STERPAZZOLA - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSTERPAZZOLA

NOME SCIENTIFICO: Sylvia communis
 

Durante una passeggiata in campagna o al margine di un bosco, scrutando bene tra rovi, rose canine e noccioli è possibile imbattersi in questo passeriforme schivo, ma per nulla spaventato dalle lunghe distanze: con la fine della bella stagione migra infatti nel Sahel, a sud del deserto del Sahara, sfidando le mille insidie del viaggio e le difficili condizioni legate ai frequenti periodi di siccità che caratterizzano quella regione

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Sylviidae

Diffusa sull'intero territorio nazionale, con la sola eccezione della Sardegna, la Sterpazzola è un passeriforme di lunghezza compresa tra i 13 e i 18 centimetri e dal peso oscillante tra i 12 e i 17 grammi. Vive di preferenza ai margini dei boschi, tra fitti arbusti e piante spinose su terreno asciutto, dove si mimetizza anche grazie al colore del piumaggio, tra il marrone chiaro e il grigiastro nella parte superiore del corpo, color latte in quella inferiore, con una caratteristica chiazza più chiara sulla gola. Altri dettagli che aiutano identificare questa specie sono un anello biancastro attorno agli occhi, le zampe color crema e la coda lunga e appuntita. Maschio e femmina si distinguono a livello macroscopico per il colore del ciuffo: cinerino nel primo, castano nella seconda.

Vasto l'areale di diffusione: in Europa fanno eccezione solo le propaggini più settentrionali della penisola scandinava. Nelle sue lunghissime migrazioni si spinge volentieri fino al Nord Africa e anche a sud del Sahara, dove generalmente trascorre l'inverno. In Italia la Sterpazzola è presente nelle isole tirreniche, nelle aree costiere e soprattutto nelle regioni del nord-est.

Raggiunta dopo un anno di vita l'età riproduttiva, la femmina si occupa della costruzione del nido, realizzato utilizzando fili d'erba, radici e pelo d'animale, in posizione molto riparata tra i rami contorti degli arbusti, a breve distanza dal terreno. Vengono deposte 4-5 uova, che si schiudono dopo poco meno di due settimane di cova, della quale si occupano alternativamente maschi e femmine. Ci vogliono altre due settimane circa prima che i piccoli possano abbandonare il nido. Impareranno presto a procurarsi il cibo: principalmente insetti, bacche e larve.

Prospettive

Non abbiamo a disposizione molti dati sulla presenza in Italia della Sterpazzola, in particolare per quanto riguarda il successo riproduttivo e le dinamiche della popolazione: le variazioni demografiche in molte zone del nostro Paese sono del tutto sconosciute. Si assume, sulla base degli studi effettuati sul resto continente, un Favourable Reference Value (FRV) di 7 coppie ogni 10 ettari, un valore che può essere ridotto a 1-3 coppie nelle aree in cui si presentino condizioni ecologiche ottimali per la nidificazione e la riproduzione.

Per garantire la conservazione della specie è dunque importante favorire il riproporsi di tali condizioni: nelle aree agricole sono necessari interventi di tutela volti a scongiurare la distruzione delle zone cespugliate a margine dei coltivi, in quelle boschive sarebbe invece opportuno rallentare l'evoluzione a bosco degli arbusteti.

Minacce

Arbusteti e roveti sono l'habitat prediletto da questa specie, comprensibile quindi che a minacciarne la conservazione siano in primo luogo la naturale evoluzione dei cespugli in formazioni forestali ad alto fusto e lo sfalcio delle aree incolte: l'agricoltura intensiva costituisce, in questo senso, una fonte di pericolo importante per la Sterpazzola.

Durante il periodo dello svernamento incidono sulla sopravvivenza della Sterpazzola le condizioni climatiche, a volte proibitive, incontrate nel Sahel: su tutte il presentarsi di prolungati e reiterati periodi di siccità.

Stato di salute

Nell'Unione Europea la Sterpazzola gode, nel complesso, di buona salute: è specie considerata “sicura”, con stato di conservazione favorevole anche a livello continentale. Ciò anche alla luce della sensibile crescita numerica registrata nel corso dell'ultimo decennio del ventesimo secolo, con una popolazione stimata, nella sola Unione Europea, compresa tra i 5,6 e 10 milioni di coppie, pari a circa il 40% dell'intera popolazione continentale (14-25 milioni di coppie).

L'Italia ha limitata responsabilità per la conservazione della specie: la popolazione nidificante nel nostro Paese si attesta infatti su valori compresi tra le 50 mila e 250 mila coppie, pari al 2,5% dell'intera popolazione dell'Unione Europea. A tutela della Sterpazzola non esiste alcun Piano d'Azione Internazionale o Nazionale. Sylvia communis , inoltre, non è inserita nella Lista Rossa Nazionale: ne è comunque vietata la caccia, secondo quanto prescritto dalla legislazione venatoria.

Semaforo

I pochi dati di cui disponiamo sulle variazioni demografiche della Sterpazzola nel nostro Paese sono sufficienti a confermare una tendenza alla contrazione della popolazione complessiva, in un quadro generale che non può quindi dirsi positivo.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range In contrazione Inadeguato
Popolazione In calo Inadeguato
Habitat della specie In diminuzione Inadeguato
Complessivo   Inadeguato
Canto

Acuto e con un leggero grattato, il canto della Sterpazzola ha un andamento ritmico complesso, con vocalizzi in rapida successione su tonalità mutevoli. Fi-fìd fi-fìd è la sua “canzone”.