CUCULO DAL CIUFFO - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliCUCULO DAL CIUFFO

NOME SCIENTIFICO: Clamator glandarius
 

Come le altre specie di cuculi, anche il Cuculo dal ciuffo compie atti di parassitismo per quanto riguarda la riproduzione, principalmente nei confronti di Corvidi e in particolare, in Italia, della Gazza. Depone normalmente un uovo nel periodo tra aprile e giugno, ma in più nidi a distanza di circa una settimana l’uno dall’altro, per cui una femmina può deporre anche fino a 18-24 uova l’anno. Si riconosce dal “cugino” – il Cuculo – per le ali più arrotondate e la lunga coda stretta, che gli conferisce una sagoma e un’andatura piuttosto simile a quella delle gazze…

 

Ordine: Cuculiformes   Famiglia: Cuculidae

Il Cuculo dal ciuffo raggiunge i 35-39 cm di lunghezza, per un’apertura alare che può anche superare i 60 cm. Nell’aspetto, i due sessi appaiono praticamente identici. L’individuo adulto presenta parti superiori grigie, ali picchiettate di bianco e la testa – compreso il ciuffo da cui prende il nome – argenteo.  Le parti inferiori sono bianche e la gola di colore giallo chiaro. I giovani, invece, presentano parti superiori nere, ali tempestate di macchie bianche e penne primarie color ruggine, con le punte nere.

Alle nostre latitudini – come nell’intera Europa meridionale, Medio Oriente e Nord Africa – è presente la sottospecie nominale C. g. glandarius , mentre la sottospecie C. g. choragium  occupa Africa meridionale e orientale. Nidificante e migratore, il Cuculo dal ciuffo sceglie solo eccezionalmente il nostro Paese per trascorrere la stagione fredda.

Frequenta ambienti aridi e stepposi, con preferenze per la macchia mediterranea. Ghiotto delle larve di Thaumetopoea pityocampa  abbondante nelle pinete, nidifica preferibilmente in territori costieri pianeggianti a quote inferiori ai 100-200 metri, a clima caldo e secco.

Durante la fase riproduttiva, anche il Cuculo dal ciuffo mostra l’abitudine di “parassitare” i nidi di altri uccelli, prevalentemente gazze. Non a caso, queste ultime mostrano un comportamento particolarmente aggressivo verso i cuculi dal ciuffo, riconoscendoli come un potenziale pericolo per le proprie nidiate.

Prospettive

La specie in Italia è poco conosciuta, a causa del limitato numero di coppie presenti. Stante la mancanza di dati sui principali parametri demografici, è quindi impossibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per questa specie.

A causa della carenza di informazioni sull’ecologia della specie, sulla biologia riproduttiva e sulle dinamiche di popolazione, non si possono inoltre formulare indicazioni specifiche per la sua conservazione, al di là dell’evidente necessità di mantenere in buone condizioni gli habitat riproduttivi e i principali siti di sosta utilizzati dalla specie.

I dati raccolti sulla sparuta popolazione italiana evidenziano in ogni caso un relativo aumento negli ultimi anni. In Toscana – dove sono stimate tra 9 e 12 coppie – appare in espansione, così come nel Lazio, dove ha colonizzato di recente anche la porzione meridionale della regione. Diverse anche le aree di colonizzazione in cui la specie è più regolarmente frequente, come la Liguria – ove la specie era in precedenza esclusivamente migratrice – e la Sicilia.

Dati incoraggianti, visto che le espansioni di areale si sono accompagnate spesso ad incremento demografico. Tuttavia, la popolazione resta tuttora molto ridotta e molto probabilmente inferiore alla Minima Popolazione Vitale (MVP), ossia una popolazione di dimensioni sufficienti per garantire alla specie una buona probabilità di persistenza nel medio-lungo termine. È inoltre probabile che un’eventuale ulteriore contrazione delle attività agricole e pastorali di tipo non intensivo possa avere in futuro un impatto negativo sulla specie; potenzialmente importanti per la sua conservazione sono inoltre, oltre alla disponibilità di habitat riproduttivi idonei, le condizioni riscontrate durante lo svernamento nell’Africa sub-sahariana. 

Minacce

Al momento non paiono esserci particolari problemi per questa specie, la cui maggiore criticità sembra essere rappresentata proprio dall’esiguità della popolazione. Seppur in recente aumento, tale popolazione è infatti ancora molto ridotta e pertanto molto vulnerabile anche a singoli eventi sfavorevoli.

