ANATRA MARMORIZZATA - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliANATRA MARMORIZZATA

NOME SCIENTIFICO: Marmaronetta angustirostris
 

Illuminato dai raggi del sole, il piumaggio di questa specie restituisce un effetto visivo stupefacente, quasi si trattasse di una magnifica opera di Murano, in vetro soffiato. Non a caso porta il nome di marmorizzata, per il candido mantello su cui spiccano densi ciuffi di piume, bianche ma con sfumature del colore dell’alabastro e della giada. Nero è l’occhio, e scuro è anche il becco, per una specie abituata a muoversi in gruppo, e anche a nidificare in colonie più o meno abbondanti. L’Italia? Ospita una minuscola colonia, probabilmente nidificante, nelle zone umide del Trapanese…

 

Ordine: Anseriformes 

Famiglia: Anatidae

L’Anatra marmorizzata nidifica prevalentemente nel Mediterraneo e nel vicino Caucaso. Le principali popolazioni europee si trovano in Azerbaijan, con 200-600 coppie stimate, e in Turchia. Significativo, anche se certamente più ridotto, è il contingente spagnolo, con 30-200 coppie censite.

Migratrice nella maggior parte del suo areale, l’Anatra marmorizzata si sposta di frequente. Soprattutto al di fuori del periodo di nidificazione, questi spostamenti assumono carattere fisiologico, in conseguenza dell’abbondanza delle precipitazioni, di progressivi allagamenti o prosciugamenti. Erratismi dunque che non appaiono ciclici ma dettati da motivi opportunistici, con gli spostamenti migratori orientati tipicamente verso sud, durante l’inverno, ma diversificatissimi da un anno all’altro sia nel periodo che nella portata.

Peculiarità di questa specie, dalle abitudini chiaramente acquatiche, è naturalmente il piumaggio, candido e irsuto, da cui deriva il nome comune che le è stato assegnato nell’italiano corrente. Lunga circa 40 cm, si presenta interamente bianca fatta eccezione per l’occhio e il becco, che risultano in particolare contrasto con il resto del corpo.

Solitamente migratrice, la specie in Italia è presente come nidificante dal 2000, con una minuscola colonia, non più di tre coppie nelle aree umide del Trapanese, che pare avere trovato qui un’area idonea alla riproduzione. Accertati alcuni casi di svernamento, anche se, per la verità, solo un ridottissimo numero di coppie sverna entro i confini meridionali dell’Unione europea.

Prospettive

La piccola colonia siciliana ha mostrato, negli ultimi anni, un successo riproduttivo apparentemente molto alto. A scorrere i dati, emerge una produttività media pari a 7,7 giovani involati per coppia nidificante, un successo riproduttivo pari all’89% delle nidificazioni e un tasso d’involo medio pari a 8,9 giovani per coppia di successo. Azioni mirate per la conservazione della piccola popolazione siciliana sono già state intraprese e, pure se ancora non rilevante dal punto di vista percentuale, anche la tutela della colonia italiana pare importante nell’ottica di salvaguardare una specie globalmente minacciata, che ha visto la popolazione complessiva in larghissimo declino, probabilmente anche superiore al 90% nell’ultimo secolo.

Molto recente è appunto la colonizzazione del nostro Paese, tanto che non risulta agevole il calcolo di una soglia di minima popolazione vitale (mvp). A prescindere dal buon successo riproduttivo, la popolazione attuale della specie resta ridottissima, il che rende non solo impossibile formulare previsioni scientificamente fondate sulla sua persistenza, ma rende anche piuttosto rischioso approfondire l’ecologia e la biologia della specie nella colonia italiana.

Da privilegiare, dunque, è il monitoraggio non invasivo nei siti di presenza, dal Pantano Leone – prima area di nidificazione accertata – alle aree limitrofe (Lago Preola, Lago Murana, Pantano Longarini) in cui sono stati censiti nidi negli ultimi anni. Fino alla Sardegna, dove sono stati avvistati in tempi recentissimi individui in periodo riproduttivo, rendendo il monitoraggio dell’area sarda altrettanto importante, potenzialmente, per evidenziare eventuali nuovi siti di nuova presenza non saltuaria.

Fondamentale, oltre al consolidamento delle riproduzioni in Sicilia e al monitoraggio delle aree potenzialmente idonee, è infine accompagnare alle azioni sul campo opportune iniziative di sensibilizzazione, per limitare al minimo ogni forma di interferenza con il ciclo riproduttivo della specie. Solo infatti se la produttività dell’Anatra marmorizzata si manterrà su livelli attuali è possibile ipotizzare una persistenza a lungo termine della specie in Italia.

Minacce

La popolazione mondiale di Anatra marmorizzata ha subito durante l’ultimo secolo una contrazione numerica valutabile attorno al 90%. Con tutta probabilità, il declino è ancora in corso, il che rende la specie a fortissimo rischio di estinzione a livello globale. Presente in un areale molto ristretto che attraversa le zone temperate calde con clima steppico e mediterraneo, l’Anatra marmorizzata può nidificare con successo anche a quote elevate, solo ove particolari micro-climi lo consentano (per esempio in Belucistan).

