CANNAIOLA COMUNE
NOME SCIENTIFICO: Acrocephalus scirpaceusLa Cannaiola comune è la specie più esposta al parassitismo del Cuculo: questo, infatti, approfittando di un momento di abbandono del nido, depone il proprio uovo tra quelli della Cannaiola, che, non distinguendolo dagli altri, lo cova con la stessa premura. Una volta nato, il giovane Cuculo scaraventa fuori del nido le altre uova per ricevere tutte le attenzioni dai genitori adottivi. A distinguere la Cannaiola comune dalla “cugina” verdognola è il suo particolare canto, che spesso intona nascosta nella fitta vegetazione palustre…
Ordine: Passeriformes Famiglia: Sylviidae
La Cannaiola comune si concentra principalmente in prossimità di raccolte di acqua dolce, come zone umide sempre piuttosto estese, lungo fiumi, e laghi. Come il Canareccione, predilige una vegetazione fitta composta da canneti. La si può incontrare nelle lagune, nelle valli da pesca, nelle paludi e nelle cave di argilla.
La specie è distribuita tra il continente europeo e quello asiatico. In Europa, l’areale si estende dalla penisola iberica alla Russia e, nella zona meridionale, arriva a coprire le regioni nord-occidentali dell’Africa. Presente in Italia come nidificante, migratrice regolare e – occasionalmente – svernante, la Cannaiola comune presenta una distribuzione ampia, ma frammentata. Il suo ambiente principale, il canneto, lo si ritrova principalmente nelle zone interne e costiere della Pianura padana, sulla costa adriatica e lunga quella tirrenica, fino alla Sicilia.
La Cannaiola comune raggiunge i 13-14 centimetri di lunghezza e un’apertura alare pari a 19-21 centimetri. Il piumaggio si caratterizza per una netta contrapposizione di tonalità tra le parti superiori e inferiori: le prime presentano sfumature brunastre, mentre le altre sono di colore bianco sporco-fulvo. La specie si caratterizza inoltre per un sopracciglio bianco appena accennato. Le zampe sono di colore marrone, mentre il becco è piuttosto allungato e, nella parte inferiore, si presenta marrone chiaro. Non si apprezzano particolari differenze estetiche né tra i due sessi, né tra individui giovani e adulti, anche se questi ultimi appaiono, nel complesso, di un colore grigio più marcato.
La specie alleva una sola covata l’anno, mentre il periodo riproduttivo coincide, approssimativamente, con il mese di giugno. Il nido – di dimensioni relativamente ridotte e a forma di cilindro allungato – viene costruito all’interno della vegetazione, ben mimetizzato nell’ambiente circostante. Entrambi i genitori si occupano della sua costruzione, ma è la femmina a creare il rivestimento interno. Qui vi depone 4-5 uova di colore verde chiaro con macchie grigie, che vengono covate da entrambi i partner per quasi due settimane. La Cannaiola comune è un volatile che si nutre prevalentemente di insetti palustri e delle loro larve. Durante l’autunno la sua dieta si allarga fino a comprendere anche bacche e frutti selvatici.
Gli studi compiuti finora sulla Cannaiola comune hanno fornito informazioni piuttosto dettagliate in relazione alla distribuzione della specie sul territorio nazionale. Analisi approfondite hanno inoltre fornito dati esaurienti riguardanti la densità e l’abbondanza della specie nelle zone umide italiane. La maggiore carenza di dati strutturati si riscontra invece nell’ambito del successo riproduttivo e dei parametri demografici.
Considerando i dati relativi alla densità ad oggi disponibili, è stato comunque possibile stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), pari a 5 coppie per ogni ettaro di canneto. Tale valore è destinato a salire a 15 coppie – a parità di superficie – negli ambienti particolarmente favorevoli, dove le densità che si raggiungono sono ovviamente più elevate. A livello locale, anche quest’ultima soglia, in condizioni ottimali, può essere superata.
Considerato che una delle principali ipoteche sulla conservazione della specie è data dall’alterazione del suo habitat, risulta evidente come interventi di tutela e gestione naturalistica delle zone umide, possano favorire l’incremento delle popolazioni nidificanti. Anche interventi di ripristino ambientale delle aree degradate possono favorire notevolmente l’insediamento della specie.
Per quanto riguarda gli ambienti a canneto, è fondamentale evitare lo sfalcio della vegetazione durante il periodo riproduttivo della specie, che solitamente copre l’intero mese di giugno-luglio. In questo stesso periodo si dovrebbe inoltre optare per una sospensione degli interventi di manutenzione quali il recupero e la sistemazione di argini e sponde vegetate, in quanto luogo dove la Cannaiola comune depone le uova.
La Cannaiola comune è una specie strettamente legata ad ambienti umidi e lacustri e sceglie come ambiente di nidificazione le acque dolci o salmastre. Come vegetazione predilige gli alti canneti, ma colonizza spesso zone dove è presente il canneto “puro”. Solitamente si stabilisce nella fascia di vegetazione folta o semisommersa da acqua bassa, mentre evita la zona asciutta contigua.