Il Cuculo dal ciuffo nidifica in aree con clima mediterraneo semiarido, oppure tropicale e sub-tropicale, generalmente in aree a bassa quota; frequenta brughiere con querce e altre macchie arboreo-arbustive, pinete aperte a margine di brughiere, uliveti, mandorleti, aree a parco e boschi aperti di querce, pini o salici lungo corsi d’acqua, talvolta inoltrandosi in villaggi o paesi. Trattandosi di specie per lo più legata ad aree a pascolo brado – e con buona disponibilità di posatoi elevati – è comunque importante per la sua sopravvivenza favorire le attività agro-pastorali tradizionali, che concorrono a mantenere integri gli ambienti idonei.

Come il Cuculo, anche il Cuculo dal ciuffo può essere favorito – o sfavorito – in relazione all’andamento delle principali specie parassitate e dalla disponibilità di cibo per queste ultime e per se stesso. A differenza del Cuculo, che per riprodursi predilige in larga parte nidi di Cannareccione, il Cuculo dal ciuffo appare legato, in Europa, alla presenza della gazza Pica pica  o talora altri Corvidi. Appare invece relativamente indifferente alla pressione antropica.

Per quel che concerne il successo riproduttivo, alcune uova possono essere espulse dal nido da parte della specie parassitata, ma non sono disponibili dati approfonditi per l’Italia sulle ricadute per la specie. In Sierra Morena (Spagna), in due anni, rispettivamente in 16 e 20 nidi di Gazza parassitati, sono state deposte 25 e 31 uova, delle quali il 75% e il 76,9% sono state accettate, le altre “eliminate”; delle prime, il 79% e il 91,7% si sono schiuse, con tassi d’involo variabili tra il 93,3% e il 54,5%. Nel complesso, rispetto alle uova deposte, il tasso d’involo è variato tra il 56% e il 42%, dunque circa un uovo su due.

Stato di salute

Attualmente classificato come sicuro, presenta uno stato di conservazione favorevole sia nell’Unione europea sia a livello continentale. Nel complesso, si è registrato un largo incremento della popolazione nidificante nei territori dell’Europa a 27 nel periodo 1970-1990, seguito da trend sconosciuto nel decennio successivo, 1990-2000.

La popolazione “comunitaria” è attualmente stimata in 56.000-71.000 coppie, pari alla quasi totalità (92-97%) della popolazione europea e a una frazione compresa tra il 5 e il 24% della popolazione globale della specie. La popolazione italiana è invece limitata ad alcune decine di coppie e non è dunque significativa a livello europeo, pur rivestendo un certo interesse dal punto di vista biogeografico.

Dal trend orientato alla stabilità nel medio periodo, la specie appare in incremento negli ultimi anni nel nostro Paese, con nidificazioni accertate in nuove regioni, anche se i dati raccolti restano in larga parte frammentari. Si riscontrano comunque apparenti fluttuazioni e incrementi locali, con nidificazioni in Toscana, Lazio, Sardegna e recentemente accertate anche in Puglia, Liguria e Sicilia.

Di solito, il Cuculo dal ciuffo sverna in Africa a sud del Sahara. La migrazione primaverile avviene quasi esclusivamente lungo la costa tirrenica tra febbraio e maggio, rara invece su quella adriatica. Del tutto occasionale e statisticamente non significativo è il numero di individui inanellati in Italia dove la specie è poco abbondante e mostra diffusione limitata, sebbene in apparente e recente incremento.

Non è stato redatto, ad oggi, un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. Il Cuculo dal ciuffo è considerato specie “in pericolo critico” nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

Semaforo

Formata da poche decine di coppie, la popolazione italiana di Cuculo dal ciuffo mostra un andamento stabile orientato, in anni recenti, a un certo incremento di popolazione e areale. Poco conosciute sono tuttavia le variazioni dell’habitat, così come i parametri più importanti in termini di biologia ed ecologia riproduttiva. Questa mancanza di conoscenze, unita alla scarsa consistenza della popolazione, porta a ritenere lo stato di conservazione della specie tuttora inadeguato.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In espansione Favorevole
Popolazione In incremento Inadeguato
Habitat della specie Variazioni poco conosciute Sconosciuto
Complessivo   Inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Specie piuttosto solitaria, il Cuculo dal ciuffo è facilmente individuabile grazie al richiamo. Peculiare anche il volo, di solito basso, lento e non caratterizzato da repentini cambi di direzione.