dei siti finora noti. Probabilmente il futuro della specie – il cui stato di conservazione, data la ristrettissima entità della popolazione censita, non può comunque considerarsi adeguato – dipenderà in gran parte dalla presenza di aree boscate in linea con le sue esigenze ecologiche. In particolare, a boschi misti con siti idonei per costruire il nido devono alternarsi ambienti aperti per la caccia. La stessa disponibilità di siti idonei per la nidificazione può essere favorita dalla posa di cassette nido, come dimostra la recente nidificazione accertata nelle Valli del Natisone, in provincia di Udine.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* in espansione ma ancora pochi siti inadeguato
Popolazione stabile/in aumento ma ridotta inadeguato
Habitat della specie verosimilmente stabile favorevole
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Provenienti, con tutta probabilità, dalla vicina Slovenia, le coppie oggi nidificanti in Italia hanno trovato nelle Alpi e Prealpi nord-orientali un ambiente relativamente idoneo e ospitale per nidificare. Meno difficile da osservare rispetto ad altre specie in quanto meno legato a foreste con fitta vegetazione – pur essendo praticamente impossibile da avvistare in Italia data la ridottissima popolazione – l’Allocco degli Urali si spinge per la caccia in aree semi-aperte, e d’inverno addirittura in prossimità dei villaggi, quando è possibile udirne il canto, un fischio profondo e delicato emesso in brevi e intervallate sequenze.