CINCIA DAL CIUFFO
NOME SCIENTIFICO: Lophophanes cristatusCome gli altri Paridi, anche la Cincia dal ciuffo si dimostra un’ottima acrobata tra i rami, ove si avventura alla ricerca di cibo. È una specie piuttosto socievole, sia nei confronti dell’uomo – da cui si lascia osservare anche da vicino – sia verso le altre specie di Paridae: così, in inverno non è raro vederla formare gruppi misti con altri piccoli uccelli insettivori delle coniferete, come regoli, altre specie di cince e rampichini. La Cincia dal ciuffo, poi, mostra a volte un comportamento molto “previdente”, conservando per l’inverno – ben nascosto nei buchi degli alberi o tra i licheni – il cibo raccolto durante la bella stagione…
Ordine: Passeriformes Famiglia: Paridae
La Cincia dal ciuffo è lunga circa 12 cm, ha un’apertura alare di 17-20 cm e può raggiungere i 10-13 grammi di peso. La livrea è castana sul dorso, sulle ali e la coda mentre si presenta bianco-grigia sull’addome. Il becco è sottile, corto e appuntito; la gola è contornata da un collarino bianco, delimitato da una linea nera – molto più marcata sotto il becco – che attraversa anche gli occhi, quasi a formare un’ellisse. Il capo è grigio con piccoli puntini bianchi; il caratteristico ciuffo di piume, dal quale prende appunto il nome, appare grigio scuro e ben sollevato, andando a formare una vera e propria “cresta”. I due sessi si presentano simili nell’aspetto, anche se i giovani mostrano colorazioni più brune e cresta meno rialzata.
Specie tipicamente stanziale, la Cincia dal ciuffo abita le latitudini superiori e medio-basse del Paleartico, dagli Urali alla Spagna, ad eccezione di Isole Britanniche, Italia centro-meridionale, Grecia e Asia minore. Nel nostro Paese è diffusa sull’intero arco alpino, dalle Alpi Marittime al Carso, oltre all’Appennino ligure e tosco-emiliano. Mostra un comportamento prevalentemente sedentario, salvo locali erratismi altitudinali o brevi movimenti migratori.
Dal punto di vista dell’habitat riproduttivo, la specie predilige foreste di conifere, soprattutto le peccete pure o miste a larice dove spesso convive con la Cincia mora. Diffusa nei boschi di conifere in quasi tutto il continente europeo, si nutre prevalentemente di insetti e ragni che scova nei licheni degli alberi, completando la dieta con pinoli, larve e lombrichi a seconda delle stagioni. In autunno e in inverno la dieta è integrata da semi e piccoli frutti.
Il nido viene costruito nelle cavità degli alberi secchi utilizzando muschio, licheni, peli e ragnatele. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, la femmina depone 4-8 piccole uova bianche punteggiate di bruno-rossastro, che coverà poi per circa 15 giorni. I pulcini sono allevati da entrambi i genitori per 17-22 giorni e lasciano il nido dopo ulteriori 23 giorni.
La distribuzione e l’ecologia della specie sono sufficientemente note per il Nord Italia, dove la Cincia dal ciuffo è diffusa sull’intero arco alpino e su parte dell’Appennino settentrionale. Mancano tuttavia dati sufficienti sulle dinamiche di popolazione e sul successo riproduttivo.
Per gli ambienti forestali più idonei e continui, quali boschi di conifere e misti presenti su Alpi, Prealpi e Appennino settentrionale si propone come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) una densità riproduttiva di 2,5 coppie per 10 ettari. In aree planiziali o basso collinari, presso boschi naturali e di impianto artificiale, si può assumere come FRV una densità leggermente inferiore, pari a 1,5 coppie per 10 ettari.
Nel complesso, la specie sembra avere risentito positivamente dell’espansione, in Appennino, dei boschi di conifere, la maggior parte dei quali di origine antropica. Da questo punto di vista, andrebbero incentivate strategie selvicolturali per mantenere anche piante cavitate e marcescenti che possono ulteriormente favorire la specie, mentre in ambito planiziale e in boschi giovani collinari la specie può utilizzare anche cassette nido artificiali.