Per quanto riguarda il successo riproduttivo della specie, due sembrano essere i fattori che incidono in modo sensibile. Il primo è quello della predazione: secondo i rilevamenti compiuti nel Regno Unito, nella regione del Cheshire circa il 20% delle covate vanno perse a causa di questo fenomeno. Il secondo fattore è quello climatico: è probabile che precipitazioni particolarmente intense possano influire sul successo riproduttivo, o portando alla morte i pulcini per ipotermia, o abbassando la densità di prede disponibili per la produzione delle uova e l’allevamento della covata.
Considerando che la specie si concentra unicamente lungo corsi d’acqua dolce, quali paludi, laghi, lagune, stagni, fiumi, torrenti e fossati, una potenziale minaccia che può minare la sua sopravvivenza è costituita dal degrado di queste zone umide, che presentano la caratteristica vegetazione ripariale a canneto, luogo prediletto dalla specie per la riproduzione in quanto permette una perfetta mimetizzazione del piccolo nido.
Gli interventi antropici che portano a una riduzione degli ambienti palustri costituiscono una grave minaccia anche in quanto vanno a limitare fortemente le aree di alimentazione della Cannaiola comune, che si nutre prevalentemente sulle canne ad altezza media. Fortunatamente, la specie ha mostrato una buona adattabilità, da questo punto di vista, sviluppando abitudini alimentari opportuniste che la portano a ricercare cibo anche tra i cespugli o, raramente, per terra.
Lo stato di salute della specie è considerato “sicuro” a livello continentale, considerando che tutte le popolazioni europee sono attestate come stabili o in crescita. La Cannaiola comune non è inserita nella Lista Rossa Nazionale ma, ai sensi della legislazione venatoria, in Italia risulta protetta e dunque non cacciabile.
La popolazione nidificante dell’Unione europea si attesta sulle 2.113.000-3.742.000 coppie, corrispondenti al 75-78% della popolazione continentale e a una frazione compresa tra il 39% e il 55% della popolazione globale. Le popolazioni continentali “chiave” sono quella svedese e quella rumena ed entrambe si mostrano stabili o in crescita. Durante i mesi invernali, le popolazioni che occupano l’Europa si dirigono verso l’Africa sub-sahariana, arrivando fino allo Zambia.
La popolazione nidificante italiana è stimata in 30mila-60mila coppie, stabili nel decennio tra il 1990 e il 2000. Costituisce l’1,4-1,6% della popolazione dell’Unione europea e l’1,1-1,2% di quella continentale complessiva, numeri che rendono solo in apparenza limitata l’importanza relativa del nostro Paese per la conservazione della specie. Allo stesso tempo, infatti, i dati su inanellamenti e ricatture dimostrano come l’Italia rappresenti una base importantissima per numerose popolazioni europee – in particolare per quelle dell’Europa centro-orientale – quale luogo di alimentazione e sosta prima della partenza verso i quartieri di svernamento, situati nell’Africa sub-sahariana.
Nel nostro Paese, la maggiore concentrazione di individui si registra nella Pianura padana centrale e orientale, dove si raggiungono densità pari a 4-5 coppie per ettaro. In Lombardia, la popolazione presenta un andamento stabile e si attesta sulle 1.500-3.000 coppie. In provincia di Brescia le coppie censite sono 100-130, con una concentrazione di circa 80 coppie nella Riserva naturale Torbiere del Sebino negli anni Ottanta, che si è poi attestata tra le 50 e le 70 coppie negli anni successivi. Sul lago superiore di Mantova, a inizio anni Ottanta, erano stimate 80-100 coppie, che nel 2008 sono salite a 150-200. Nella provincia di Forlì-Cesena, si è registrata una sensibile riduzione nella distribuzione della specie – rispetto ai valori riportati nell’Atlante realizzato tra il 1983 e il 1986 – che si è poi riportata su un trend stabile a metà anni Novanta. In Toscana, a inizio anni Novanta, le coppie stimate erano oltre 5mila, mentre le 1.000 coppie censite in Molise a metà anni Novanta risultano in decremento. In Sicilia, invece, le 500-1.500 coppie stimate presentano un trend positivo.
Il trend delle popolazioni di Cannaiola comune nel nostro Paese risulta, nel complesso, relativamente stabile. Ciononostante, le continue minacce all’habitat di nidificazione – e la parallela riduzione sia delle zone umide in generale sia delle formazioni a canneto che la specie predilige per nidificare e alimentarsi – portano a giudicare come inadeguato lo stato di conservazione complessivo della specie.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | stabile | favorevole |
Popolazione | stabile ma fluttuante | inadeguato |
Habitat della specie | localmente in decremento ma stabile nel complesso | inadeguato |
Complessivo | inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni
La Cannaiola comune canta a qualsiasi ora del giorno, dall’alba a notte fonda. Solitamente alterna suoni aspri a suoni più dolci, ripetendoli ogni volta entrambi per diverse volte, quasi a creare delle “strofe”. Il suo canto – non distante, all’orecchio, da quello del più grosso “cugino” Cannareccione – viene di tanto in tanto interrotto da suoni diversi, che la Cannaiola comune emette “prendendo spunto” dai gorgheggi di altre specie.