CORMORANO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCORMORANO

NOME SCIENTIFICO: Phalacrocorax carbo
 

Elegante e “aerodinamico”, il Cormorano si distingue per la caratteristica posa ad ali semiaperte, che assume per asciugare al sole il piumaggio. Quando vola, presenta una tipica forma “a croce”, per le dimensioni del collo e della coda: forse per questo in Norvegia è considerato “sacro” o, quantomeno, di buon auspicio. Si distingue per il collo lungo e raffinato, ma anche per la tipica colorazione scura del piumaggio.   Specie cosmopolita, è diffusa in alcune zone dell’Europa, dell’Africa, dell’Australia e dell’Asia centrale e meridionale. Costruisce il nido sulle coste rocciose e sugli alberi, ammassando sterpi, erbe, alghe e varie sostanze vegetali per proteggere i pulcini…

Stato di salute

Attualmente il Cormorano è classificato come sicuro nell’Unione europea, con uno stato di salute favorevole anche a livello continentale. La popolazione nidificante e svernante ha mostrato un largo incremento sia nel periodo 1970-1990, sia nel decennio successivo. All’interno dei confini dell’Europa a 27 si stima una popolazione composta da 150-160mila coppie. In Italia, si contano 880 coppie nidificanti nel 2000, in aumento nel periodo 1990-2000. Oggi è presente con oltre 3.000 coppie.

Mentre in passato il Cormorano era una specie quasi esclusivamente costiera, attualmente è presente  anche in tutta la rete idrica interna. Tra il 1996 e il 2000 si è registrato un aumento del 39% della popolazione svernante rispetto al 1991-1995 (il massimo annuale nel secondo quinquennio è di 61.617 individui nel 2000, contro i 37.896 nel 1995). Vi sono alcune zone importanti del tutto scoperte nell’ultimo quinquennio, a livello della Lomellina occidentale e della Basilicata. 

Il numero di siti occupati almeno una volta nel decennio è di 418. Tra questi, nel 1996-2000 solo 7 non hanno fatto registrare alcuna presenza e 10 non sono stati censiti. La distribuzione effettiva sul territorio è molto ampia: il 90% degli individui censiti tra il 1996 e il 2000 è risultato insediato nei 111 siti più importanti per la specie. Nel complesso il trend mostra un aumento consistente del contingente svernante, con un aumento progressivo superiore ai 5 punti percentuali l’anno. Anche il trend registrato in anni più recenti, 1998-2003, appare positivo.