BECCAMOSCHINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliBECCAMOSCHINO

NOME SCIENTIFICO: Cisticola juncidis
 

Il Beccamoschino è una specie prevalentemente solitaria e molto “rumorosa”, sebbene il suo canto non sia molto brillante, ma suoni all’orecchio come un monotono “zip-zip” emesso quasi sempre in volo. Frequenta ambienti dalla vegetazione particolarmente fitta, in cui si nasconde perfettamente. È possibile quindi osservare la specie quasi esclusivamente durante il periodo della riproduzione, quando il maschio intraprende spericolati voli nuziali con continui saliscendi accompagnati da un energico sbattimento di ali. Più difficile è osservarlo quando è posato sul terreno, anche per il suo piumaggio mimetico...

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Cisticolidae

La popolazione del Beccamoschino si concentra prevalentemente in pianura e sui primi rilievi, fino ai 500 metri di altitudine. Nelle zone di montagna invece la sua presenza è molto localizzata. Predilige in primo luogo ambienti umidi quali paludi, aree costiere, cave di argilla e lungofiumi, ma lo si può incontrare anche in spazi aperti più secchi come i pascoli o i campi coltivati. Sceglie comunque di norma una vegetazione incolta e folta, formata da sterpaglie ed erba alta.

La specie si distribuisce tra le regioni equatoriali, tropicali e subtropicali, dall’Africa all’Australia, passando per la Cina e il Giappone. In Europa si concentra soprattutto nell’area mediterranea e, durante la stagione fredda, si sposta nella parte meridionale dell’areale, fino a raggiungere il Nord Africa. La popolazione della sottospecie C.J. cisticola  è invece presente nell’isola di Pantelleria e nelle isole Pelagie, in modo particolare a Lampedusa. In generale in Italia la specie si concentra principalmente nella Pianura Padana, ma è distribuita in gran parte della penisola, fatta eccezione per le Alpi e i rilievi appenninici più interni.

Il Beccamoschino è uno degli uccelli più piccoli che abitano il continente europeo: misura circa 10-11 centimetri e il suo peso non supera gli 8-9 grammi. Non si apprezzano particolari differenze tra i due sessi. Entrambi, infatti, presentano il piumaggio delle parti superiori di color bruno-ocra e il dorso è attraversato da striature nere. Le parti inferiori tendono invece a una tonalità biancastra, gola e ventre compresi. Le ali sono punteggiate e striate di nero, mentre il becco è rosa-arancio. La coda è corta e arrotondata e le zampe vanno dal rosa al giallo.

Il Beccamoschino si nutre principalmente di insetti e semi che raccoglie sull’erba o nei cespugli. Il periodo riproduttivo va da maggio a luglio e vengono deposte in media due o tre covate l’anno. In primavera il maschio prepara parzialmente diversi nidi e con il suo volo nuziale vi attira diverse femmine. Subito dopo l’accoppiamento sono queste ultime a completare il nido, utilizzando erba secca intrecciata a ragnatele, dandogli una forma a coppa allungata. A ogni covata vengono deposte dalle 4 alle 6 uova che vengono incubate per 10-11 giorni. I pulcini rimangono poi nel nido per almeno due settimane.

Prospettive

Considerando che l’attività di rilevamento della specie d’estate è piuttosto facilitata, si è in possesso di dati esaustivi riguardanti la distribuzione. Risultano invece totalmente insufficienti gli studi riguardanti i parametri demografici delle popolazioni e scarsi sono i valori di densità. Oltre ad avviare questo tipo di ricerche, per poter meglio stabilire l’andamento demografico della specie, sarebbe anche necessario compiere monitoraggi a larga scala e a lungo termine in quanto la specie fa registrare continue fluttuazioni.

Tali fluttuazioni, nelle stagioni invernali particolarmente rigide, possono portare anche all’estinzione o alla riduzione della popolazione a livello locale. Per questo motivo, risulta difficile stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). In condizioni normali questo è stimato in 10 maschi cantori ogni 10 ettari, mentre se i contesti risultano ottimali il valore raggiunge, a parità di superficie, i 13-14 maschi cantori/10 ha.

A livello europeo la specie risulta particolarmente prolifica: in Francia il tasso di involo è pari a 10-16.5 pulcini l’anno e in Normandia l’80% delle uova si schiude con successo e il tasso dell’involo è pari al 93%. In Italia la popolazione nidificante è soggetta a sensibili fluttuazioni: dopo il grave declino di metà anni Ottanta, dovuto a inverni più rigidi della media, si è registrata una successiva ripresa e ricolonizzazione di aree locali in cui la specie si era estinta. Non vi sono particolari fattori che minacciano la specie, ma le sensibili fluttuazioni accompagnate da episodi di estinzione a livello locale hanno portato gli esperti a valutare comunque inadeguato l’attuale stato di salute delle popolazioni.

I fattori che incidono maggiormente sulla conservazione del Beccamoschino sono quelli climatico e antropico. Riguardo a quest’ultimo, è auspicabile procedere a un ripristino o a un mantenimento delle aree incolte ed erbose. Inoltre nelle fasce erbacee lungo i fossi o i canali è bene non condurre gli interventi di manutenzione durante il periodo riproduttivo,che solitamente copre il periodo tra il mese di maggio e quello di luglio.

Minacce

Il Beccamoschino predilige ambienti aperti particolarmente erbosi e cespugliosi, ma lo si può incontrare anche nelle vicinanze di centri abitati e in diverse altre zone anche fortemente antropizzate: risaie, torbiere, zone aeroportuali, cantieri stradali, lottizzazioni industriali e coltivazioni estensive di cereali.

