CINCIA BIGIA - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliCINCIA BIGIA

NOME SCIENTIFICO: Poecile palustris
 

La Cincia bigia, fino al 1.800 non distinta dalla Cincia alpestre, è una specie strettamente sedentaria ma ha esigenze spaziali piuttosto importanti. Per vivere necessita, infatti, di formazioni boschive di almeno 4-5 ettari di estensione, con alberi ricchi di cavità utilizzate per la nidificazione. Quest’ultimo aspetto è di cruciale importanza: per permettere alla Cincia bigia di prolificare è necessario siano presenti molte cavità di questo tipo, dal momento che occupa il livello gerarchico più basso nella comunità dei nidificanti in cavità ed è quindi costretta a utilizzare quelle lasciate libere dalle altre specie.

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Paridae

La Cincia bigia è un piccolo passeriforme, lungo circa 12 centimetri. Il piumaggio è castano sul dorso, sulle ali e la coda, più chiaro sull'addome con un caratteristico cappuccio nero e guance bianche. Fino al 1.800 non veniva distinta dalla Cincia bigia alpestre. Diffusa in tutta Europa, vive prevalente nei querceti e nei boschi di caducifoglie in generale, ma non è difficile incontrarla in parchi e giardini, soprattutto durante la stagione invernale.

Come tutte le Cince, anche la Cincia bigia è un insettivoro. Integra comunque la dieta con piccoli frutti, semi e miele. Il volo è sfarfallato e ondulato, con battiti rapidi e poco profondi. Nidifica in cavità di tronchi, ceppi e radici, occasionalmente in cunicoli e fenditure di muri. Da aprile in avanti la femmina depone 7-10 uova bianche macchiate di bruno, alla cui incubazione provvede quasi da sola per 13-17 giorni. Entrambi i genitori si occupano dei piccoli fino alla completa autosufficienza. L'involo avviene dopo 2-3 settimane.

La distribuzione degli inanellamenti ricalca fedelmente l'areale distributivo della specie in Italia, con numeri particolarmente elevati tra Trentino e Veneto, quindi in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, mentre meno numerose sono le catture alle latitudini più meridionali della penisola. La specie risulta ampiamente residente nell'intero suo areale distributivo, dove compie movimenti molto ridotti. La massima distanza percorsa sembra relativa ad un soggetto inanellato in Belgio e segnalato in Portogallo. Le ricatture derivano da attività di inanellamento ma ancor più da catture intenzionali.

Prospettive

Le più alte densità a livello europeo (Svezia, Inghilterra, Francia, Germania, Polonia) sono state riscontrate in corrispondenza di boschi di querce, dove la Cincia bigia può raggiungere a vasta scala valori massimi di 25 coppie per km² ed eccezionalmente di 30-40 coppie/km². Sulla base dei dati disponibili, si propone come FRV a scala locale una densità riproduttiva in habitat ottimale (fustaia matura ricca di cavità naturali) di 5 coppie/10 ettari, mentre a scala di comprensorio non sono disponibili valori di riferimento per poter definire un FRV.

La popolazione nidificante è stabile e soggetta a fluttuazioni, apparentemente in incremento in aree ove il bosco tende a raggiungere una fase di maturità ottimale per la specie o dove il bosco tende a colonizzare aree agricole abbandonate (fasce collinari e montane). È necessario sottoporre la specie ad attività di regolare monitoraggio, al fine di raccogliere informazioni sufficienti per individuare eventuali trend negativi e trarne indicazioni utili a favorirne la conservazione.

Per rendere più positive le prospettive della specie possono essere importanti interventi di tutela di formazioni boschive mature, con alberi di grandi dimensioni e marcescenti (in particolare i vecchi esemplari di querce e castagni da frutto), oltreché interventi di messa a dimora di nuovi boschi di querce in ambito planiziale. Trattandosi di specie particolarmente sensibile alla frammentazione degli ambienti forestali e fortemente sedentaria, quindi assai lenta a ricolonizzare aree soggette a estinzione locale, risulterebbero in particolare di grande beneficio per la Cincia bigia interventi di creazione di nuove aree boscate che permettano di mettere in connessione ecologica aree di presenza della specie attualmente isolate. La specie può trarre beneficio anche dalla apposizione di nidi artificiali.

