GABBIANELLO - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGABBIANELLO

NOME SCIENTIFICO: Larus minutus
 
Semaforo N.C.

Il più piccolo tra i gabbiani europei. Una specie in grado di resistere ai climi più rigidi dell’Europa settentrionale, dove abitualmente vive e nidifica. L’Italia è terra prediletta per trascorrere l’inverno, nella mite Sicilia o, più a nord, tra la Sardegna e le coste tirreniche. Lungo meno di 30 cm, si osserva soprattutto in mare aperto, o lungo la costa. Ovunque ci sia uno specchio d’acqua marino, lì si può trovare il Gabbianello…

 

Ordine: Charadriiformes   Famiglia: Laridae

In Europa, il Gabbianello nidifica tra il 45° e il 65° parallelo, arrivando quindi a comprendere anche le regioni più settentrionali del continente. Più diffuso tra Russia e Finlandia, è in queste regioni che abitualmente questo piccolo Gabbiano costruisce il nido.

Occasionalmente migratore e mai nidificante, l’Italia rappresenta per questa specie uno dei principali quartieri di svernamento. La maggior parte degli individui si concentra in Sicilia, in provincia di Siracusa, mentre presenze abbastanza consistenti sono state accertate sul Mar Tirreno e in Sardegna. Più scarsi e irregolari gli avvistamenti registrati altrove, dallo Ionio alla costa adriatica, fino a qualche esemplare che si accontenta di trascorrere la stagione fredda nel clima relativamente rigido della Pianura Padana.

Lungo non più di 30 cm, il Gabbianello si caratterizza per il piumaggio grigio chiaro, che fa da contrasto con la testa, completamente nera durante l’estate, più chiara nelle altre stagioni. Nero d’inverno è anche il becco – quando è particolarmente evidente una macchia scura nei pressi degli occhi – che assume le tonalità del rosso scuro durante il resto dell’anno.

Da rilevare le differenti abitudini ecologiche della specie quando si trova nelle aree di nidificazione rispetto a quelle praticate alle nostre latitudini. Paludi, grandi laghi e fiumi sono necessarie alla specie per costruire il nido, e non a caso l’area di presenza maggiore della specie risulta quella dei grandi laghi posti tra Russia e Finlandia. Durante tutto il resto dell’anno, e specialmente nella stagione fredda, il Gabbianello frequenta invece ogni tipo di specchio d’acqua, dal mare fino ai piccoli stagni, essendo in grado di cibarsi indifferentemente sia di piccoli pesci sia di insetti.

Prospettive

La qualità delle informazioni sulla popolazione di Gabbianello che utilizzano l’Italia per svernare è abbastanza buona, mentre più localizzati sono i dati relativi ai migratori. Ciononostante, il comportamento prevalentemente pelagico e la sosta solo occasionale e di breve durata sulla terraferma non permettono di stabilire con esattezza un trend sulla popolazione svernante.

Certamente influenzata dalle variabili climatiche – e sono proprio le condizioni meteo e del mare ad influenzare l’eventuale decisione del Gabbianello di trasferirsi sulla terraferma per brevi periodi – la vita della specie soffre in modo particolare l’inquinamento e l’eccesso di disturbo antropico presso i siti di sosta o svernamento.

Allo stesso modo, clima e condizioni del mare potrebbero spiegare parte delle fluttuazioni registrate su scala locale, al di là dell’oggettiva difficoltà nel condurre con metodi tradizionali censimenti su questa specie.

Conservare i siti di sosta e svernamento, preservandoli da eccessivo disturbo da parte dell’uomo, è certamente l’indicazione più importante per permettere anche al nostro Paese di giocare un ruolo attivo per la conservazione del Gabbianello a livello europeo.

Minacce

Lettonia e Russia rappresentano i due Paesi principali di provenienza degli individui ricatturati nel nostro Paese. L’area baltica, risulta il principale sito di nidificazione a livello comunitario e continentale e rappresenta l’area di provenienza degli individui in transito nel nostro Paese diretti verso i siti di svernamento, oltre che della piccola popolazione che si trattiene sulle coste dell’Italia centrale e meridionale durante la stagione fredda.

Pur in assenza di informazioni specifiche sulle principali minacce per la specie, risulta evidente come la crescente tutela a cui sono state sottoposte le zone umide nel nostro Paese abbia certamente giocato a favore della specie, soprattutto in termini di buona disponibilità di aree di sosta. Al di fuori della stagione riproduttiva, peraltro, il Gabbianello frequenta sia acque interne che acque costiere, estuari e lagune, mostrando una buona adattabilità ed esigenze ecologiche meno specifiche di quelle riscontrate presso i siti di nidificazione, nei quali la specie dipende strettamente dalle acque dolci di pianura.

Sono probabilmente i mutamenti climatici – e ambientali in senso lato – a costituire la principale variabile in grado di influenzare la presenza di una popolazione di Gabbianello nel nostro Paese, sia con riferimento al contingente svernante sia riguardo alla possibilità di utilizzare la nostra penisola come sicura area di sosta e alimentazione durante il viaggio della migrazione.

In particolare durante la primavera, l’Italia può rappresentare un’area di transito importantissima per la specie, sulla via del ritorno per i grandi laghi dell’Europa settentrionale. Da rilevare, tra le minacce censite anche nel nostro Paese, la sensibilità all’inquinamento da idrocarburi.

Stato di salute

Con 12-25mila coppie nidificanti, la popolazione “comunitaria” di Gabbianello può dirsi in relativa buona salute, a seguito del largo incremento registrato tra il 1970 e il 1990, proseguito anche nell’ultimo decennio del secolo scorso. Questa entità rappresenta però non più della metà della popolazione europea complessiva, che mostra invece evidenti segni di sofferenza anche in anni abbastanza recenti.

Il contingente svernante – che più interessa il nostro Paese – ammonta a circa 11mila individui su scala continentale, mentre in Italia la stima era di 257 individui, suddivisi in 24 siti, per la prima metà degli anni Novanta. Drastica diminuzione del numero di individui censiti – appena 42 – accompagnata a un incremento dei siti di presenza, ben 33, è stata registrata nel periodo successivo, con il picco massimo raggiunto tra il 1991 e il 1995 – 289 individui – che si è ridotto a 54 nel 2000.

Varie le spiegazioni possibili di questo andamento, prima tra tutte il comportamento prevalentemente pelagico di questo uccello, la cui presenza a terra appare influenzata in modo sensibile dalle condizioni meteorologiche. A livello nazionale, tra i vari siti di presenza, quelli occupati in modo più stabile risultano posti tra le coste ioniche e l’area tirrenica, con in numeri che in questo caso potrebbero riflettere in modo più accurato l’effettiva presenza della specie in mare aperto.

Risulta più interessante considerare lo stato di salute di questa specie alla luce della grande importanza che il nostro Paese riveste per il transito migratorio del Gabbianello, più che come area di svernamento.

Canto

Come si confa alle sue ridotte dimensioni, anche il canto del Gabbianello risulta sommesso, discreto, simile, per azzardare una possibile trascrizione, a un “kek-kek-kek”. Anche in questo caso non sono rare brevi sequenze più squillanti e acute, rendendo il canto del Gabbianello, almeno nella struttura, in tutto e per tutto simile a quello di altre specie di gabbiani.