SGARZA CIUFFETTO - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSGARZA CIUFFETTO

NOME SCIENTIFICO: Ardeola ralloides
 

A dare il nome alla specie è la lunga cresta argentata, che dal capo scende fino al collo. Fiumi, paludi e altre aree umide sono il tipico habitat in cui la Sgarza ciuffetto vive e nidifica, costruendo il nido sugli alberi – come al solito in associazione con altre specie di aironi – e prevalentemente su salici e ontani, che spesso crescono sulle rive dei fiumi. Pesci e anfibi sono le sue prede preferite, e non è raro vederlo cacciare al crepuscolo, quando lascia l’albero con il tipico volo lento e misurato. In pieno giorno, invece, la Sgarza ciuffetto preferisce restare nascosta fra l’impenetrabile vegetazione, lanciando solo occasionalmente qualche verso…

Prospettive

Tra il 1986 e il 2000 la popolazione lombarda di Sgarza ciuffetto è quasi triplicata, passando da 60 nidi censiti nel 1981 a 150 negli anni 2000-2006. Stesso scenario per la popolazione piemontese, cresciuta in soli tre anni, dal 1996 al 1999, di 140 coppie, per un totale di 207 coppie censite. Anche la Toscana, pur con una popolazione molto più ristretta, ha visto un buon incremento numerico, mentre nell’Italia meridionale la specie – praticamente assente fino alla Seconda guerra Mondiale – vanta oggi piccoli ma significativi contingenti, come quello siciliano, passato dalle 10-15 coppie del 1992 alle 35 del 2002.

Scarsi e frammentari, tuttavia, sono i dati su successo riproduttivo e produttività. Per questo non risulta agevole calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la specie, su basi scientificamente fondate. Le uniche informazioni disponibili sul successo riproduttivo sono molto datate e raccolte su popolazioni ristrette e marginali: per esempio, nel 1986, 14 giovani involati da 4 coppie in Sardegna.

Troppo poco per proporre una Minima Popolazione Vitale (MVP) a livello nazionale..Anche ecologia e biologia riproduttiva non sono completamente note. Ciononostante, la popolazione – ben monitorata nella sua consistenza – appare stabile, e il trend generale comunque positivo.

L’indicazione di conservazione più importante, affinché lo scenario rimanga tale, è quella di tutelare i siti di nidificazione e di foraggiamento, proseguendo nel monitoraggio delle popolazioni nidificanti e approfondendo l’ecologia della specie. Solo la dimensione ridotta delle popolazioni – in termini assoluti – suggerisce cautela nel valutare uno scenario per altri aspetti piuttosto favorevole alla specie.