La popolazione è particolarmente diffusa al di sotto dei 500 metri sul livello del mare, mentre in zona appenninica intorno ai 1.100 metri di altitudine è più localizzata. Durante la stagione fredda si sposta ad altitudini meno elevate e predilige aree soleggiate e riparate dai venti freddi. La specie fa registrare un successo riproduttivo piuttosto elevato. In periodo riproduttivo, la specie va spesso alla ricerca di zone particolarmente umide dove poter nidificare tra la vegetazione.

Il fattore che più incide su conservazione e sopravvivenza della specie è sicuramente il clima. Il Beccamoschino infatti risente particolarmente delle temperature rigide delle stagioni invernali. Tre giorni consecutivi su dieci di gelo o una leggera copertura nevosa possono ridurre sensibilmente il numero di individui. Per lo stesso motivo le regioni che fanno registrare in media due settimane consecutive di gelo non risultano adatte per accogliere la specie, che qui risulta infatti assente o presente in modo del tutto sporadico.

Ulteriore fattore che minaccia la specie, e in modo particolare il suo habitat, è costituito dall’intervento antropico. Le pratiche agricole meccanizzate, infatti, possono alterare pesantemente l’equilibrio ecologico degli ambienti che il Beccamoschino predilige: bonifiche, irrigazioni, prati stabili, distruzione degli incolti e pulitura delle rive dei canali. Queste, insieme alle condizioni climatiche, le cause principali alla base delle continue fluttuazioni della popolazione.

Stato di salute

Il Beccamoschino è classificato tra le specie con stato di conservazione favorevole sia a livello del continente sia dell’Unione europea. La specie  non è inclusa nella Lista Rossa Nazionale e in Italia, ai sensi della legislazione venatoria, risulta protetta e dunque non cacciabile.

La popolazione nidificante dell’Europa e dell’Ue, nel ventennio dal 1970 al 1990, si è mantenuta stabile, così come nel decennio successivo. Negli anni Settanta si è inoltre verificata un’espansione dell’areale europeo in quanto la specie ha colonizzato Belgio, Paesi Bassi, Croazia, Slovenia, Germania e Svizzera. Durante i rigidi inverni del 1978 e del 1982 si è registrato un sensibile declino della popolazione accompagnato da un ridimensionamento dell’areale. La popolazione nidificante dell’Unione europea, stimata tra le 230mila e 1,1 milioni di coppie, coincide con quella continentale complessiva e costituisce il 5% della popolazione globale della specie.

La popolazione italiana invece è stimata in circa 100mila-300mila maschi cantori. L’Italia riveste dunque un ruolo da protagonista nella conservazione della specie a livello continentale: ospita infatti il 30% della popolazione continentale complessiva. La popolazione si concentra in primo luogo nell’Italia centro-meridionale e la sua densità demografica varia sensibilmente a seconda delle condizioni climatiche. Nelle aree costiere l’andamento demografico risulta essere più stabile. Le popolazioni delle regioni settentrionali e delle aree montane sono parzialmente migratrici, mentre nelle altre zone della penisola la specie mostra abitudini più sedentarie.

In Lombardia tra il 1992-2007 erano stimate 500-1500 coppie, registrando un trend piuttosto fluttuante in tutta la regione. Nella provincia di Brescia tra il 1975 e il 1984 si sono registrate meno di 10 coppie. A fine anni Settanta e a metà anni Ottanta la popolazione ha fatto segnare un sensibile declino, riprendendosi poi negli anni Novanta. In Toscana, nelle annate favorevoli, si stimano 50mila coppie, mentre nel comune di Firenze sono state censite 102 coppie con trend in declino. In Umbria, tra il 2001 e il 2005 la popolazione nidificante si è presentata in costante diminuzione, mentre quella svernante godeva di una relativa stabilità. Nello stesso periodo anche nel Lazio il numero di coppie è costantemente diminuito, così come a Napoli dove la popolazione tra l’inizio degli anni Novanta e il 2000 è calata del 10,6%. In Sicilia la specie è principalmente concentrata al di sotto dei 1.000 metri di altitudine e la sua portata varia a seconda delle condizioni climatiche.

Semaforo

Forti fluttuazioni dovute al fattore climatico, e in modo particolare agli inverni rigidi, portano a considerare lo stato di conservazione del Beccamoschino non del tutto adeguato per garantire, nel lungo periodo, la permanenza della specie nel nostro Paese.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Complessivamente stabile nel lungo periodo Favorevole
Popolazione Specie sensibile a vistose fluttuazioni nel breve periodo Inadeguato
Habitat della specie Verosimilmente stabile nel complesso Favorevole
Complessivo   Inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Bioregione alpina e continentale
In queste regioni lo stato di salute del Beccamoschino si mostra nel complesso preoccupante, in quanto a sensibili decrementi a livello locale durante la stagione fredda si affianca un generale ridimensionamento, negli ultimi anni, dell’areale di presenza, a causa della riduzione dell’ambiente adatto alla specie.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range In contrazione causa inverni rigidi Inadeguato
Popolazione Soggetta a fluttuazione Inadeguato
Habitat della specie In declino Inadeguato
Complessivo   Inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Bioregione mediterranea 
Situazione complessivamente stabile, nonostante la persistente carenza di studi dettagliati sui parametri demografici.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Stabile Favorevole
Popolazione Probabilmente stabile nel complesso, ma poco conosciuta Favorevole
Habitat della specie Stabile, ma poco consciuto Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

In primavera il maschio intona il suo canto con maggiore frequenza, soprattutto durante il rito dell’accoppiamento. Le sue emissioni canore servono infatti ad attirare numerose femmine con cui poi si riproduce. Il canto è una ripetizione piuttosto monotona di brevi cinguettii molto acuti.