GHIANDAIA MARINA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGHIANDAIA MARINA

NOME SCIENTIFICO: Coracias garrulus
 

Le calde estati della bassa toscana, ma anche il torrido sole che sferza gli uliveti pugliesi. Fino al clima tipicamente mediterraneo di sassarese e agrigentino. Questi gli habitat preferiti in cui le ghiandaie marine costruiscono il nido. Il loro arrivo coincide di solito con l’inizio della primavera, dopo un lungo inverno trascorso nei quartieri africani di svernamento. Già a trenta giorni dalla schiusa questo uccello si presenta nel classico e inconfondibile piumaggio turchese…

Prospettive

Va rilevata, anzitutto, la buona risposta della specie alla posa di nidi artificiali. Un fattore in grado di compensare, se pure parzialmente, la diminuzione di siti idonei per la nidificazione. Minacciata in generale dalla perdita di habitat e da un’agricoltura sempre più intensiva, la specie risulta localmente in grande sofferenza, nell’Italia centrale, mentre alcune aree dell’Italia settentrionale sono state recentemente colonizzate con incremento sia del numero di coppie nidificanti sia dell’areale distributivo.

Abbondantemente studiata all’estero, la specie non ha ancora ricevuto in Italia la dovuta attenzione per quanto riguarda ecologia e biologia riproduttiva. Mancano altresì informazioni su dinamica di popolazione e parametri demografici, fatta eccezione per alcuni studi locali: per esempio, in Sicilia è stata censita una media di 3,6 giovani involati per coppia di successo, 3-5 quelli rilevati in provincia di Ravenna, meno di 2 in provincia di Parma.

In realtà, gli studi più approfonditi riguardano proprio le aree di recente colonizzazione – quali appunto le province emiliano-romagnole sopra ricordate – ed è la mancanza di dettagliate informazioni generali a rendere impossibile la determinazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Risulta comunque utile, per fornire alcune indicazioni generali di conservazione, distinguere la popolazione della bioregione continentale – ridotta ma in espansione – dalla bioregione mediterranea, in cui la specie appare in sofferenza.

È in queste aree, dove le popolazioni sono estremamente ridotte rispetto alla consistenza storica, che vanno indirizzati gli interventi, volti alla tutela dei siti riproduttivi e, ove necessario, sfruttando le cassette nido che – è stato dimostrato – possono essere utilizzate con successo dalla specie. Queste azioni dovrebbero essere mirate anche a favorire la ricolonizzazione di aree occupate in tempi storici, favorendo in modo particolare gli episodi di ricolonizzazione spontanea.