CINCIA ALPESTRE - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliCINCIA ALPESTRE

NOME SCIENTIFICO: Poecile montanus
 

La Cincia bigia alpestre è stata riconosciuta come una specie distinta dalla Cincia bigia solo nel 1.800. Si vede raramente nei giardini, preferendo muoversi nelle boscaglie di conifere, umide e ricche di ruscelli. Sempre attiva, saltella agile su rami e rametti cercando bruchi e altre larve, insetti, ragni, chiocciole, semi e bacche.

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Paridae

Molto simile alla Cincia bigia, la Cincia bigia alpestre – o più semplicemente Cincia alpestre – ha  testa leggermente più rotonda e larga, dando l'impressione che di non avere il collo. Il piumaggio è castano scuro sul dorso e le ali, mentre il ventre è più chiaro. Il cappuccio nero e le guance bianche sono la sua caratteristica. Si ciba di insetti e, soprattutto nella stagione invernale, anche di semi e nocciole. Gli inanellamenti sono distribuiti lungo l'arco alpino, dalle aree costiere del Friuli al confine occidentale del Piemonte. Strettamente legata ai boschi di conifere, ha la propria massima diffusione tra i 1.400 e i 1.800 metri, pur spingendosi fino ai 2.000.

I partner collaborano a scavare la cavità del nido in un ceppo o in un ramo in putrefazione; la femmina la tappezza con fibre vegetali, muschio e piume. A volte il nido è ricavato nella cavità abbandonata da un picchio o è anche un nido artificiale. Le 5-10 piccole uova sono lisce, lucide di colore bianco con piccole macchie rosso-marroni e vengono covate per 15 giorni. I piccoli vengono accuditi da entrambi i genitori per circa altri 20 giorni.

Prospettive

La distribuzione e l'ecologia della specie sono sufficientemente note per il Nord Italia, ma mancano dati sulla dinamica della popolazione, sulla densità in periodo di nidificazione e sul successo riproduttivo. Per gli ambienti forestali più idonei su Alpi, Prealpi e Appennini si propone come Favourable Reference Value (FRV) un valore di 3 coppie per 10 ettari, mentre valori anche decisamente superiori sono riscontrati in aree ottimali a piccola scala. L'elevata densità dei territori riproduttivi, registrata in numerose aree, delinea un quadro nazionale positivo e complessivamente stabile. Pertanto si prospetta verosimilmente una situazione favorevole per i prossimi decenni.

Per migliorare ancora la situazione sarebbe opportuno prevedere strategie silvicolturali per la conservazione di piante marcescenti e con cavità, che possono ulteriormente favorire la specie. Il mantenimento di fessure in muretti a secco e in muri di malghe e casolari in contesti montani, nonché l'apposizione di cassette nido artificiali possono avvantaggiare la specie in periodo riproduttivo. Al momento, si ravvisa la necessità di ottenere dati quantitativi più precisi da alcune aree campione italiane – in particolare gli Appennini - per aggiornare le poche informazioni disponibili.

Minacce

La specie è strettamente legata ad ambienti forestali non particolarmente soggetti a rischi di trasformazione. Per questo per la conservazione risulta sufficiente un'oculata gestione forestale tale da preservare una buona quantità di alberi maturi e marcescenti, al fine di favorire il reperimento, da parte della specie, di siti alimentari e di nidificazione. Può essere inoltre avvantaggiata dall'apposizione di cassette nido e dal mantenimento dei muretti a secco su terrazzamenti e sentieri in ambito rurale montano.

Non si ravvisano particolari minacce per la riproduzione. Interventi silvicolturali e tagli forestali in periodo di nidificazione possono provocare locali episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo, mentre nell'ex Repubblica Federale Tedesca il 61% dei nidi viene predato dal Picchio rosso maggiore o dalla Ghiandaia. Nel nord della Finlandia analoghe ricerche hanno registrato il fallimento completo del 21% dei nidi, mentre il 71% delle uova deposte ha prodotto un giovane involato, con una media pari a 5,4 giovani involati per ciascuna coppia.

Stato di salute

La Cincia alpestre vanta uno stato di conservazione favorevole. È diffusa in buona parte dell'Europa centro-settentrionale, che rappresenta meno della metà del suo range globale. La sua popolazione europea è estremamente consistente (oltre 24.000.000 coppie) ed è rimasta stabile nel periodo 1970-1990. Sebbene siano stati registrati declini nel Nord Europa e in alcune popolazioni occidentali, negli anni 1990-2000, la specie si è conservata stabile in Russia e nell'Europa orientale ove è intervenuto solo un lieve declino.

Per queste motivazioni è stata considerata “sicura”. La popolazione italiana si concentra in modo particolare nella regione biogeografica alpina – dove è distribuita in modo uniforme - e, in misura minore, in quella continentale, ed è pari a meno dell'1% della popolazione complessiva europea. È stabile anche a livello italiano, con 100.000 coppie in Trentino e tra 10.500-23.000 coppie in Lombardia nel periodo 1992-2007. La Cincia alpestre non è stata inclusa nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, invece, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (Art. 2, 157/92).

Semaforo
Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Stabile Favorevole
Popolazione Stabile Favorevole
Habitat della specie Stabile / in aumento Favorevole
Complessivo   Favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

E' soprattutto per il canto che la Cincia alpestre si differenzia dalla Cincia bigia. Quella della Cincia alpestre consiste in un trillo nasale simile ad un "ciaii-ciaii-ciaii", e la sua canzone è "pii-oo pii-oo". La Cincia alpestre, inoltre, interpreta il ghegheghe in modo originale (più nasale e monotono) e sufficiente a rendere la sua identificazione sul campo abbastanza facile.