BECCAMOSCHINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliBECCAMOSCHINO

NOME SCIENTIFICO: Cisticola juncidis
 

Il Beccamoschino è una specie prevalentemente solitaria e molto “rumorosa”, sebbene il suo canto non sia molto brillante, ma suoni all’orecchio come un monotono “zip-zip” emesso quasi sempre in volo. Frequenta ambienti dalla vegetazione particolarmente fitta, in cui si nasconde perfettamente. È possibile quindi osservare la specie quasi esclusivamente durante il periodo della riproduzione, quando il maschio intraprende spericolati voli nuziali con continui saliscendi accompagnati da un energico sbattimento di ali. Più difficile è osservarlo quando è posato sul terreno, anche per il suo piumaggio mimetico...

Minacce

Il Beccamoschino predilige ambienti aperti particolarmente erbosi e cespugliosi, ma lo si può incontrare anche nelle vicinanze di centri abitati e in diverse altre zone anche fortemente antropizzate: risaie, torbiere, zone aeroportuali, cantieri stradali, lottizzazioni industriali e coltivazioni estensive di cereali.

La popolazione è particolarmente diffusa al di sotto dei 500 metri sul livello del mare, mentre in zona appenninica intorno ai 1.100 metri di altitudine è più localizzata. Durante la stagione fredda si sposta ad altitudini meno elevate e predilige aree soleggiate e riparate dai venti freddi. La specie fa registrare un successo riproduttivo piuttosto elevato. In periodo riproduttivo, la specie va spesso alla ricerca di zone particolarmente umide dove poter nidificare tra la vegetazione.

Il fattore che più incide su conservazione e sopravvivenza della specie è sicuramente il clima. Il Beccamoschino infatti risente particolarmente delle temperature rigide delle stagioni invernali. Tre giorni consecutivi su dieci di gelo o una leggera copertura nevosa possono ridurre sensibilmente il numero di individui. Per lo stesso motivo le regioni che fanno registrare in media due settimane consecutive di gelo non risultano adatte per accogliere la specie, che qui risulta infatti assente o presente in modo del tutto sporadico.

Ulteriore fattore che minaccia la specie, e in modo particolare il suo habitat, è costituito dall’intervento antropico. Le pratiche agricole meccanizzate, infatti, possono alterare pesantemente l’equilibrio ecologico degli ambienti che il Beccamoschino predilige: bonifiche, irrigazioni, prati stabili, distruzione degli incolti e pulitura delle rive dei canali. Queste, insieme alle condizioni climatiche, le cause principali alla base delle continue fluttuazioni della popolazione.