MERLO
NOME SCIENTIFICO: Turdus merulaDopo il passero, questo inconfondibile pennuto dal mantello nero è l'uccello più diffuso in Italia e ci fa compagnia in ogni parco o giardino del nostro paese. Le popolazioni ormai abituate alla vita cittadina hanno in parte perso la naturale diffidenza e non esitano ad avvicinarsi all’uomo.
Ordine: Passeriformes Famiglia: Turdidi
L’habitat naturale del Merlo è il bosco, ma si adatta a vivere in numerosi ambienti e non raramente lo si trova nei frutteti e nei vigneti, in aree urbane a contatto ravvicinato con l'uomo.
Il maschio del Merlo è lungo fino a 25 centimetri e presenta un piumaggio in genere completamente nero o marrone scuro. Il becco e il contorno degli occhi sono in genere di un giallo tendente all'arancione (in alcuni casi bruno) e le zampe brune e squamose. La femmina presenta invece dimensioni più ridotte, con una lunghezza che può andare dai 15 ai 20 cm circa e una colorazione bruno scuro. La gola nel suo caso si presenta più chiara e striata.
Il nido, costruito dalla femmina, si trova sui rami degli alberi, fra i cespugli o anche semplicemente in buche nel terreno. La femmina depone le uova tre volte l'anno; generalmente sono in numero da 4 a 6 e di un colore azzurro-grigio, maculate in modo irregolare con puntini grigi. Il periodo di incubazione va dai quattordici ai quindici giorni ed è principalmente la femmina a covare le uova.
A una attenta osservazione, si può notare che il nido viene realizzato ad altezze dal suolo variabili. In particolare cresce il livello dal terreno, a seconda che si tratti di prima, seconda o terza nidiata. I merli infatti per ogni nidiata cambiano il nido, non usano mai lo stesso per le nidiate successive alla prima. In genere questa specie vive in coppie isolate, anche se durante le migrazioni può capitare che si raduni in stormi. Per quanto riguarda l’alimentazione, si ciba principalmente di frutta, bacche e piccoli invertebrati.
Sulla base dei dati disponibili relativi all’Italia si può proporre come Valore di Riferimento Favorevole a scala locale una densità pari a 10 coppie per 10 ettari per diverse tipologie di habitat, anche se, in contesti ottimali, può raggiungere le 36 coppie per 10 ettari. In contesti agricoli intensivamente coltivati è da considerarsi come indice favorevole di riferimento una densità pari a una coppia per 10 ettari.
Nonostante la specie sia sufficientemente studiata per quanto riguarda distribuzione, ecologia e spettro alimentare, è da sottolineare il fatto che manchino dati quantitativi e stime di popolazione da alcune regioni meridionali.
In contesti ambientali caratterizzati da agricoltura intensiva su larghe estensioni, un fattore di minaccia per le popolazioni di Merlo consiste nell’eccessiva banalizzazione ambientale e nella riduzione di elementi importanti quali siepi, arbusti e filari arborei. Altre minacce sono rappresentate dall’uso di pesticidi in agricoltura che riducono le risorse alimentary. Spesso purtroppo anche lo scontro dei merli in volo contro vetrate e autoveicoli è causa di morte per numerosi esemplari di questa specie.
In ambito agricolo vanno promosse azioni per il mantenimento di ambienti diversificati dal punto di vista ecologico o di un loro ripristino tramite piantumazione di siepi e aree arbustive. Un ulteriore passo avanti per garantire la conservazione della popolazione del Merlo sarebbe quello di favorire la lotta biologica integrata in agricoltura per ridurre progressivamente l’uso di pesticidi, letali per la fauna invertebrata, che è alla base della nutrizione della specie.
Il Merlo risulta essere una tra le specie maggiormente cacciate in Italia in termini di numero di capi abbattuti. Per garantire la compatibilità del prelievo dovrebbero essere promosse attività di monitoraggio delle popolazioni nidificanti, migratrici e svernanti e dovrebbe essere adeguatamente sviluppata la raccolta e l’analisi delle informazioni sui capi abbattuti.
Attualmente il Merlo in Europa gode di uno stato di conservazione favorevole. La popolazione europea, considerata sicura, è estremamente ampia (oltre 40 milioni di coppie) ed è rimasta stabile nel periodo 1970–1990. Nel corso del 1990-2000 si è registrato anche un modesto incremento, che ha ulteriormente accresciuto le consistenti popolazioni di Germania, Francia e Italia. Stabile o in aumento nella maggior parte degli Stati europei.
In Italia il Merlo è assai abbondante, stimato con 2-5 milioni di coppie nidificanti e una popolazione che costituisce circa il 5-6% di quella complessiva europea. Ampiamente distribuita, la specie viene considerata in incremento locale con espansione di areale e colonizzazione di centri urbani e piccole isole.
Vengono stimate dalle 200mila alle 400mila coppie in Piemonte e Valle d’Aosta, poco oltre le 70mila coppie in Lombardia e da 6.500 a settemila coppie nidificanti nel Parmense. Tra il 1997 e il 2002 in due aree della Pianura Padana in provincia di Brescia sono stati rinvenuti 122 nidi di cui 91 nella zona ripariale e 31 in quella urbana. Nello stesso periodo si sono registrate tre covate annue con dimensione media della covata di 4 uova e numero medio di uova schiuse di 3.8.
In base alla legislazione venatoria italiana è consentito cacciare il Merlo e finora non si è ritenuto di inserire la specie nella Lista Rossa Nazionale.
Lo stato di conservazione del Merlo si ritiene complessivamente favorevole.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | stabile/in incremento | favorevole |
Popolazione | stabile, localmente in aumento | favorevole |
Habitat della specie | stabile/in aumento | favorevole |
Complessivo | favorevole |
*Variazione della popolazione negli anni
Il canto del Merlo è un fischio vario, flautato e quasi sempre piacevole. Quando è in situazione di allarme, tuttavia, emette una stridente e improvvisa serie di note simili a un fastidioso chiacchierio che può spaventare qualunque specie si addentri nel proprio territorio senza far caso alla sua presenza. Il Merlo inoltre è celebre per la sua capacità di imparare facilmente qualsiasi melodia, per poi ripeterla fino alla noia.