CULBIANCO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCULBIANCO

NOME SCIENTIFICO: Oenanthe oenanthe
 

Prati o terreni incolti, lande rocciose o zone sabbiose: l’Oenanthe oenanthe non teme i luoghi inospitali, purché il territorio sia ben asciutto e sia presente qualche arbusto o posatoio naturale, dove il Culbianco si sistema dopo un volo radente e una repentina virata. Raggiunta la sua postazione, si mette a osservare il territorio circostante per scovare possibili prede o avvistare in tempo i pericoli. Particolarmente romantico e originale è il corteggiamento: dopo qualche saltello, il maschio si lascia letteralmente cadere ai piedi della femmina, aprendo le ali e la coda…

Prospettive

Sulla base dei dati disponibili, si può proporre per il Culbianco un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) a scala locale di 5 coppie per 10 ettari. A scala di comprensorio si può invece ritenere sufficiente, per garantire la persistenza della specie nel medio-lungo periodo, un valore pari a 11 coppie per chilometro quadrato.

Dovranno comunque essere assicurate anche in futuro una serie di condizioni ambientali idonee alla diffusione dei culbianchi, a partire dal mantenimento e dall’incentivazione, di pratiche agro-pastorali non intensive nelle aree di presenza. Sarebbe opportuno evitare e prevenire il deterioramento dell’habitat del Culbianco, attraverso la costruzione di infrastrutture utilizzate a scopo turistico, come impianti di risalita e piste da sci, almeno nelle aree di maggior presenza della specie.

Prese queste precauzioni, le prospettive future per la popolazione italiana dei culbianchi potrebbero volgere in positivo, soprattutto in virtù della capacità di adattamento che la specie presenta e degli habitat estremamente diversificati che frequenta. Casi positivi particolarmente incoraggianti sono stati registrati in questo senso in diverse regioni. Il più significativo è forse quello osservato a Campo Imperatore, in Abruzzo, dove il Culbianco ha occupato i nidi artificiali installati per il Fringuello alpino, dimostrando ancora una volta una spiccata capacità di adattamento.

La specie si mostra inoltre indifferente all’inclinazione dei versanti e al tipo di terreno, una caratteristica che gioca a favore della diffusione della specie. Evita tuttavia foreste, zone umide, giardini e frutteti. Sulle Alpi predilige le fasce comprese tra 2.000 e 2.500 metri, dove si stabilisce lungo pendii o pianori assolati, ma sempre in presenza di pietre, sassi e detriti. Non ama invece le valli chiuse e molto ombreggiate e i boschi, motivo per cui risente in modo particolare dell’avanzamento delle foreste dovuto sia all’abbandono delle attività agro-pastorali tradizionali – tendenza in atto, nel nostro Paese, oramai già da qualche decennio – sia ai cambiamenti climatici.