Purtroppo, il quadro relativamente favorevole per la specie in Italia non risulta particolarmente significativo in termini generali data l’incidenza modesta della popolazione italiana rispetto alla popolazione complessiva europea.
La Cincia dal ciuffo è strettamente legata ad ambienti forestali non particolarmente soggetti a rischi di trasformazione. Ai fini della conservazione, risulta dunque prioritaria un’oculata gestione forestale tale da consentire la disponibilità di adeguate risorse alimentari e di luoghi idonei alla costruzione del nido.
Relativamente longeva – la Cincia dal ciuffo può vivere fino a 7 anni – spesso non supera i 2 anni di vita. Per favorire la nidificazione, oltre alla conservazione di ambienti idonei possono essere utili interventi mirati quali la posa di cassette nido, ma soprattutto nuovi impianti artificiali di conifere.
Interventi selvicolturali e tagli forestali in periodo di nidificazione possono provocare locali episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo. In ogni caso, nonostante non siano disponibili dati per l’Italia sul successo riproduttivo della specie, la popolazione italiana di Cincia dal ciuffo non appare soggetta, ad oggi, a particolari fattori di minaccia.
Specie concentrata in Europa – nel vecchio continente è presente oltre il 95% della popolazione globale – la Cincia dal ciuffo si caratterizza per uno stato di conservazione sfavorevole, alla luce del moderato e recente declino. Ad oggi, la popolazione nidificante europea è stimata tra 6.100.000 e 12.000.000 di coppie, stabili nel periodo 1970-1990 e nel corso del decennio successivo, quando però la consistente popolazione russa è diminuita, portando a un decremento complessivo superiore al 10%.
Secondo le stime più recenti, la popolazione italiana della specie si attesta sulle 20.000-40.000 coppie riproduttive, di cui circa 11.000-13.000 coppie nella sola Lombardia. In Italia, la Cincia dal ciuffo è presente nelle regioni biogeografiche alpina e continentale, mentre è assente da quella mediterranea. A differenza del quadro riscontrato a livello comunitario e continentale, la popolazione italiana della specie viene considerata in incremento, anche se il contingente italiano non rappresenta che una frazione di punto – meno dell’1% – sul totale europeo.
In Valle d’Aosta, ad esempio, in formazioni a Pino uncinato sono state rilevate densità pari a 1,23 individui ogni 10 ettari, 1,36 in pinete di Pino silvestre. In Lombardia predilige peccete mature a larice – 2-3 coppie per 10 ettari stimate in Alta Valtellina – mentre nel Parco dello Stelvio nidifica in formazioni diverse, anche fino a 2.100-2.200 metri d’altitudine. A mostrare una tendenza all’espansione è in particolare la popolazione appenninica: nell’Appennino tosco-emiliano la specie è legata alle conifere e si sta espandendo verso est-sud est; l’attuale modello lascia presagire un’ulteriore espansione di areale verso l’Appennino centrale.
La Cincia dal ciuffo è non è considerata nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta nel nostro Paese ai sensi della legislazione venatoria (157/92).
Legata alle foreste di conifere, la specie mostra nel nostro Paese uno stato di salute favorevole. Complessivamente stabile sulle Alpi, la popolazione nazionale è localmente in aumento, sia in Appennino – dove i dati lasciano presupporre una prossima colonizzazione di porzioni dell’Appennino centrale – sia in alcune località della Pianura Padana.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | In stabilità/incremento | Favorevole |
Popolazione | Stabile, localmente in aumento | Favorevole |
Habitat della specie | Stabile | Favorevole |
Complessivo | Favorevole |
*Variazione della popolazione negli anni
Il canto della Cincia dal ciuffo consiste in un leggero trillo, che suona all’orecchio umano come un ripetuto e squillante “tee, tee, tee”. Anche il richiamo – insieme alle peculiari esigenze ecologiche – contribuisce a rendere questa specie abbastanza semplice da indentificare, anche rispetto alle altre specie di cince.