Il declino al quale la specie è soggetta in Europa nord-occidentale fa ritenere auspicabile un regolare monitoraggio delle principali popolazioni nidificanti in Italia. La sottospecie siciliana (P. p. siculus ) necessita di specifici studi, anche genetici, trattandosi di popolazione estremamente isolata.

Minacce

Il taglio delle piante annose, la ceduazione dei boschi, la “ripulitura” del bosco dagli alberi secchi o marcescenti sono fattori che incidono negativamente sull'abbondanza di questa specie e la distruzione di habitat idonei su larga scala rappresenta in assoluto la principale minaccia. È inoltre una specie molto sensibile alla frammentazione del suo habitat, anche perché richiede una superficie di almeno 4-5 ettari di bosco maturo per nidificare e ha tempi di ricolonizzazione molto lenti, essendo specie fortemente sedentaria.

La Cincia bigia, specie a status sfavorevole su scala continentale, necessita di un'attività di monitoraggio al fine di verificarne lo status di conservazione, prestando particolare attenzione alle popolazioni numericamente più significative e alla popolazione siciliana. In generale sono da vedere con favore, per la conservazione della specie, interventi di silvicoltura naturalistica che portino alla conversione da ceduo a fustaia matura e al mantenimento di una certa percentuale di alberi maturi, morti e seccaginosi.

Il successo riproduttivo in Italia è risultato notevolmente inferiore in presenza di condizioni climatiche avverse. In Inghilterra, uno studio di 29 anni in nidi artificiali ha evidenziato che la principale causa di fallimento della nidificazione è rappresentata dalla predazione da parte della donnola, in media del 17,8% ma variabile a seconda delle annate e della disponibilità di altre prede per le donnole. In Germania il tasso di predazione complessivo è del 55%, soprattutto da parte de Picchio rosso maggiore e della Ghiandaia.

Stato di salute

Il suo status di conservazione viene valutato sfavorevole a livello europeo e nell'Unione. Pur essendo risultata stabile nel periodo 1970-1990, nel decennio 1990-2000 malgrado la stabilità mantenuta in buona parte dei Paesi la specie è segnalata in declino in Francia – dove è presente una parte considerevole della popolazione continentale – e in altri Paesi dell'Europa nord-occidentale, per un decremento complessivo superiore al 10%.

La popolazione nidificante dell'Ue è stimata in 1.400.000-3.200.000 coppie e corrisponde alla metà (47-53%) della popolazione europea complessiva (stimata in 3.000.000-6.000.000 coppie) e a una frazione compresa tra il 5 e il 24% della popolazione globale della specie. La popolazione italiana è stimata in 30.000-100.000 coppie. Nel nostro Paese è una specie non cacciabile ai sensi della legislazione venatoria (Art. 18, 157/92). La popolazione siciliana (P. p. siculus ) è inserita nella Lista rossa nazionale e valutata “in pericolo in modo critico” per la sua estrema localizzazione e la popolazione complessiva numericamente ridotta.

In Italia si riproduce in aree della catena alpina, ove presenta una distribuzione discontinua, soprattutto nel settore centrale. Procedendo verso meridione, la distribuzione segue la dorsale appenninica, avvicinandosi alla costa solamente sui Monti della Tolfa, nell'alto Lazio, sul Gargano in Puglia e sulla Costiera Amalfitana in Campania. Si nota una notevole rarefazione procedendo verso sud, tanto che in Calabria è presente con popolazioni apparentemente isolate e in Sicilia solo sui Monti Nebrodi.

Semaforo
Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* Stabile Favorevole
Popolazione Sabile Favorevole
Habitat della specie Stabile, forse in incremento Favorevole
Complessivo    

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

La Cincia bigia emette il “ptci” in modo più scattante e netto rispetto alla Cinciallegra, e fa sempre seguire al verso nasale molte volte questa sequenza. Con un po' di esperienza si riuscirà a distinguerle nella maggioranza dei casi, ma a volte è necessario fare attenzione all'intera frase per essere sicuri dell'identificazione.