SCHIRIBILLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSCHIRIBILLA

NOME SCIENTIFICO: Porzana parva
 

Il suo buffo nome sembra calzare a pennello su una specie affascinante eppure estremamente schiva, vero “incubo” per birdwatcher anche esperti. Rarissima, anch’essa, come altri Gruiformi, abituata a stare nascosta nel fitto dei canneti, raramente si osserva in volo. Fanno eccezione le prime luci dell’alba e il tramonto, quando la Schiribilla si avventura in brevi voli sulla palude: ma anche in quei casi, la scarsa illuminazione rende estremamente difficile distinguerla da altre specie simili…

 

Ordine: Gruiformes  Famiglia: Rallidae

La Schiribilla è un gruiforme dalle esigenze ecologiche estremamente specializzate. Talmente specializzate da essere un uccello che vive praticamente tutta la sua vita all’interno dei canneti. Addirittura, è più comune coglierla mentre tenta di arrampicarsi sulle canne, piuttosto che in volo.

Dalle dimensioni piuttosto contenute, la Schiribilla nidifica in zone palustri, anche di piccola dimensione, su acquitrini permanenti o stagionali, su invasi naturali o artificiali circondati da ampia e bassa vegetazione. Difficilmente si alimenta nuotando: preferisce starsene rinchiusa nel canneto, affondando il becco nell’acqua alla ricerca di piccoli invertebrati, alghe o piante acquatiche affioranti.

Il piumaggio si presenta marrone sul dorso, grigio-bluastro nel ventre. Molto più chiara la femmina, simile agli individui più giovani. Piuttosto evidente la macchia rossa alla base del becco – un particolare che differenzia la Schiribilla dalla Schiribilla grigiata – anche se l’incontro con entrambe le specie risulta un evento assolutamente eccezionale data la loro rarità nella nostra penisola.

Essendo la vita della Schiribilla molto legata alla presenza di aree umide, non stupisce che gran parte delle aree di nidificazione siano concentrate lungo il medio e basso corso del Po, con importanti propaggini nelle aree lagunari venete. Grande migratrice, sverna principalmente in Africa, Asia occidentale e meno diffusamente nel bacino del Mediterraneo.

Prospettive

È particolarmente complicato calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la Schiribilla nel nostro Paese. Questo a causa della totale mancanza di dati accurati su successo riproduttivo e mortalità. Certamente, il calo ulteriore delle popolazioni e la diminuzione degli avvistamenti – che si fanno sempre più rari anche nelle aree di presenza storica – delineano un quadro estremamente critico per la popolazione residua della specie.

A questo si aggiunge il relativo isolamento delle popolazioni italiane rispetto ai più cospicui contingenti europei, un’evidenza che rende molto improbabile il verificarsi di ricolonizzazioni da parte di individui provenienti dal centro Europa. Come nel caso del Voltolino, saranno probabilmente le condizioni riscontrate al di fuori dei confini nazionali – nei quartieri di nidificazione e svernamento – a decidere il destino della specie su scala globale.

Resta l’esigenza di consolidare le popolazioni rimaste attraverso un’attenta gestione dell’habitat, in particolare tramite la tutela o il ripristino dell’alternanza tra vegetazione acquatica, canneti e pozze di acqua libera. Un’operazione di ripristino che dovrebbe coinvolgere anche le zone in cui la presenza della Schiribilla è storicamente accertata e la cui scomparsa risale molto probabilmente a tempi recenti.

Minacce

Specie dipendente in tutto e per tutto dalla presenza di aree umide d’acqua dolce di origine quasi esclusivamente naturale o semi-naturale, la Schiribilla abita talvolta i margini di laghi o fiumi. Durante la nidificazione richiede la presenza di porzioni di vegetazione acquatica alta, e predilige i canneti purché questi non siano sottoposti a misure di gestione quali taglio o incendio.