Indifferente alla disponibilità di alberi o arbusti, l’Anatra marmorizzata pare invece dipendere dalla presenza di una fitta vegetazione sulla riva, in cui trovare riparo all’occorrenza. Può occupare anche aree allagate, stagni, lagune salmastre, casse d’espansione e altri siti artificiali, fiumi a lento scorrimento. Può infine avventurarsi, all’occorrenza, in aree agricole limitrofe, alla ricerca di cibo.

Esigenze ecologiche dunque che mostrano un apparentemente buona adattabilità della specie. Al contrario, l’Anatra marmorizzata risulta estremamente suscettibile sia al disturbo antropico sia a forti oscillazioni del livello idrico. La distruzione o il degrado degli habitat riproduttivi rappresentano la principale minaccia per la specie nel bacino del Mediterraneo.

Altri fattori impattanti sono dovuti alla persecuzione diretta – caccia e bracconaggio – e a locali episodi di avvelenamento a causa di pesticidi e altri agenti inquinanti. Fino alla predazione da parte di specie opportuniste o da parte di cani, gatti e ratti. Si stima che l’introduzione di specie dall’esterno – le cosiddette specie alloctone possa avere avuto, e avere tuttora, effetti nefasti sulla specie, il cui futuro dipende in ogni caso dall’efficacia della tutela di tutti i siti europei di presenza.

Stato di salute

La minuscola popolazione italiana, 1-3 coppie a seconda degli anni, risulta irrilevante dal punto di vista percentuale. Se non fosse che nell’intera Europa comunitaria la popolazione di Anatra marmorizzata superstite non supera attualmente le 210 coppie, anche secondo le stime più favorevoli, per larga parte concentrate in Spagna e pari a non più di un quinto della popolazione continentale complessiva.

In tutto il mondo, poi, si stima una presenza di 8-13mila coppie della specie, assegnando anche al nostro Paese un ruolo fondamentale per la sua tutela. Rara e localizzata al contempo, nidificante in pochissimi siti, l’Anatra marmorizzata – oggetto di un Piano d’azione  sia internazionale sia nazionale – potrebbe avere trovato nel Trapanese un’area idonea, come dimostrano le buone performance delle poche coppie presenti in termini di successo riproduttivo.

Una nidificazione che peraltro risale a tempi recentissimi, e cioè all’anno 2000, quando il primo nido è stato individuato in Sicilia. Più di recente, alcune osservazioni sono state registrate anche nell’Italia peninsulare, dalla Lombardia all’Emilia-Romagna, dalle Marche al Lazio, fino a Puglia e Toscana, anche se tali avvistamenti appaiono sostanzialmente legati al rilascio di soggetti allevati nell’ambito di progetti di reintroduzione. In Sicilia, la prima riproduzione ha dato un esito molto positivo: 8 pulcini nati, 7 involati. La specie ha poi continuato a riprodursi nello stesso sito, con 9 pulcini involati nel 2001, nessuno nel 2002, 6 nel 2003, ben 22 nel 2004, 21 nel 2005. Più di recente, la specie ha nidificato anche al Lago Preola, al Lago Murana e nel Pantano Longarini, mentre individui in periodo riproduttivo sono stati osservati anche in Sardegna.

Una frazione irrilevante, naturalmente, rispetto al contingente comunitario, eppure da tenere sotto stretta osservazione data la consistenza assoluta della popolazione comunitaria, che considerando la cifra più bassa della forbice statistica potrebbe non superare le 30 coppie. Peraltro, i censimenti effettuati su base storica restituiscono un quadro particolarmente allarmante per la specie, in larghissimo declino tra il 1970 e il 1990, seguito da parziale stabilità. La stessa popolazione continentale, concentrata in Turchia e Azerbaijan, è andata incontro a un moderato ma inesorabile declino tra il 1990 e il 2000.

Semaforo

Pochissime coppie nidificanti, ancora meno quelle che producono effettivamente nuove covate ogni anno. Questa la situazione della piccolissima colonia siciliana di Anatra marmorizzata, che pure mostra, su base statistica, un’elevatissima produttività in termini di giovani involati. Uno scenario estremamente critico per l’intera popolazione europea spinge a considerare molto attentamente anche la piccola colonia siciliana, per mantenere su questi livelli la produttività e assicurare così un futuro, anche nel nostro Paese, a questa specie globalmente minacciata che ha visto ridurre la propria popolazione mondiale di oltre il 90% nell’ultimo secolo.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* estremamente ridotto inadeguato
Popolazione estremamente ridotta cattivo
Habitat della specie poco conosciuto, localmente a rischio inadeguato
Complessivo   cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Particolarmente acuto, eppure composto da note abbastanza simili, il canto di questo uccello si compone di una lunga sequenza di richiami emessi a distanza variabile l’uno dall’altro. Difficilissimo udirlo in Italia, dal momento che le pochissime coppie nidificanti sono confinate nel Trapanese. Sempre più raro, del resto, è l’incontro con l’Anatra marmorizzata in tutta Europa, con poche centinaia di coppie nidificanti che devono fare i conti con habitat sempre più ristretti e inospitali.