Più tollerante alle oscillazioni del livello delle acque rispetto ad altre specie “sorelle” quali Voltolino e Schiribilla grigiata, la Schiribilla ha comunque sofferto per la distruzione e il degrado di molte delle aree palustri del nostro Paese. Anche il taglio delle canne palustri e l’incendio dei canneti costituiscono una forte minaccia per la specie, che necessita di canneti sufficientemente estesi

Come il Voltolino, anche la Schiribilla è pochissimo conosciuta e studiata, anche se appare forte la dipendenza della specie dagli ambienti palustri “misti” in cui a vegetazione alta e strutturata si alternino acquitrini aperti, comunque ricchi di vegetazione sommersa o galleggiante. Il progressivo degrado di questo tipo di habitat ha probabilmente contribuito al declino e all’ulteriore frammentazione di una popolazione già ai limiti della sopravvivenza.

Stato di salute

Classificata come “sicura” nell’Unione Europea, la popolazione “comunitaria” di Schiribilla è compresa tra le 17mila e le 30mila coppie, e costituisce circa un quarto della popolazione continentale complessiva, stimata in 61-140mila coppie, tra il 5 e il 24% di quella globale. Mai oggetto di uno specifico Piano d’Azione Internazionale e Nazionale, la Schiribilla è tutelata dalla Direttiva Uccelli e considerata in “pericolo critico” dalla Lista Rossa Nazionale.

L’Italia ospita una frazione molto modesta di questa specie, la cui distribuzione invernale risulta peraltro poco conosciuta. A seconda degli autori, la popolazione stimata oscilla tra le 5-20 coppie e le 20-60 coppie, comunque in decremento e con evidenti fluttuazioni locali. Un dato che contrasta con la situazione riscontrata a livello comunitario, dove la specie è stabile fin dal 1970, mentre qualche segnale di difficoltà – limitatamente agli ultimi anni del secolo scorso – è stato riscontrato su scala continentale.

Storicamente la Schiribilla ha nidificato in Pianura Padana, Toscana, Umbria, Lazio e Sicilia. In Lombardia era di certo presente nel Varesotto fino agli anni Sessanta, e negli anni Settanta la si poteva osservare alla Palude Brabbia e al Lago di Biandronno. Qualche osservazione successiva, unita all’accertamento di alcune nidificazioni nelle valli del Mincio, fanno pensare che la specie sia ancora presente, seppure in forte sofferenza.

Analoga situazione in Veneto, mentre in Emilia-Romagna la specie è certamente nidificante nella fascia costiera settentrionale. Pochissime le informazioni recenti sul resto della Penisola, con la maggior parte delle osservazioni che hanno comunque coinvolto – si trattava però, anche in questo caso, della fine degli anni Settanta – le aree umide costiere della Toscana.

Semaforo

Vegetazione galleggiante e sommersa, canneti allagati percorsi da fitti canaletti, detriti vegetali di vario tipo. L’habitat ideale per la Schiribilla, specie sempre più rara nel nostro Paese, il cui stato di conservazione – pur in mancanza di importanti informazioni sui parametri demografici e riproduttivi – può dirsi allo stato delle cose estremamente critico. Dato l’isolamento delle popolazioni italiane superstiti, è inoltre difficile pensare a un ripopolamento tramite colonizzazione di individui provenienti dal centro Europa. L’unica possibilità di salvare la popolazione italiana di Schiribilla appare dunque quella di tutelare al massimo – e ove del caso ripristinare – gli ambienti umidi da cui dipende interamente l’ecologia della specie.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* frammentato, probabilmente in calo inadeguato 
Popolazione verosimilmente in calo cattivo
Habitat della specie localmente in calo inadeguato
Complessivo   cattivo

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Meno acuto di quello del “fratello” Voltolino, il canto della Schiribilla si compone di suoni piuttosto brevi e infammezzati anche da lunghe pause di silenzio. Si può udire nei pressi dei canneti, dove la specie passa praticamente tutta la vita, ben nascosta tra la vegetazione acquatica.